Manca pochissimo all’inizio della 76ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (28 agosto – 7 settembre 2019) diretta anche quest’anno da Alberto Barbera, organizzata dalla Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta e il Lido è come ogni anno in gran fermento. Quasi completamente ultimate le strutture temporanee, addobbi compresi, rispolverate le sedi di sempre, già aperto l’ufficio per il ritiro degli abbonamenti, degli accrediti, dei permessi per poter ormeggiare la barca ancora sotto casa malgrado “el se drio a ‘rivar Mattarella” atteso per la serata inaugurale (ma ora sostituito con tre ministri dato le consultazione per il nuovo governo al Quirinale) o poter invece parcheggiare la macchina nelle piccole vie messe in sicurezza accanto al Palazzo del Cinema “perché con sto terrorismo non se sa mai.” Il fermento è contagioso e anima di buon umore i commercianti, i ristoratori, gli albergatori, tutti quelli che si affittano le case a peso d’oro e naturalmente i cinefili locali, che qui sono più di quanto si possa immaginare.
Da ieri è arrivata la stampa internazionale al gran completo. La Giuria internazionale sarà presieduta dalla regista argentina Lucrecia Martel. Dopo la serata inaugurale con Catherine Deneuve e Juliette Binoche, sono attesi divi e dive come Antonio Banderas, Gael Garcia Bernal, Penelope Cruz, Robert De Niro, Jonny Depp, Louis Garrel, Scarlett Jhoansson, Brad Pit, Meryl Streep, Tommy Lee Jones, Kristen Stewart, tanti artisti italiani, naturalmente e molti altri. I Leoni alla carriera quest’anno sono due: Pedro Almodovar e Julie Andrews (l’indomita tata Mary Poppins). Sono stati annunciati anche molti party super glamour, con inviti ambitissimi, tra la magica spiaggia dell’Excelsior, hotel tradizionalmente dedito alla Mostra e numerosi palazzi del centro storico, che si rivelano, come sempre, location molto suggestive e che ospiteranno tra le altre, le feste di Prada, Vogue, Ciack e di tutte le case di produzione dei film in concorso. Non mancano le polemiche per le poche donne registe in concorso (ignobilmente solo due!) e per la presentazione del film di Roman Polanski, regista condannato per violenza su una minorenne e che, non avendo ancora scontato la pena (dal 1977!) ha annunciato di non venire al Lido per paura dell’estradizione. Altra polemica è per la presenza di una nave (appena delineata e con aria vintage in verità) sulla locandina ufficiale della Mostra, visto che qui imperversa la protesta contro l’ingresso in bacino di San Marco delle grandi navi da crociera che minacciano la sicurezza e il futuro della città, problema che nessun governo italiano sembra aver voglia di risolvere.
Perplessità anche per la selezione di film prodotti da Netflix, che a Cannes non passano, ma a Venezia sembra portino bene (l’anno scorso uno di questi ha vinto il Leone d’Oro). La lotta per la conquista dei premi sarà agguerritissima, il programma è come sempre molto interessante in tutte le sezioni, noi qui seguiremo i film in concorso per i Leoni (Venezia76). Evviva la Biennale evviva il cinema d’autore, linfe vitali e concrete per la città d’arte per eccellenza.
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