Tre artisti sono stati invitati dall’Associazione Linea di Confine a fornire differenti sguardi sui processi di cambiamento territoriale collegati alla costruzione della linea alta velocità Bologna-Milano.
Massimo Sordi (Nervesa della Battaglia, Treviso, 1965; vive a Castelfranco Veneto e Cesena), in
Osservatorio su Rubiera, attraverso il gioco del bianco e nero documenta le modificazioni che la linea ad alta velocità ha prodotto sulla viabilità locale -in particolar modo nel borgo di Fontana, dove un cavalcavia è stato completamente raso al suolo- mostrando la percezione del paesaggio nel momento stesso del suo cambiamento. Sordi parte dalla campagna e lì rimane, cogliendo un senso di sospensione e fragilità con una bicromia sporca, che rende bene l’idea dell’offuscamento della polvere sedimentata sui campi e gli oggetti circostanti i cantieri.
Lo sguardo di
Vittore Fossati (Alessandria, 1954), seguace di
Luigi Ghirri, è in
In riva ai fiumi, vicino ai ponti. Il paesaggio fluviale del Po e del Taro, punto chiave e luogo simbolico per la cultura italiana, diviene spunto per una ricostruzione etica del senso di cambiamento e di appartenenza al luogo. I ponti in costruzione e i viadotti si stagliano fra le nebbie acquose del fiume, insieme alle persone che vi abitano, costruendo un paesaggio familiare e mutevole al tempo stesso, disegnando uno spazio fragile e indefinito -determinato dalle piene- accanto allo scorrere del fiume. L’esplorazione paesaggistica assume dunque per Fossati un carattere affettivo e soggettivo, nel momento in cui recupera una vicinanza con i luoghi e le persone di un suo passato abitare. Le fotografie, estremamente leggibili come “cartoline”, contribuiscono a intrecciare l’immaginario personale a quello collettivo, immagini del passato con quelle del presente, soggetti familiari a scarti poco visitati del territorio.
Tutt’altra poetica è quella di
Bas Princen (Paesi Bassi, 1975), giovane fotografo e designer di punta della scena olandese, che in
Galleria naturale descrive corridoi, ponti, viadotti e gallerie artificiali in fase di realizzazione, legati alla linea veloce bolognese, prodotti della tecnologia ingegneristica e chiamati dai progettisti “
works of art”. Il suo lavoro è indice di riflessione su come la tecnologia sia ormai diventata una parte “naturale” del nostro mondo e di come l’alta velocità implichi di fatto uno sviluppo culturale di ampia portata. Focalizzandosi su alcuni dettagli, come l’accumulo di materiale protetto da teli, i buchi scavati nelle rocce, le escavazioni, la stabilità del suolo, Princen mostra come i tunnel scavati nella roccia diverranno il nostro nuovo habitat naturale.
Alle tre personali si unisce il prestigioso premio fotografico under 35
Atlante italiano 007 rischiopaesaggio. Tra i quindici finalisti, fra abusivismo, racconto e antispettacolaritĂ , alcune sorprese interessanti, come il vincitore
Marcello Mariana, che fotografa il paesaggio alpino nella sua solennitĂ ed eleganza con un codice minimo;
Michele Cera, che sottolinea l’abbandono senza alcuna retorica; e
Claudio Gobbi, giĂ finalista del premio Aletti, con un singolare omaggio a
Carlo Mollino.