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Anche quest’anno l’American Academy di Roma si consegna ai suoi artisti in residenza per l’appuntamento di “Cinque mostre”. Ne nascono cinque momenti espositivi molto diversi tra loro, collettivi e monografici. Ma tutti con lo sguardo aperto sul presente. Da una riflessione sul tempo al vissuto che uno straniero ha di Roma. Fino alla rielaborazione della classicità e al nodo della religione

Interpretare il territorio in chiave contemporanea. Questo sembra il progetto speciale per la doppia personale delle due giovani artiste campane, che omaggiano la loro terra -

Lo scorso settembre la storica galleria indiana Chemould Prescott Road di Mumbay ha festeggiato i suoi primi cinquant’anni. Una storia lunga e appassionata, tutta dedicata all’arte contemporanea del Subcontinente e dove hanno esposto i maggiori artisti made in India. Che comincia da una piccola azienda e arriva in un grande spazio nel quartiere Fort. Raccontata qui dalla sua ultima protagonista Shireen Gandhy

La fiamma come metafora dell’energia interiore. Una mostra articolata tra diversi elementi. In bilico tra arte, antropologia e psicologia -

Prima Duchamp, che rivoluzionò l'arte con il “quotidiano”. Poi Warhol, che si fece “macchina”. Ora ci prova il giovanissimo Roberto Fassone, artista in residence in Via Farini, che da oggi presenta alla 17esima edizione del Japan Media Arts Festival, unico progetto italiano selezionato, la sua “sibi”. Di che si tratta? Di un gioco e di un'opera contemporaneamente. Per produrre altre potenziali opere d'arte. Scopritela attraverso le sue parole!

Il titolo completo è “La ragazza con l'orecchino di perla. Il mito della Golden Age. Da Vermeer a Rembrandt. Capolavori dal Mauritshuis”. Ora potete dimenticarlo, perché quello che pare interessare tutti a Bologna non è l'arte, ma il “Grande Evento”. Le file chilometriche, le prenotazioni, gli “indotti”. E poi, dove andrà a finire tutto? Tornerà a casa, dove torneranno anche tutti quelli che si sono messi in fila per guardarla. Senza aver visto nulla

L'America Latina diventa campo di battaglia per quei fotografi che si oppongono ad una visione esotica ed eurocentrica, che riproduce paesaggi e abitanti idealizzati del cosiddetto Nuovo Mondo. Il loro obiettivo è, invece, una fotografia di denuncia, documentaria, antropologica, finanche concettuale, raramente astratta, spesso al servizio della strada, della popolazione emarginata

La Grande Mela è sempre da mordere. Possibilmente in fretta, come fanno i suoi abitanti, che corrono sempre. Alice Schivardi sta per finire una residenza allo ISCP di New York, meta ambita da artisti e curatori. Ha accettato di raccontare ad Exibart vissuti e desideri, un bilancio dell’esperienza. Ragionando per lo più a bordo della metropolitana. In un serrato “a tu per tu” con se stessa

Dopo trecento anni il capolavoro di Raffaello torna nella sua sede originale. La Chiesa di Sant’Anna, a Foligno, si anima di nuovo grazie ad un evento destinato a segnare la storia -