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Sotto un cielo pieno di elicotteri ma senza pioggia, a terra blocchi stradali e camionette della polizia, in acqua moto e motovedette militari, alcuni ancora impauriti dalla pacifica e civile manifestazione di stamattina degli ambientalisti (approvata da tutti gli attori presenti oggi, compreso quel gran figo di Mick Jagger), dove erano presenti anche 300 attivisti di NO GRANDI NAVI e la protesta dei centri sociali del pomeriggio, la Mostra del Cinema di Venezia, alla presenza del neo e allo stesso tempo “consueto” ministro Dario Franceschini, assegna i Leoni.
È stata una bella Mostra, questa numero 76, piena di pubblico, di critici, di addetti ai lavori, di attori, di stampa, di appassionati soprattutto giovani e giovanissimi; una gara che ha tenuto alta la tensione dell’attesa fino all’ultimo giorno, e questo non è poco. Molti i temi trattati, con una particolare attenzione per le storie di ogni giorno, la difficoltà e la ricchezza dei rapporti umani, i sottintesi politici. Anche se con solo due donne registe selezionate, molte altre componevano e dirigevano le giurie (presidiandone tutte tranne una) e quasi tutti i personaggi femminili arrivavano a vincere nelle storie raccontate dai lungometraggi e nel dimostrare, in altre storie, l’ingiustizia delle discriminazioni di genere.
Citando Wim Wenders “Good film are a pleasure to see. Great films change how we see” e più di un film quest’anno ha contribuito ad aprire le menti di chi è arrivato fin qui.
Inizia lo speciale red carpet di stasera, speciale perché chi è stato richiamato a Venezia, probabilmente è un vincitore. Arriva tra i primi Joaquin Phoenix (Jocker sublime, prenderà la Coppa Volpi?), Barbera, molto soddisfatto (alla sua ultima edizione) e il presidente della Biennale Paolo Baratta (alla fine del mandato anche lui, per fortuna certi pericoli politici li abbiamo, sembra, scampati e il cambio eventuale non sarà l’annunciata tragedia). Meraviglia!!!! vedo anche Luca Marinelli (allora la Volpi la prende lui?) l’indimenticabile, grande, perfetto Martin Eden.
I fan attendono emozionati “Sono queste persone che mi tengono in vita da anni! Le adoro sono i miei angeli custodi” dice di loro Johnny Deep.
La cerimonia inizia con l’introduzione di rito della brava, sorridente e, in queste serate, sempre elegantissima madrina Alessandra Mastronardi. Ecco i primi premi assegnati oggi dai presidenti delle rispettive giurie: Costanza Quatriglio, presidente della giuria Venezia Classici, ha consegnato il premio per il miglior documentario sul cinema a Babenco – Tell me When I die di Barbara Paz. Ricevendo il premio la regista si è scagliata contro la censura brasiliana.
Il miglior restauro è stato giudicato quello di Extase, (1932) scritto e diretto da Gustav Machatý, il film con il primo nudo cinematografico, che ha lanciato Hedy Lamarr.
Tra le ventisei esperienze di realtà virtuale la giuria guidata da Laurie Anderson ha deciso di premiare Daughters of Chibok di Joel Kachi Benson, che parla di donne che da 5 anni cercano in Nigeria le loro figlie rapite; A Linia di Ricardo Laganaro, che parla della paura del cambiamento e The Key di Céline Tricart. “Una chiave significa casa – ha detto la Tricart ritirando il premio – oggi 68 milioni di persone che noi chiamiamo rifugiati non hanno più una casa, ma spesso ne tengono ancora la chiave in tasca, anche se sanno che probabilmente non potranno tornarci mai più. Proviamo a pensare un momento a tutto questo prima di relazionarci con loro”.
