22 maggio 2006

resoconto Primavera in Pinacoteca 2006

 
I Musei francesi chiamano all’appello i cugini d’Italia per una serie di eventi aperti al pubblico. E Bologna risponde. Nasce così il programma di Primavera in Pinacoteca 2006. Per restituire alla fruizione collettiva alcuni tra i luoghi più significativi della città…

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Quando si pensa ai funzionari di un’amministrazione locale dei beni culturali, spesso la mente corre ad un’immagine poco edificante di svogliati e demotivati personaggi dalla scarsa potenzialità inventiva, sommersi dalle loro scartoffie. Bologna ha il merito e la fortuna di poter smentire questo luogo comune, vantando una squadra di lavoro coraggiosa, esperta ed altamente qualificata, che, nel solco dell’eccellente operato di figure come Andrea Emiliani, mantiene faticosamente in vita le funzioni della sua gloriosa Soprintendenza.
Qui lavora la Dott.ssa Anna Stanzani, responsabile dell’Ufficio Catalogo nonché dell’attività didattica relativa alle iniziative in questione, per alcune delle quali ha svolto in prima persona il ruolo di cicerone nel corso delle visite guidate, e questo basti a chiarire come la competenza storico-artistica sia primaria caratteristica della formazione sua e degli altri suoi colleghi. Parlando con lei, è subito chiaro come molto si sia dovuto alla buona volontà degli organizzatori di queste giornate bolognesi, nell’adesione entusiasta alla proposta francese de La Notte dei Musei; laddove l’obiettivo principale è stato quello di un ampio coinvolgimento cittadino, complice l’idea dell’apertura serale delle strutture, aperitivo e momenti musicali a fare da piacevoli compagni all’occasione di conoscere meglio i gioielli artistici della propria città.
Come la Dott.ssa Stanzani ci aveva anticipato, questo è stato lo spirito della serata del 20 maggio a Palazzo Pepoli Campogrande, lo storico edificio senatorio di via Castiglione, fronteggiato da Palazzo Pepoli Vecchio, rispettivamente costruiti nel ‘600 e nel ‘300 su commissione della potentissima famiglia Pepoli.
Assolutamente gratuite e aperte a tutti sono state le visite all’impianto decorativo di Palazzo Pepoli Campogrande, ideato dai grandi protagonisti della scena artistica bolognese della seconda metà del ‘600, tra cui Canuti e Crespi.
Palazzo Pepoli, Bologna
I loro affreschi sono stati presentati con il titolo La grande decorazione a Palazzo Pepoli: tra apoteosi ed ironia, per sottolineare come le realizzazioni di Canuti nel barocco salone d’onore, esempio di punta del genere della quadratura, specialità bolognese, siano tese al trionfo celebrativo della casata, mentre quelle di Crespi suggeriscano una più disincantata ironia proprio sul genere dell’affresco encomiastico. Le guide non hanno mancato di fornire qualche gustosa curiosità sulla famiglia dei committenti, sui loro rapporti con i pittori e con gli altri vertici del potere politico italiano dell’epoca: rivive ancora una volta la grande scuola italiana della storia dell’arte, che ha egregiamente chiarito in passato come qualsivoglia opera d’arte o d’architettura non possa essere spiegata al di fuori del proprio contesto complessivo, e dunque sociale, politico, culturale, di produzione. Da non dimenticare l’importante e accurata selezione della quadreria Zambeccari, che essendo esposta nelle stesse sale i cui soffitti sono stati oggetto delle visite guidate, ha potuto essere ammirata da tanti concittadini dell’illustre collezionista che forse ne erano all’oscuro. Va detto che il tutto è stato possibile anche grazie al Ministero per i Beni e le Attività culturali che ha consentito l’apertura notturna sostenendo le spese per lo straordinario dei custodi, e allo sponsor Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con il contributo di Borghi International – trasporti d’arte e Cantina Bentivoglio.
