Mostra ricca di suggestioni visive, richiami estetici e rimandi concettuali quella ospitata da Enrico Astuni nella ampia galleria di Bologna, proposta per tutta la seconda metà di questo 2013. Sei mesi, da giugno a dicembre, per riflettere intorno alla teoria della Negative Capability espressa quasi duecento anni fa dal poeta inglese John Keats, e approfondita dall’abile curatela di Lorenzo Bruni e Giovanni Iovane, legando trentadue opere di importanti protagonisti dell’arte contemporanea.
«I mean Negative Capability, that is, when a man is capable of being in uncertainties, mysteries, doubts, without any irritable reaching after fact and reason». John Keats, 1817
«…al volgere lo sguardo altrove in attesa dell’immagine». Giulio Paolini, 2012
La capacità negativa, da intendersi come attitudine di alcuni a vivere senza ansietà il “non-risolto” dell’idea creativa, è anche la capacità di convivere con l’incertezza semantica e di ammettere che non tutto l’esistente è spiegabile o ha una spiegazione razionale da ricercare.
Questa mostra è l’occasione per una visita in contatto ideale con le personalità artistiche rappresentate e per verificare il proprio limite negativo, in cui il singolo visitatore può riconsiderare il suo ruolo. Il confronto tra le opere è come un luogo di ricerca nel quale c’è spazio per la bellezza del mistero. A partire dalla scelta allestitiva, che concede ad ogni lavoro un diverso peso specifico, si svelano connessioni possibili: tra le installazioni di Giulio Paolini del primo decennio degli anni 2000 che con i suoi fogli bianchi in All’Istante e Niente e subito guarda All’Orizzonte dei segni e vividi colori di Carla Accardi – opera composta da quindici dipinti su tela creati per Astuni – così come per le nove opere ad alta intensità materica di Pier Paolo Calzolari, datate tra gli anni ’70 e fine anni ’90, connotate dai toni pacati del sale, ferro, piombo e tabacco che dialogano con gli squillanti acrilici day-glo dei cinque pezzi di Peter Halley del 2013, anch’essi espressamente realizzati per la galleria. Per proseguire con il dittico BBK – Edition dello scultore tedesco Reinhard Mucha che apre a successivi collegamenti, appendendo alla parete la memoria, in senso allegorico quanto testuale, e riutilizzando materiale autobiografico come segno dell’assenza generata dal passato.
Un’assenza, quella che «innesta la memoria di un dopo», de-scritta da Paolini nelle opere dislocate nelle tre sale dello spazio di Astuni, tra cui spiccano Studio per immacolata concezione in due versioni. La memoria storica collettiva poi, de-costruita, è il fulcro delle opere di Anetta Mona Chisa & Lucia Tkácová, presenti in un excursus di tecniche eterogenee: un video di 07.57 minuti dal titolo Try again. Fail again. Fail better., rappresentato nel 2011 alla 54. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, seguito da due collages su carta, che portano lo stesso titolo del video, numerati #12 e #13 e che introducono alla serie di altri tredici splendidi collages realizzati tra il 2006 e il 2010. In serie inoltre sono i trecento pezzi di porcellana dipinta, Clash!, che appaiono come pietre di un antico selciato smantellato – metaforicamente dalla nostra contemporaneità, ma che portano il senso di un ritorno continuo alla storia – che si accostano a Ricomposte tinte, l’installazione di ceramica in serie dell’Accardi. Cosicché la mano dell’artifex nel disegno a matita di Paolini Status quo, sembra condurre ai lavori firmati da Calzolari, come Cantata Bluia del 1999, valorizzandone la forte caratterizzazione ed evocazione tattile, spingendo a quel contatto a cui si alludeva all’inizio. Un percorso quello di “Negative Capability – Paintings” che esibisce le imprescindibili doti comunicative del colore asservito alla forma e al concetto. Morbido e decorativo in Carla Accardi, letteralmente imprigionato e geometrico in Halley, simbolico ed evocativo in Giulio Paolini, offuscato come in un ricordo in Reinhard Mucha, iconico e descrittivo nel duo Chisa & Tkácová, materializzato, quotidiano e poetico in Calzolari.
Davvero significative le esperienze artistiche messe all’attenzione per riconsiderare le funzioni dell’arte. Ad accompagnare la mostra una pubblicazione dei due curatori Bruni e Iovine edita da Silvana Editoriale, che raccoglie testi e interviste agli artisti con approfondimenti oltre il catalogo e che sarà presentata in galleria in autunno.
Cristina Principale
Mostra visitata il 29 agosto 2013
Negative Capability – Paintings
Carla Accardi, Pier Paolo Calzolari, Peter Halley, Reinhard Mucha, Giulio Paolini, Anetta Mona Chisa&Lucia Tkácová
a cura di Lorenzo Bruni e Giovanni Iovane
Galleria Enrico Astuni, Via Iacopo Barozzi 3, 40126 Bologna
Orari: dal martedì al sabato 10 – 13 / 15 – 19, domenica e lunedì su appuntamento
Info: www.galleriaastuni.it – info@galleriaastuni.it