Nel 2020 il cinema drive-in sembra moderno tanto quanto un treno a vapore, eppure potrebbe essere il modo più giusto per non rinunciare al grande schermo anche ai tempi del Covid-19. Nel mezzo delle difficoltà nascono le opportunità, si sa, e il cinema ha forse scovato la sua grande occasione di rinascita. Il coronavirus è riuscito a mettere in ginocchio un intero sistema produttivo, non risparmiando nemmeno il mondo dell’arte, compresa quella cinematografica. Le sale, come i musei, rimangono chiuse in tutta Italia e sui tempi e, soprattutto, sulle modalità di riapertura i dubbi rimangono difficili da risolvere. Se a giugno riusciremo a ritornare al cinema, lo faremo seguendo rigide norme sul distanziamento sociale, compromesso che non pare allettante né per gli spettatori né per l’industria cinematografica in sé.
Ecco che in questo clima di scontenti, la formula vintage del cinema drive-in è tornata a far parlare di sé, mostrandosi come una possibile opportunità per tutti coloro che non vogliono dover scegliere fra la compagnia e i tanti pollici. E così in Italia i drive-in, non certo numerosi quanto negli Stati Uniti, stanno tornando ad essere un progetto culturale valido dato che, come ha scritto il Wall Street Journal, sono «luoghi che sembrano essere stati fatti apposta per una pandemia globale».
Pensandoci, l’idea è invitante: basterà prendere un’automobile, esibire il biglietto elettronico alla cassa, posizionarsi davanti allo schermo e, perché no, magari ordinare qualcosa da mangiare su WhatsApp. In questo modo le regole sul distanziamento verrebbero rispettate e nel portabagagli si farebbe posto per un’esperienza che, per molti, era perlomeno da provare.
Riflettendoci più attentamente e lasciando da parte le fantasticherie sul viaggio nel tempo, sembra effettivamente difficile che i drive-in possano ricavarsi un posto permanente nel futuro del cinema. La verità è che i drive-in oggi si trovano a dover fare i conti con canali di streaming come Netflix e i grandi schermi super definiti che ormai stanno entrando nelle case di tutti. Ma non solo, finché i cinema veri e propri rimarranno chiusi, questa nuova soluzione dovrebbe accontentarsi di proiettare vecchi film, considerando anche le maggior parte delle nuove uscite sono state rimandate a dopo l’estate. Infine, se vogliamo dirla tutta, non è nemmeno il massimo della comodità appollaiarsi in macchina per due ore durante le afose sere d’estate, con il rischio di dover tenere accesa l’aria condizionata per tutta la durata dello spettacolo.
Insomma, suggestivo sì, fattibile un po’ meno. Le difficoltà della reale riuscita del progetto non sono state celate nemmeno da Francesco Rutelli, presidente dell’ANICA – Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive, che durante un’intervista radiofonica ha sottolineato la natura più che altro simbolica dell’opera precisando che «bisogna fare un accordo con i Comuni, identificando aree molto grandi dove ci siano tutte le condizioni di sicurezza. Si possono studiare varie ipotesi, con automobili distanziate e tutto il resto, ma sarebbe un modo per tornare gradualmente, e prudentemente, a vivere».
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