Il Premio Opera Prima “Luigi De Laurentis” (due assegni di 50mila dollari l’uno, divisi tra produttore e regista, consegnato dal presidente di quella giuria, Emir Kusturica, va a You will die at 20 del regista sudanese Amjad Abu Alala, presentato alle Giornate degli Autori. “Il mio Paese è senza cinema e quindi nonostante sia vent’anni che vedo in tv la Mostra del cinema di Venezia, non avrei mai potuto immaginare di essere qui”, ha detto il regista.
Premio Orrizzonti: la presidente Susanna Nicchiarelli consegna 7 premi: Miglior cortometraggio a Darling di Saim Sadiq che nel suo discorso racconta di aver molto faticato ad avere il visto per arrivare qui dal Pakistan. Migliore sceneggiatura a Jessica Palud, Philippe Lioret e Diastème, per Revenir; Migliore interpretazione maschile a Sami Bouajila per Un fils di Bik Eneich. Migliore interpretazione femminile a Marta Nieto per il film Madre di Rodrigo Sorogoyen. Il Premio speciale della giuria Orrizzonti va a Verdict di Raymund Ribay Gutierrez; Miglior Regia a Théo Court per Blanco en Blanco; Premio per il miglior film ad Atlantis di Valentyn Vasyanovich che parla di amore e morte ed è contro la guerra.
Lucrecia Martel, Presidente di Venezia 76, sale sul palco invitando i suoi giurati: arriva il momento dei Leoni che sono:
Premio Marcello Mastroianni, migliore attore emergente a Toby Wallac eper Babyteeth della giovane regista australiana esordiente Shannon Murphy.
Premio speciale della giuria a La mafia non è più quella di una volta, di Franco Maresco
Miglior sceneggiatura al regista Yonfan per il film di animazione No 7 Cherry Lane.
La Coppa Volpi per il Miglior attore va a Luca Marinelli (evviva!) per Martin Eden di Pietro Marcello. Lui fa un discorso intelligente e ironico e, visto che Marinelli vince interpretando un marinaio, dedica il premio “a tutte le persone splendide che sono in mare a salvare persone che fuggono da situazioni terribili e per evitare che facciamo figure pessime con noi stessi e con il mondo. Viva l’umanità e viva l’amore”.
La Coppa Volpi per la Migliore attrice va alla bravissima (sempre) Ariane Ascaride per la sua interpretazione in Gloria Mundi, di Robert Guédiguian. Nel discorso dice in italiano che i suoi nonni erano migranti italiani, arrivati in nave a Marsiglia e lei si sente più ricca perchè é figlia di stranieri e nello stesso tempo cittadina francese. Dedica il premio a tutti quelli che “dormono per l’eternità nel fondo del Mediterraneo”.
Leone d’argento per la miglior regia, al regista Roy Andersonn con About Endlessness, regista che torna a Venezia cinque anni dopo il Leone d’oro per Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza
Leone d’argento Gran Premio della Giuria a J’accuse, di Roman Polanski. Ritira il premio la moglie Emmanuelle Seigner senza aggiungere polemiche alla sua personale polemica sulla condanna del marito, già affrontato nella conferenza stampa del film (menomale).
Il Leone d’oro va a Joker di Todd Phillips, la riscrittura del personaggio dei fumetti, reso più realistico e doloroso grazie all’interpretazione magistrale di Joaquin Phoenix, che assiste un po’ contrariato e deluso alla scena, evidentemente sperava nella Coppa Volpi per se stesso.
Tutti, ritirando i premi, ringraziano nell’ordine i genitori, la produzione, i mentori, le mogli, la sorte. Tutti gli occidentali parlano in favore dell’accoglienza agli emigranti, gli altri di censura, mancanza di soldi e impossibilità di movimento.
Da Venezia, anzi dal Lido, è tutto, grazie di averci seguito; speriamo di esservi stati utili, magari per scegliere un film in quelle domeniche di pioggia che, quando vedevamo certi film, abbiamo tanto nominato!
Evviva il cinema, evviva l’arte, evviva la Biennale, evviva Venezia (e qui si dice “e il nostro Leon”)!