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In perfetta linea con la propria identità di istituzione internazionale culturale e filantropica basata sulla tecnologia, l’arte e l’innovazione, la Fondazione MAST, presenta una doppia mostra dedicata al lavoro e al paesaggio dell’Emilia Romagna. Più di 200 immagini fotografiche compongono il primo progetto espositivo: “Ceramica, latte, macchine e logistica”. Nonostante il titolo poco accattivante, la selezione di opere e la finezza della proposta allestitiva rivelano l’intelligenza del curatore, Urs Stahel, il quale ha saputo declinare al meglio il tema della Via Emilia, che caratterizza la XI edizione di Fotografia Europea 2016, a cui si allinea la mostra.
Alle opere di grandi nomi della fotografia contemporanea, come Gabriele Basilico, si aggiungono quelle di giovani artisti emiliani per indagare, attraverso il filtro estetizzante della macchina fotografica, le trasformazioni del paesaggio emiliano in relazione all’evoluzione manifatturiera, industriale ed economica, lungo una narrazione che dura quasi un secolo.
Così la British American Tobacco di Basilico sembra uno degli ingranaggi ad alta definizione di Charles Sheeler, le fabbriche di Guido Guidi assomigliano alle periferie industriali di Mario Sironi, il Magazzino Moderno di William Guerrieri invita alla contemplazione di una serialità che si fa pattern decorativo, le immagini della Galleria Naturale di Bas Princen diventano monocromi quasi pittorici. Contemporaneamente raccogliamo brani della storia e della vita dell’economia regionale: i “sussurratori” di Marco Zanta testimoniano l’antico – e tuttavia ancora in uso – metodo di contrattazione del prezzo al mercato, le Donne di William Guerrieri ricordano le lotte per i diritti di genere delle giovani romagnole, il Ritratto di operaio di Enrico Pasquali, traccia un profilo della classe operaia emiliana degli anni Cinquanta. Una narrazione intensa e variabile, tra reportage ed estetica pura, per raccontare la storia di un territorio e contemporaneamente elevare all’Olimpo dell’arte l’industria e la tecnologia, con tutte le contraddizioni che naturalmente ne derivano. Ad arricchire l’universo dell’immagine e della storia dell’Emilia, alcuni frame dal film Il deserto rosso di Michelangelo Antonioni e i video di Tim Davis, William Guerrieri e Lewis Baltz (quest’ultimo riflette sul parallelismo tra sviluppo economico e dibattito politico). Da citare anche il reportage di Simone Donati sui riti collettivi italiani e, last but not least, La Via Emilia è un aeroporto di Franco Vaccari, il quale ragiona su come l’arteria stradale che taglia la regione sia contemporaneamente importante via di comunicazione e luogo di lavoro delle prostitute.
L’altra faccia di Ceramica, latte, macchine e logistica è l’esposizione di 35 volumi su ambienti, contesti e realtà dell’Emilia Romagna, messi a disposizione da Linea di Confine. A completare l’offerta culturale del progetto, fruibile gratuitamente fino a settembre, la proiezione continua del documentario Le radici dei sogni – L’Emilia Romagna tra cinema e paesaggio, girato nel 2015 da Francesca Zerbetto e Dario Zanasi: un viaggio nei paesaggi della regione che è stata protagonista di alcuni tra i più importanti registi del cinema italiano e internazionale.
Jessica Bianchera
mostra visitata il 23 maggio
Dal 4 maggio al 11 settembre 2016
Ceramica, latte, macchine e logistica. Fotografie dell’Emilia Romagna al lavoro.
Fondazione Mast
Via Speranza 40/42
40133 Bologna
Orario: da martedì a domenica dalle 10.00 alle 19.00
Info: www.mast.org