26 ottobre 2024

Iddu, Duse e gli altri, nel mondo scenografico di Gaspare De Pascali

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Scenografo e designer visivo di produzioni come Iddu, Concordia, Duse e The Bad Guy, Gaspare De Pascali racconta il suo approccio che fonde artigianato e innovazione

Gaspare De Pascali - Concordia

Cosa accomuna Iddu di Antonio Piazza e Fabio Grassadonia, la serie futuristica Concordia prodotta da Frank Doelger (Game of Thrones), The Bad Guy – la cui seconda stagione è in presentazione alla Festa del Cinema di Roma – e Duse – attualmente in lavorazione – di Pietro Marcello? Il talento di Gaspare De Pascali, scenografo romagnolo di fama internazionale. Diplomato all’Istituto d’Arte, Gaspare arriva a Roma a soli 19 anni. Gli avevano offerto di lavorare in teatro a Milano, ma lui voleva fare cinema.

«L’Istituto d’Arte è stato il mio trampolino di lancio creativo. Lì ho studiato scultura, pittura e architettura. Questa formazione pratica mi ha fornito una base solida per la mia carriera di scenografo e designer di produzione, con un occhio sempre attento ai dettagli e alla composizione visiva». Inizia così la chiacchierata con Gaspare De Pascali, production designer la cui maestria spazia dal teatro, al cinema, a…

Gaspare De Pascali

Come è stato il tuo percorso a Cinecittà?

«Senza alcuna esperienza cinematografica, mi sono presentato a Cinecittà e, incredibilmente, ho superato uno dei migliori colloqui della mia vita. Da lì è iniziata la mia carriera nel cinema, un sogno che è diventato realtà. Avevo con me alcuni disegni e il colloquio si concluse con il solito “le faremo sapere”. Ricevere la chiamata la sera stessa, dove mi dicevano che iniziavo la mattina dopo alle sette, è stata una delle emozioni più forti della mia vita. Lo dico da ragazzo di provincia, che viene da Ravenna, che non conosce nessuno; che cammina con i sogni sotto braccio, con sogni che forse sono più grandi anche di lui. È una delle cose più forti che ricordo.

Prima scultore, poi decoratore e poi progetti sempre più grandi. Lavorare a Cinecittà è stato un sogno che si è realizzato. Poi ricordo un episodio: stavo girando Nine di Rob Marshall, con Nicole Kidman. Il mio inglese era pessimo e dissi: “ok, devo fare qualcosa”. Abbandonai tutto e partii per l’Australia. Quando sono tornato ho ricominciato da zero. Nonostante Cinecittà mi cercasse di nuovo, ho iniziato a lavorare su spot pubblicitari e programmi televisivi, come Italia’s got talent»

Cosa ti appassiona del lavoro di scenografo e production designer?

«La possibilità di narrare una storia attraverso l’ambiente visivo. Le sfide più stimolanti includono la gestione degli spazi e delle risorse per trasformare un’idea creativa in una scenografia visivamente coerente e d’impatto. Venendo dalla scultura, vedo la luce come uno strumento per dare forma e profondità, ed è il punto di partenza per ogni mio progetto».

Gaspare De Pascali – Bozzetto per commercial in Messico

Quali sfide pone l’intelligenza artificiale per uno scenografo?

«L’intelligenza artificiale sta trasformando molti settori, compresa la scenografia. Sebbene possa essere un utile strumento, ciò che distingue un lavoro scenografico è la visione artistica e la creatività che nasce dall’esperienza personale e dalle emozioni, qualità che l’IA non può replicare».

Tua la scenografia della serie TV Concordia. Come hai tradotto in scena una storia così futuristica?

«Concordia è stato un progetto ambizioso e stimolante. Sin dalla lettura della sceneggiatura, ho capito che non si trattava solo di una storia futuristica, ma di una riflessione su una realtà distopica molto vicina alla nostra. La serie è ambientata in un futuro distopico, in cui la tecnologia ha un ruolo centrale nella vita quotidiana, fino al punto di sacrificare la privacy dei cittadini in nome della sicurezza. La città di Concordia è controllata da un’intelligenza artificiale e il design della scenografia doveva riflettere questa dualità: un mondo iper-tecnologico, ma allo stesso tempo profondamente umano.