Contemporaneamente sul fronte della Pinacoteca Nazionale un fuori programma: anche se il calendario dell’iniziativa originariamente non lo prevedeva, infatti, la stessa serata del 20 maggio ha visto aperta anche la sede di via Belle Arti. Qui, con la collaborazione di Comitati e Quartieri cittadini, è stato possibile organizzare una visita guidata ai quadri della Pinacoteca, sul tema dell’evoluzione dello sfondo dipinto, dall’oro al paesaggio, Dal fantastico al verosimile. Anche qui, essenziale il contributo di un concerto di chitarra classica per rendere l’atmosfera accogliente, e sfruttare lo spazio espositivo tradizionalmente inteso ai fini di un dialogo interdisciplinare fra le arti.
Queste proposte hanno saputo richiamare l’attenzione e l’amore della cittadinanza su luoghi come Palazzo Pepoli, documento principe della cultura bolognese, situato proprio sotto le due torri, ma che paradossalmente molti non hanno mai avuto modo di visitare; e sulla Pinacoteca, posta nel cuore della antica zona universitaria della città, ma anch’essa troppo spesso defilata rispetto tumulto della vita che le fluisce intorno.
La Pinacoteca Bologna
A questo proposito è d’obbligo accennare anche a parti del progetto svoltesi precedentemente nel periodo aprile-maggio: la serie di appuntamenti Pausa pranzo in Pinacoteca, ad esempio, che ha riscosso molto successo. Si trattava dell’illustrazione guidata di una delle grandi opere conservate nel museo, cui, data l’ora, seguiva un buffet; grande l’affluenza degli studenti, una vera moltitudine in quella zona.
Anna Stanzani si è dichiarata particolarmente soddisfatta “per la partecipazione di molti ragazzi provenienti da facoltà diverse da Lettere o Storia dell’Arte: molti di Ingegneria, Farmacia, Economia”. Si pensa quindi ad una futura riproposizione, magari a cadenza regolare, di quest’idea, che ha coinvolto i giovani in modo semplice ma proficuo; secondo una filosofia del tempo libero, della pausa appunto, che deve essere non mero alienamento in una mensa in attesa della ripresa delle lezioni, ma spazio vitale da riempire di contenuto anche fuori dalle aule.
Il discorso delle fasce di utenza sarà poi alla base delle prossime iniziative, differenziate a seconda del target di pubblico cui dovranno rivolgersi: dai venti minuti della pausa pranzo per avvicinare ogni curioso ai tesori d’arte della città senza troppo impegnarlo, a occasioni più specifiche per gli amatori e gli esperti, ad altre ancora di stampo scientifico per i tecnici del settore.
Questa la causa per la quale ci si può senza dubbio associare all’auspicio finale della Stanzani per l’avvenire: “nuove persone che vengano a lavorare in Pinacoteca”, perché non venga meno quella grande tradizione amministrativa in chiave vitalistica che è sopravvissuta fino ad oggi fra mille difficoltà. Investimento in risorse umane, quindi, indispensabile per raccogliere le esperienze positive del passato e farle rifluire in un contesto di idee sempre nuove.
Non è da meno poi il tema della collaborazione fra musei e istituzioni, che assume importanza nazionale, alla luce di proposte locali, come questa, che hanno dimostrato come sia possibile e anche doveroso riscuotere ampia partecipazione a tutti i livelli, offrendo un servizio di qualità. Si è constatato che il pubblico risponde alla chiamata, e desidera acquisire una maggiore consapevolezza su quello che è il patrimonio storico e artistico delle rispettive città; con questi presupposti la valorizzazione dei beni culturali dovrà essere adeguatamente ripensata per poter funzionare, superando i pur gravi problemi economici. Come a dire, finché c’è vita c’è speranza…

giulia barbieri


Primavera in Pinacoteca 2006. Eventi – visite a tema – conferenze.
Bologna, sedi varie. – Programma completo su www.pinacotecabologna.it


[exibart]

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