Categorie: Cinema Mostre

Il cinema di Bollywood tra storia, mitologia e superstar: la mostra a Parigi

di - 15 Dicembre 2023

Kollywood, Tollywood, Mollywood, Sandalwood o Bollywood, sono alcuni dei tanti pseudonimi che testimoniano la grande varietà della settima arte in India, ed ecco perché si parla perlopiù di cinema indiani. Grazie a più di 1.500 film all’anno, il subcontinente indiano è considerato il primo produttore cinematografico al mondo e in questa industria il cinema hindi – tra le 23 lingue ufficiali della penisola – è quello più rilevante. In questo ricchissimo contesto si inserisce Bollywood Superstars. Histoire d’un cinéma indien, una mostra notevole, visitabile fino al 14 gennaio 2024 al Musée du quai Branly – Jacques Chirac di Parigi, che tra fonti mitologiche, musica, danza e icone dello star system contemporaneo ripercorre un secolo di cinema indiano di Mumbai (ex Bombay), la città con la più grande produzione cinematografica indiana, ossia Bollywood.

Siamo nel 1896 a Mumba, quando i fratelli Lumière organizzano una proiezione con sei cortometraggi presso l’Hotel Watson. L’India scopre così il cinema ed è subito moda. Sono oltre 200 le opere presentate al Musée du Quai Branly-Jacques Chirac di Parigi, tra cui diversi film che hanno fatto la storia del cinema indiano, ma anche dipinti, figure d’ombra, costumi, fotografie e sculture.

Bollywood superstars. Histoire d’un cinéma indien, veduta della mostra, Musée du quai Branly – Jacques Chirac, Parigi, 2023-2024
Bollywood superstars. Histoire d’un cinéma indien, veduta della mostra, Musée du quai Branly – Jacques Chirac, Parigi, 2023-2024

Il visitatore è accolto in una scenografia labirintica dalle tinte calde, color zafferano e curry, con arcate dorate e percorsi marcati da veli fluidi. Non mancano i ritmi sincopati di musiche popolari dalle sonorità attuali che si associano a danze corali eseguite in palazzi principeschi mozzafiato, un tutto rivelato da immagini di film proiettati su grandi schermi.

Sono i balli e la musica che hanno fatto il successo di Bollywood, e non a caso. Nella cultura indiana queste arti sono intimamente unite fra loro, come nel Kathakali, nel Kerala, una forma rituale di teatro che narra l’epica classica attraverso musica e danza. Sono infatti le epopee del Mahabharata e del Ramayana che hanno ispirato il primo cinema indiano, dove l’attore aveva un ruolo fondamentale e come nel teatro tradizionale, questo interpretando potenti esseri divini era considerato un tramite con gli dei, finanche una manifestazione della bellezza divina. Zeenat Aman, Kamal Haasan, Kajol, Salman Khan, Shahrukh Khan, Madhuri Dixit passando per Aishwarya Rai, Aamir Khan, sino alle nuove generazioni con Ranveer Singh o Deepika Padukone, sono attrici e attori adorati con un fervore unico al mondo.

Bollywood superstars. Histoire d’un cinéma indien, veduta della mostra, Musée du quai Branly – Jacques Chirac, Parigi, 2023-2024
Bollywood superstars. Histoire d’un cinéma indien, veduta della mostra, Musée du quai Branly – Jacques Chirac, Parigi, 2023-2024
Bollywood superstars. Histoire d’un cinéma indien, veduta della mostra, Musée du quai Branly – Jacques Chirac, Parigi, 2023-2024

A documentare questo attore-divo e i tantissimi fan club che li celebrano, troviamo, qui For the love of man (2015), un film di Rinku Kalsy. Un altro parallelismo tra teatro e cinema? Nel 1913, Dhundiraj Govind Phalke girò il primo film di finzione hindi a Bombay, Raja Harishchandra, dove i ruoli femminili erano interpretati da uomini, come ad esempio nel Kathakali. Annā Sālunke, un attore, divenne la prima eroina del cinema indiano interpretando il ruolo di Rani Taramati nel lungometraggio di Phalke.

Non mancano certo le lanterne magiche che di città in città portano immagini animate che incarnano gli dei avvicinandoli così alla popolazione. Se da una parte si è travolti da questo flusso di immagini e suoni dall’altro il percorso traccia la storia del cinema in maniera cronologica e creando interessanti parallelismi con l’arte pittorica, scultorea, la religione, il mito e la storia.

Bollywood superstars. Histoire d’un cinéma indien, veduta della mostra, Musée du quai Branly – Jacques Chirac, Parigi, 2023-2024
Bollywood superstars. Histoire d’un cinéma indien, veduta della mostra, Musée du quai Branly – Jacques Chirac, Parigi, 2023-2024
Bollywood superstars. Histoire d’un cinéma indien, veduta della mostra, Musée du quai Branly – Jacques Chirac, Parigi, 2023-2024

Julien Rousseau e Hélène Kessous, i curatori della mostra, hanno messo al centro del percorso due generi, quali il film mitologico e quello storico. Perché? I film storici non hanno rivali al botteghino indiano, vedi Mughal E-Azam (1960), che è rimasto il film di maggior incasso per quindici anni. Diretto da Kamuddin Asif, il film narra la storia di un amore impossibile tra Salim, principe Moghul, e la ballerina di corte, Anarkali. Immortalato dal Taj Mahal, l’impero musulmano Mughal, un periodo di grande prosperità e tolleranza, che ritroviamo anche nelle gesta di cavallereschi guerrieri in film dai costumi sfavillanti.

Non solo la grande storia ma anche il cinema d’autore. Un intermezzo dedicato al regista Satyajit Ray e al cinema sociale, fa da contrappunto per evocare la diversità del cinema indiano, troppo spesso ridotto all’industria commerciale di Bollywood. Ray è un’icona del cinema d’autore, l’archetipo del genio cinematografico, al quale i giovani registi guardano come a un modello.

Bollywood superstars. Histoire d’un cinéma indien, veduta della mostra, Musée du quai Branly – Jacques Chirac, Parigi, 2023-2024
Bollywood superstars. Histoire d’un cinéma indien, veduta della mostra, Musée du quai Branly – Jacques Chirac, Parigi, 2023-2024
Bollywood superstars. Histoire d’un cinéma indien, veduta della mostra, Musée du quai Branly – Jacques Chirac, Parigi, 2023-2024

Scopriamo attraverso estratti filmici di grandi maestri quali Mehboob Khan (1907-1964), Bimal Roy (1909-1966), Raj Kapoor (1924-1988) o Guru Dutt (1925-1964) che il cinema hindi conosce la sua età d’oro tra il 1940 e il 1960. Lungo l’esposizione troviamo preziosi oggetti della collezione del Musée du Quai Branly – composta da sei collezioni che coprono Africa, Asia, Oceania, Americhe, e da archivi fotografici e storici – che qui illustrano ad esempio il concetto di darshan, centrale nelle arti religiose indiane, vedi la Pittura del tempio (pichvai), L’offerta della “montagna di cibo” (Annakuta) a Krishna Shri Nathji. Si tratta di un dipinto su tela di cotone del XIX secolo in dialogo con un estratto dal film Kabhi Khushi Kabhie Gham (La famiglia indiana) di Karan Johar del 2001, che presenta una puja, un’offerta agli dei durante la festa delle luci di Diwali. Questo celebre film, tra le produzioni con maggior incasso dell’industria di Bollywood, chiude questo percorso imperdibile.

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