Uccellini picchiettano ripetutamente un tronco che
continua a cambiare, mutevole nei colori, per le linee che lo attraversano, con
vibrazioni quasi elettriche. Ma sulla superficie di quella profondità che
scorre, quieti sullo schermo, fra tanta lucentezza, stanno altri piccoli volatili,
fermi, dalle tinte più opache, capaci di trasmettere una sensazione concreta di
materia nota, quei piccoli becchi, piume e ali, nati dal pennello che dipinge,
che crea artigianalmente immagini, forme.
Svela questa felice compresenza di tecniche, di
visioni – 3D ed esperienza antica della pittura – il lavoro di
Giuliana
Cunéaz (Aosta, 1959; vive a Milano)
in
Photosyntesis, che dà il titolo
della videoinstallazione in mostra, flusso perenne di immagini luminose,
aggregazioni di parti, nuove composizioni di elementi abitualmente invisibili
all’occhio nudo, diviene titolo anche di tutto il percorso espositivo.
In occasione di questo seconda personale, dopo
Davide
Coltro, per il ciclo intitolato
Dialettiche
temporali, una rassegna “
che
intende riflettere sul concetto del tempo e del temporaneo” – gli artisti invitati sono affini proprio per la
ricerca su supporti luminosi, per l’uso di tecnologie digitali -, sono state
inaugurate due nuove sale di Tpalazzo, il Palazzo Dalla Rosa Prati, che si
trova in uno dei più begli angoli di Parma, di fianco al superbo Battistero
dell’
Antelami.
Storia depositata nel tempo e nuove ansie
espressive, dunque: così anche per Cunéaz, che gioca con le proporzioni
dell’infinitamente piccolo, le nanotecnologie, dilatando particelle che evocano
fondi marini, ricerche chimiche e biologiche, ma
complicando ulteriormente le immagini con elementi dipinti,
creati come dialogo aperto, come tenace necessità d’intervento umano, culturale.
Quanto esiste in natura segretamente viene
consegnato allo sguardo in forma dilatata, artificiale. E quel continuo andare,
azione nascosta, trova pausa, originale creazione, nell’inventività
dell’artista che dipinge lo schermo.
Come villi e flessibili palline, strani fiori
mobili, superfici ondeggianti, geometrismi e simmetrie che si sfaldano e quindi
si ricompongono, confronto aperto, colorato, tra scienza e arte, dinamismo e
staticità, superficie e strati profondi nelle diverse opere esposte: così in
Spores
and pollens grains,
Nanomushroom e
Nanoparticles
and dandelion clock, in fotografia
anche nel piccolo catalogo pubblicato da MUP – Monte Università Parma.