Moving Forward è stato l’assaggio del Festival
Futuro Presente / Present Continuous, che vedrà Faenza protagonista dell’arte contemporanea nel prossimo maggio. Curatori, artisti e professionisti dell’arte si sono incontrati lo scorso 6 ottobre per condividere impressioni sulla condizione di sospensione in cui si trova l’arte contemporanea internazionale, immersa nei tentativi di circoscrizione dei teorici, dai quali cerca di liberarsi.
Angela Vettese, Carlos Basualdo e Pierluigi Sacco hanno accolto
Michelangelo Pistoletto, Francesco Bonami, Massimiliano Gioni, Okwui Enwezor, Irene Calderoni, Luigi Fassi e Alessandro Rabottini con l’intenzione di individuare insieme matrici e linee comuni di definizione di questa situazione artistica, che richiede sempre più un allargamento non solo spazio-temporale, ma soprattutto interpretativo.
Presente continuo è stato anche il Festival organizzato dal Cccb di Barcellona lo scorso novembre, che si è voluto definire un processo di investigazione, creazione e diffusione delle trasformazioni artistiche, sociali e tecnologiche di questo presente. Conferenze, workshop ed esposizioni interattive hanno dato vita a una metaforizzazione concreta di quegli stessi aspetti di sospensione, potenzialità e alterazione che hanno tinto gli scambi teorici dei protagonisti dell’evento faentino.
La necessità di mobilità nella trasmissione delle idee e dei saperi come superamento dello sbilanciamento fra l’eccesso di accesso del mondo occidentale alla cultura e il rispettivo deficit di accesso nel sud del mondo, chiamato in causa più volte da Enwezor, trova una sua marca espressiva nella metafora “unificatrice” di spettro elettromagnetico utilizzata dal Cccb. Lo spettro elettromagnetico agisce come condensatore di contenuti e facilita la comunicazione e la ricezione, su cui si basa lo scambio di saperi, uno scambio che per lo stesso Enwezor deve essere agevolato e adattato per sviluppare un modello di formazione artistica totalmente svincolato dalla territorialità.
Così, l’esigenza dichiarata da Gioni di depurare l’arte contemporanea dall’entertainment, in nome di una comunicazione più limpida della soggettività artistica e della pratica curatoriale, si affianca alla tematizzazione dell’arte come strumento di “contro-pubblicità”, su cui si basa la sezione
Nuovo Attivismo del Festival catalano.
Allo stesso modo, la figura dell’attivatore proposta da Michelangelo Pistoletto trova una similitudine con la piattaforma organizzativa del Cccb. L’indagine proposta dal centro spagnolo, infatti, è stata il frutto della pratica di attivatori, figure mediatrici dei ruoli di artista e curatore, che hanno combinato conoscenza a creatività e compromesso sociale, materializzando la risposta alla necessità di soggettività “a tutto tondo”, competenti e flessibili all’interno del mondo dell’arte, che è emersa collettivamente dal dibattito di Faenza.
A questo punto, non si può fare altro che proseguire nell’indagine di questo presente in divenire, avendo acquisito una cassetta degli attrezzi che ci permette non tanto di definire, quanto di individuare e misurare le trasformazioni che stanno circolando in territorio artistico internazionale.
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una giornata assolutamente inutile