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29
aprile 2010
fino al 9.V.2010 Antroposfera Bologna, Pinacoteca Nazionale
bologna
L’arte si ispira alla scienza. Due diversi sistemi del sapere si interrogano sulle forme della vita. Unite per un mondo migliore. Fra installazioni, blow up ed esseri striscianti...
Quando
l’inflazione del bio, eco e green fa diventare anche le parole a impatto zero,
è bene tornare a porsi le domande più semplici. Come bambini assetati di
conoscenza.
“Che
cosa abbiamo in comune?” Questo il primo fra i tanti interrogativi che aprono la collettiva Antroposfera, grazie alla quale scopriamo che
animali, piante, funghi, batteri e uomini hanno la stessa eredità genetica.
Discendiamo tutti dallo stesso antenato, vissuto 4 miliardi di anni fa. Quindi
tutti gli esseri viventi sarebbero parenti stretti. Anche nel famoso Cantico
delle Creature
San Francesco parla di nostra sorella madre terra. Un legame profondo, che
coinvolge contemporaneamente gallerie e istituzioni museali di tutta Europa,
che si soffermano in particolar modo sulle relazioni tra uomo e animale.
Il
Musée des arts décoratifs di Parigi indaga tale tematica con tessuti e oggetti
di design, mentre Casa Dugnani a Robecco sul Naviglio presenta la collettiva Bestiario e a maggio Umberto Eco inaugura
un ciclo di incontri a Bologna dal titolo Animalia. È per mezzo di questa parentela
che riusciamo a combinare pezzi di Dna alla Frankenstein, creando ibridi e i
cosiddetti Ogm.
Così
si può scoprire che le venature rosse dei petali di un fiore non sono altro che
l’espressione del Dna dell’artista Eduardo Kac inserito nella pianta. Opere
altamente perturbanti quando acquisiamo consapevolezza dell’enorme potere
dell’uomo. “La biosfera assomiglia sempre più a una ‘antroposfera’, perché
sempre più segnata dagli effetti della nostra presenza. Ma non c’è nulla di
strano in questo: ogni organismo cerca di piegare l’ambiente in cui vive alle
sue esigenze”,
sostiene Giovanni Carrada.
Le
conseguenze più aberranti, sull’ambiente e sull’identità, potranno manifestarsi
in un futuro prossimo. Un giorno potremmo davvero trovarci di fronte al frutto
degli incubi della post-umanità di Deitch, prefigurate con rigorosa capacità
descrittiva dalle tredici tavole della sezione “mostri”, tra cui spiccano
quelle di Dürer.
Queste, insieme alle stampe di Domenico Bonavera e ai due calchi in gesso de Gli
Spellati di Ettore
Lelli, integrate
alla mostra già svoltasi a Palazzo Re Enzo.
Ma
non solo genetica. Ogni organismo è legato agli altri da una rete di rapporti
visibili e invisibili e nessuna specie, neppure la nostra, può vivere da sola,
come messo in chiaro dall’installazione Biosphere 06 di Tomas Saraceno.
A
ogni perché vengono offerte le risposte date dall’arte e dalla scienza,
proposte letteralmente come facce della stessa medaglia. Insieme per mostrare
anche la bellezza dell’infinitamente piccolo. Ad esempio con le immagini di Lucia
Covi, a metà tra
grafie optical ed esplicitazioni in vitro del biomorfismo di Kandinsky. O con Alberto Di Fabio, dove i neuroni assomigliano a
grappoli d’uva, ma anche a pianeti e galassie dai colori fluorescenti.
l’inflazione del bio, eco e green fa diventare anche le parole a impatto zero,
è bene tornare a porsi le domande più semplici. Come bambini assetati di
conoscenza.
“Che
cosa abbiamo in comune?” Questo il primo fra i tanti interrogativi che aprono la collettiva Antroposfera, grazie alla quale scopriamo che
animali, piante, funghi, batteri e uomini hanno la stessa eredità genetica.
Discendiamo tutti dallo stesso antenato, vissuto 4 miliardi di anni fa. Quindi
tutti gli esseri viventi sarebbero parenti stretti. Anche nel famoso Cantico
delle Creature
San Francesco parla di nostra sorella madre terra. Un legame profondo, che
coinvolge contemporaneamente gallerie e istituzioni museali di tutta Europa,
che si soffermano in particolar modo sulle relazioni tra uomo e animale.
Il
Musée des arts décoratifs di Parigi indaga tale tematica con tessuti e oggetti
di design, mentre Casa Dugnani a Robecco sul Naviglio presenta la collettiva Bestiario e a maggio Umberto Eco inaugura
un ciclo di incontri a Bologna dal titolo Animalia. È per mezzo di questa parentela
che riusciamo a combinare pezzi di Dna alla Frankenstein, creando ibridi e i
cosiddetti Ogm.
Così
si può scoprire che le venature rosse dei petali di un fiore non sono altro che
l’espressione del Dna dell’artista Eduardo Kac inserito nella pianta. Opere
altamente perturbanti quando acquisiamo consapevolezza dell’enorme potere
dell’uomo. “La biosfera assomiglia sempre più a una ‘antroposfera’, perché
sempre più segnata dagli effetti della nostra presenza. Ma non c’è nulla di
strano in questo: ogni organismo cerca di piegare l’ambiente in cui vive alle
sue esigenze”,
sostiene Giovanni Carrada.
Le
conseguenze più aberranti, sull’ambiente e sull’identità, potranno manifestarsi
in un futuro prossimo. Un giorno potremmo davvero trovarci di fronte al frutto
degli incubi della post-umanità di Deitch, prefigurate con rigorosa capacità
descrittiva dalle tredici tavole della sezione “mostri”, tra cui spiccano
quelle di Dürer.
Queste, insieme alle stampe di Domenico Bonavera e ai due calchi in gesso de Gli
Spellati di Ettore
Lelli, integrate
alla mostra già svoltasi a Palazzo Re Enzo.
Ma
non solo genetica. Ogni organismo è legato agli altri da una rete di rapporti
visibili e invisibili e nessuna specie, neppure la nostra, può vivere da sola,
come messo in chiaro dall’installazione Biosphere 06 di Tomas Saraceno.
A
ogni perché vengono offerte le risposte date dall’arte e dalla scienza,
proposte letteralmente come facce della stessa medaglia. Insieme per mostrare
anche la bellezza dell’infinitamente piccolo. Ad esempio con le immagini di Lucia
Covi, a metà tra
grafie optical ed esplicitazioni in vitro del biomorfismo di Kandinsky. O con Alberto Di Fabio, dove i neuroni assomigliano a
grappoli d’uva, ma anche a pianeti e galassie dai colori fluorescenti.
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iuffrida
mostra
visitata il 22 aprile 2010
dal
27 marzo al 9 maggio 2010
Antroposfera.
Nuove forme della vita
a cura di Giovanni Carrada e Cristiana Perrella
Pinacoteca Nazionale
Via delle Belle Arti, 56 – 40126 Bologna
Orario: da martedì a domenica ore 9-19
Ingresso libero
Catalogo Electa
Info: tel. +39
051420941; sbas-bo@iperbole.bologna.it; www.lascienzainpiazza.it
[exibart]