Passeggiare insieme a un grafico dev’essere un’esperienza
entusiasmante e sicuramente unica nel suo genere. Come quando la luce viene
filtrata da un prisma, la realtà viene scomposta secondo accostamenti cromatici
affascinanti e imprevedibili. E il fortunato compagno d’avventura, di fronte a
questa gioiosa esperienza sensoriale, non può che tramutarsi in un fanciullino
pascoliano.
Tutto ciò accade con
Cromotuor, progetto espositivo itinerante
che espone le “foto-grafie” di
Simonetta Scala (Bologna, 1956) in tre diversi
momenti e luoghi di Bologna. Un biglietto d’andata per il Messico con
l’associazione culturale Piccolo Formato e lo storico Palazzo Bentivoglio, più
un biglietto di ritorno verso la riviera Romagnola a La Pillola 400.
Le sue creazioni consistono in impaginazioni grafiche di
muri fotografati del Messico e della costa romagnola, sapientemente mixati
insieme a fondi cromatici. Ciò che conta non è il valore estetico del singolo
scatto, ma la relazione reciproca tra i colori e le forme, indagata attraverso
un lavoro d’impaginazione a posteriori, che equivale a un riordino per
accostamenti e contrasti.
L’effetto ottenuto è quello di uno schiacciamento
bidimensionale della realtà, vista appunto secondo la percezione più usuale a
un grafico. Una modalità per fruire la dimensione estetica ed esperienziale
della fotografia, che non descrive, ma funge da atlante cromatico di emozioni,
amplificate grazie a questo accurato e raffinato assemblaggio quasi musivo. Un
riciclo alla seconda di quella tela metropolitana che è il grigio muro della
città. Un risultato che intreccia l’epifanizzazione del viaggio alla
Franco
Vaccari e le
opere astratte di
Marco Casentini, con i reticoli di
Sarah Morris come finestre verso la psicologia
della città.
Al Piccolo Formato le immagini sono state disposte in
sequenza orizzontale, come le pagine scomposte di un diario, ma anche come gli
stessi muri messicani da cui hanno origine. A La Pillola la percezione si
ribalta e alla verticalità della parete si sostituisce un espositore in cartone
riciclato che, alla maniera di un serpente, striscia in lungo per lo spazio. In
questo caso, ai colori brillanti del Messico si alterna l’epitelio estivo della
Romagna, con il suo sapore di mare. Si scopre così la diversità, ma anche la profonda
vicinanza di queste due culture così profondamente influenzate dalla luce.
La visione dl mondo di Simonetta Scala si è inoltre aperta
in una notte di festa durante la
white night di Arte Fiera a Palazzo
Bentivoglio, con proiezioni delle sue opere sulle storiche pareti dell’edificio
cinquecentesco, che ha avuto l’occasione di essere rivalutato anche dalla
stessa cittadinanza bolognese.
Il tour è stato accompagnato anche da piccoli prodotti
editoriali della collana
Souvenir, da cui in realtà nasce l’intera operazione. Dalla
grafica alla mostra. Così Bologna la rossa, imbiancata di neve da un inverno
che non vuol finire, si colora di emozioni.