Un Presidente per tutti
L’Italia aspetta il nuovo “capo” della Repubblica. E nel frattempo sui social media spopola un “Magalli for president”, nato da un sondaggio de Il Fatto Quotidiano. Storia di una questione che ridere non dovrebbe fare. Per niente
La leggenda delle religioni ecosostenibili
Due temi bollenti: religione e “green”. Per scoprire, secondo uno studio, che i credo monoteisti hanno alla base il rispetto per l’ambiente. Peccato che all’atto pratico ci sia poco da fare
Università della terza età. Per tutti
Ce ne eravamo accorti da tempo. E probabilmente se ne accorgono, quotidianamente, i più giovani. Un’altra indagine svela la drammatica situazione dell’Università italiana. Governata, diciamolo proprio così, dai vecchi
L’Italia non è più un bel museo
Il Premier Matteo Renzi, al vertice del World Economic Forum a Davos, cercando di parlare di crescita si è tirato la zappa sui piedi: “L’Italia non sarà più solo un bel museo”. Magari lo fossimo sempre stati! E invece, dopo tutte la parole per la cultura, la lezione non pare ancora imparata
I soldi che non hanno valore
Se il mondo si spacca in due con qualcuno che possiede da solo tutta la somma suddivisa tra gli altri, cosa succede? A margine di quella che è stata definita “ineguaglianza globale”. Con un finale che non vuole essere tragico, ma più realista – e umano – delle soluzioni delle agenzie di rating e affini
Chi ha paura del cartellone
A Londra da qualche settimana cartelloni misteriosi alle fermate dei bus e in metropolitana. Sono aforismi a sfondo sociale e politico pubblicati dal giornale anarchico Strike! Ma la redazione prende le distanze. Cosa significa?
Charlie spacca il mondo
No, non stiamo ancora parlando della mattanza parigina, ma di come questo fatto che ricorderemo a lungo sta dando luogo a un nuovo, e complicato, cambiamento globale. Generando ancora più conflitto, se possibile. Con l’aggravante dell’accanimento, della paura, e con il nuovo sospetto di “un’esagerazione”
Architetture velleitarie
Jean Nouvel, a Parigi, diserta l’opening della sua “Filarmonica” al Parc de la Vilette, emblema di ritardi e costi lievitati. Un’altra occasione per riflettere sul potere seduttivo di progetti che poi, all’atto pratico, sembrano decisamente poco funzionali per la nostra epoca
Chi ha paura della critica?
L’affascinante figura del curatore sembra essere ormai tramontata, nei mestieri alla moda dell’arte. Quindi, per contrappasso, il critico d’arte è morto. Soprattutto se ora la lettura dell’opera può farla un software. O no?