Ho scelto di adottare un approccio minimalista, con linee pulite e spazi ampi, dove la luce naturale e artificiale gioca un ruolo fondamentale. Inoltre, c’era una forte componente di connessione con la natura, poiché volevamo rappresentare un futuro in cui l’architettura si fonde con l’ambiente circostante. Una delle sfide più grandi è stata quella di creare un’atmosfera coerente con il nord Europa, pur girando gran parte delle scene in Italia in piena estate. Il risultato è stato un mix di tecnologia e organicità che ha contribuito a rendere credibile e immersiva l’ambientazione».

Gaspare De Pascali – Bozzetto per commercial in Messico

Nel film Iddu di Piazza e Grassadonia, la scenografia e la fotografia hanno giocato un ruolo cruciale nel raccontare la storia. Come hai lavorato?

«Lavorare con Fabio e Antonio è coinvolgente. Sono registi che sanno esattamente cosa vogliono. C’è stato un forte scambio intellettuale. Iddu è stato un progetto stimolante, dove la scenografia e la fotografia erano essenziali per trasmettere l’atmosfera surreale e grottesca del film. Il film gioca molto con l’assurdo e con l’inversione delle aspettative e questo si rifletteva anche nelle scenografie. Con Luca Bigazzi, grande direttore della fotografia, abbiamo creato un gioco di luci e ombre per accentuare l’atmosfera alterata del film. Il nostro obiettivo era quello di ridicolizzare, e allo stesso tempo rappresentare, la profondità dei personaggi attraverso le scenografie e l’illuminazione.

Abbiamo sviluppato un linguaggio visivo che accentuava i contrasti tra luci e ombre per rendere i set quasi dei personaggi a sé stanti, capaci di amplificare l’aspetto emotivo della storia. Le scenografie dovevano essere semplici, ma allo stesso tempo evocative, in grado di riflettere la dualità dei personaggi e delle situazioni».

Gaspare De Pascali – Duse

Oltre al cinema, lavori anche in teatro e per Primavera stai lavorando con un grande regista teatrale, Damiano Michieletto, qui alla sua seconda opera cinematografica 

«Il teatro è la mia culla creativa. Nel teatro, la creatività è più immediata e artigianale, mentre nel cinema la preparazione è più complessa, permettendo però una maggiore manipolazione della luce e degli effetti visivi.

Primavera è ancora in fase di lavorazione, quindi non posso dire molto. Micheletto è un regista teatrale di grande esperienza. Questa è la sua seconda opera cinematografica e lavorare con lui è stato interessante, perché ha un approccio visivo che unisce teatro e cinema. È una sfida nuova e stimolante».

Alla Festa del cinema di Roma, ad Alice nella Città, verrà presentato The Bad Guy 2. Cosa possiamo aspettarci?

«Sarà un vero gioiello, abbiamo lavorato tanto, ancora più che nella prima stagione. Abbiamo cercato soluzioni creative nuove e ci siamo divertiti molto nel processo. Sarà una stagione ricca di sorprese, ma non posso svelare nulla!».

Gaspare De Pascali – Iddu

C’è un progetto scenografico che senti particolarmente tuo?

«Secondo me deve ancora uscire. Ora ti direi Duse di Pietro Marcello. È un progetto che mi ha coinvolto profondamente. C’è stato un grande lavoro di squadra e una ricerca visiva particolare che mi ha toccato molto. Ho cercato di essere il più iperreale possibile, cercando sempre di arrivare al cuore delle persone. Iperreale per me significa non cercare necessariamente di essere cinematografico in modo classico. La vita è fatta di asimmetrie, squilibri, sofferenza. Quindi, a volte, il cinema deve avvicinarsi a queste realtà per raggiungere il pubblico in modo più autentico. Spesso mi dicono che sono minimalista, ma io credo che concentrare l’attenzione su ciò che si ha a disposizione e renderlo perfetto sia la chiave».

Gaspare De Pascali – Iddu

Un’anticipazione su Duse?

«Ho visto un premontato e mi sono scese le lacrime, ma non ti posso dire niente. Ti dico solo che è bello. La scenografia ha un ruolo centrale e rappresenta uno dei lavori più intensi che abbia realizzato. È una scenografia dove c’è tanto di mio, ma anche un grande lavoro di squadra con Pietro: navigare nella follia di una costruzione creativa è una delle esperienze di vita più formative che porterò con me».

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