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fino al 9.XI.2003 Collaudi Bologna, Villa delle Rose
bologna
Che cosa accade quando artisti giovani sono invitati ad abitare uno spazio? In che maniera può avvenire il confronto tra loro? Una mostra collettiva che diventa l’occasione per “collaudare” dei progetti site specific e una villa che si tramuta in “un condominio creativo”…
di Paola Capata
Sono quattordici gli artisti chiamati a far parte della nuova iniziativa del progetto Spazio Aperto coordinato da Dede Auregli della GAM di Bologna. Pensato come un vero e proprio condominio creativo installato temporaneamente in Villa delle Rose, Collaudi, a cura di Marco Altavilla e Daniela Lotta, conduce un’analisi attenta e mirata su due realtà artistiche apparentemente diverse tra loro: l’Emilia Romagna e la Campania. Senza voler essere una mappatura geografica la mostra si è avvalsa di una salda fase progettuale che ha evidenziato consonanze e differenze, ma soprattutto ha reso visibile la capacità degli artisti di rielaborare e pensare lo “spazio espositivo”.
Ciò che cattura l’attenzione dello spettatore è senza dubbio la presenza forte ma equilibrata della pluralità dei linguaggi e i diversi livelli di significato che la fruizione delle opere suggerisce.
Nella video-installazione I take you back to the star, giocata su una doppia proiezione Marinella Senatore utilizza con sempre maggior proprietà gli elementi del linguaggio cinematografico e realizzando un’opera che non fa che confermare la validità della ricerca dell’artista. È di Rossella Biscotti la complessa videoinstallazione Muctar (una proiezione a parete e due monitor) che mescola realtà e finzione. L’artista indaga con cinismo ed ironia il fenomeno dell’immigrazione russa a Napoli, confrontandola con i differenti punti di vista di una condizione culturale e fisica distante e profondamente diversa.
Un forte legame con Villa delle Rose è dato dalla video-installazione site specific di Marina Fulgeri basata, come dice la stessa artista, sullo sfasamento temporale tra un “prima” (la villa vuota) e un dopo (con la presenza delle opere degli artisti). Simone Cesarini sfruttando la scalinata interna della Villa ed ostacolandone l’uso tramite l’inserimento di moduli variabili (che rimandano ad una pista di gare podistiche) realizza una vera e propria “scultura percorribile”; di diverso impatto il progetto di Enrico Morsiani che scardina il significato dell’oggetto domestico per inserirlo in un contesto altro. Ben più invasivo l’interevento di Simone Tosca Jungla! un elaborato wall painting che, benché sottenda una notevole complessità concettuale, si preferisce descrivere con le parole dell’artista: “credi di riscontrare implicazioni concettuali in quest’opera? Non ce ne sono è solo pittura!”.
Dai piccoli disegni del duo Pennacchio Argentato alle grandi tele di Ivan Malerba, per passare all’installazione del collettivo ZimmerFrei e ai lavori degli altri artisti presenti in mostra (Danilo Donzelli, Pino Falcone, Daniele Germiniani, Cristina Rauso, Luca Trevisani), non si può che riconoscere la buona riuscita di un progetto che punta l’occhio sulla nascita di nuova generazione artistica in Italia.
paola capata
mostra visitata il 25 settembre 2003
Collaudi
Villa delle Rose, 228/230 Bologna
A cura di Marco Altavilla e Daniela Lotta
Progetto Spazio Aperto – Galleria d’Arte Moderna di Bologna
Orari: Martedì-domenica dalle 15 alle 19, lunedì chiuso.
Ingresso: Euro 2. Info: info: 051-502859, ufficiostampagam@comune.bologna.itIl catalogo edito Pendragon sarà presentato il 23 Ottobre a Villa delle Rose
[exibart]
davvero bello il lavoro di luca trevisani.
bravo anche simone tosca.
ciao
l
già, bello il lavoro di Tosca. E siccome tempo fa avevo espresso riserve su un suo lavoro isolato, penalizzato anche dalla infelice installazione, colgo l’occasione per fare pubblica ammenda. Tra l’altro mi pare che il suo lavoro sia stato meritatamente tra i più apprezzati.
ma la mostra l’havete vista?
Tanto per aiutare un poveraccio che deve visitare la mostra, la Villa si trova su via Saragozza.