23 febbraio 2011

fino all’8.III.2011 Candida Höfer Bologna, Galleria Marabini

 
Il connubio tra fotografia e architettura. La centralità dello spazio e la presenza/assenza dell'uomo. A Bologna la poetica di Candida Höfer, artista alla ricerca del genius loci...

di

La trasformazione dello spazio in immagini, la metafisica
celebrazione del silenzio, la tensione verso l’assoluto architettonico. Questi
i tratti distintivi che connotano la poetica della fotografa tedesca Candida Höfer (Eberswalde 1944, vive a Colonia), “antropologa delle architetture”, “documentatrice del paesaggio industriale”,
esponente d’avanguardia della Scuola di Düsseldorf e artista di spicco nel
panorama contemporaneo.

Nove
ritratti fotografici di eccelsa raffinatezza e ad alto impatto evocativo
costituiscono il nucleo della personale realizzata in collaborazione con gli
architetti berlinesi Wilfried e Johannes
Kuhen & Simona Malvezzi
. L’esposizione rientra in un progetto di più
largo respiro, Candida Höfer Projects:
Done
, mostra itinerante esposta tra il 2002 e oggi in spazi prestigiosi
dell’arte contemporanea europea, quali il Museum Morsbroich a Leverkusen, il
Museo de Arte Contemporáneo
de Vigo e il Centro Andaluz de Arte Contemporáneo a Siviglia.

Candida Höfer - Binding Brauerei Kassel I - 2004 - c-print - cm 152x152 - courtesy Galleria Marabini, Bologna-Milano
Il
distacco critico e il rigore formale, la meticolosità nel cogliere i dettagli,
la totale assenza di ritocchi artificiali e digitali, la “disumanizzazione” che
permea la fotografia architettonica rientrano nella lezione principale mutuata
dai coniugi Bernd e Hilla Becher, ma
Candida Höfer si distacca dalla Kunstakademie di Düsseldorf
creando uno stile del tutto personale. L’obiettivo della fotografa ritrae
generalmente interni di musei, palazzi storici, biblioteche, chiese, fabbriche
dismesse. Questa volta, soggetto della ricerca artistica è la Binding Brauerei,
convertita in spazio espositivo da Kuhen Malvezzi in occasione dell’evento
internazionale d’arte contemporanea Documenta
11
, che si è tenuto a Kassel nel 2002.

Le
inquadrature frontali, le riprese col banco ottico, le immagini in grande
formato costituiscono la cifra stilistica delle opere fotografiche di Candida Höfer, ma
la perfetta visuale prospettica degli spazi vuoti e la luce naturale che
cristallizza la dimensione temporale in un eterno presente sono indubbiamente
gli elementi più eloquenti del suo percorso artistico.

Candida Höfer - Julia Stoschek Collection Düsseldorf IV - 2008 - cm 85x84,4 - courtesy Galleria Marabini, Bologna-Milano
La
pressoché totale assenza di movimento e di figure umane porterebbero a rilevare
un’oggettività dello sguardo che in realtà è solo formale. La disumanizzazione
angosciante dei ritratti fotografici ha una sua motivazione precisa: secondo
l’artista, le presenze umane “sono una
distrazione alla visione dello spazio
”. Ma, in realtà, Candida Höfer è un’”esploratrice dell’assenza umana” che riesce a cogliere la presenza
indiretta dell’uomo, artefice di spazi d’uso che testimoniano il comune vivere
sociale e politico. Come sostiene Ludovico Pratesi, Candida Höfer è “un’artista
in cerca del
genius loci”.

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dal 28 gennaio all’otto marzo 2011

Candida Höfer – Kuehn Malvezzi

Galleria
Marabini

Vicolo della Neve, 5 (zona Saragozza) – 40123 Bologna

Orario: da martedì a sabato ore 10.30-13 e 15-19.30 o su appuntamento

Ingresso libero

Info: tel. +39 0516447482; fax +39 0516440029; desk@galleriamarabini.it ; www.galleriamarabini.it

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