L’
exhibition è solo la ciliegina. La torta è
Direct Digital, trenta giorni per una manifestazione ricca di eventi e incontri, suddivisa in cinque sezioni: Live Media, Workshop, Cinema, Contest e, appunto, Exhibition.
Ingredienti principali, i bit. Presenti in ogni ambito creativo i computer, oltre a menti artisticamente dotate, perlopiù conosciute e internazionali. Aromi naturali e artificiali non indugiano nel dispensare sapore e struttura: collaborazioni, contributi, patrocini, partner e sponsor a go-go. Quasi una torta nuziale, una chip-ricetta da spiare. Come dire, divertimento assicurato per tutti. Artisti evergreen, selezionati con cura, si alternano a partecipazioni meno ricercate dagli art-addicted più puri e sistema-ti.
Due le sedi speciali della mostra: il piano terra dell’ex Ospedale restaurato di Sant’ Agostino a Modena e Palazzo dei Pio a Carpi.
Territorialmente favorita dai visitatori locali, l’installazione dei giovani creativi dello Ied Arti Visive di Milano, opera circolare immersiva a 360 gradi. Una sorta di percorso visivo che diverte e affranca lo spettatore. Un vivace intreccio fra riconoscibili scorci modenesi e alcuni brevi racconti consumati fra la notte e il giorno.
Altra top ten fra i visitatori è l’ambiente sensibile del
Piccolo Principe di
Takahiro Matsuo, organismo tecnologico in cui lo spettatore, semplicemente, può prendere una pallina luminosa e collocarsi fra due teli da proiezione. Magicamente, il movimento del corpo fa comparire e scomparire immagini delicate, dolci melodie, bei colori. Davvero
nel bel mezzo dell’unica festa che non dovrebbe mai finire.
Senza effetto sorpresa e forse per questo sempre molto emozionanti il video
The Lowers di
Bill Viola, le proiezioni ripartite e infrante di
Tony Oursler, le assenze musicali di
Sam Taylor-Wood, i tempi silenziosi e immobili di
Andy Warhol, le matasse danzanti di
Gina Czarnecki.
Apprezzata anche da chi sa poco d’arte ma ama i Blur, la sobrietà ammiccante di
Antonia con scialle giallo di
Julian Opie. Volti conosciuti compaiono in
Strategie de la rupture di
Heinrich Gresbeck, dove dialogano su fronti opposti Enrico Ghezzi su Rai 3 e Robert De Niro in
Taxi Driver. Impossibile dire
potevo farlo anch’io davanti al ritratto olografico della Regina d’Inghilterra di
Chris Levine, o nel bel mezzo dei dispositivi intelligenti di
Kenichi Okada.
Un momento pop a parte nell’evento carpigiano meritano le opere vincitrici del concorso d’idee
Digital Direction realizzate in digital version, re-interpretando alcune importanti opere di
Mimmo Rotella.
Arte, musica, cinema, interattività: uno scenario digitale ben organizzato, tutt’altro che algido e meccanico. Una piattaforma che non smette di tradurre informazioni mentre genera energia positiva.