“All the Beauty and the Bloodshed”, il documentario di Laura Poitras incentrato sulla vita di Nan Goldin, sulla sua arte radicale e sulle sue lotte sociali, è stato selezionato nella shortlist dei 15 titoli finalisti agli Oscar 2023, nella categoria relativa. Uscito all’inizio di quest’anno, il film è stato accolto positivamente dalla critica e ha già vinto il Leone d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia. Alte le sue possibilità anche agli Oscar: la regista Laura Poitras ha già vinto una statuetta d’oro di categoria nel 2015, con “Citizenfour”, documentario incentrato sullo scandalo spionistico della NSA denunciato da Edward Snowden.
In “All the Beauty and the Bloodshed”, viene raccontato l’impegno senza filtri di Nan Goldin contro la filantropia tossica di molte istituzioni museali internazionali, invischiate in rapporti ambigui con società dagli interessi tutt’altro che limpidi. Tra queste, la Purdue Pharma della famiglia Sackler, casa farmaceutica produttrice dell’Oxycontin, un farmaco a base di ossicodone che ha causato la morte di migliaia di persone solo negli Stati Uniti, dove la questione ha assunto le proporzioni di una enorme strage. Goldin, nelle sue serie fotografiche esposte in tutto il mondo, ha raccontato la vita ai limiti e ai margini di individui con problemi di tossicodipendenza, provati in prima persona, sulla propria pelle. Negli ultimi anni, la sua lotta contro la filantropia tossica è stata senza quartiere e, insieme al collettivo PAIN da lei fondato, ha organizzato manifestazioni di protesta in musei come il Louvre di Parigi e il Metropolitan di New York, ottenendo risultati clamorosi.
Per raccontare questa storia che si intreccia con la biografia, Laura Poitras mette in primo piano proprio la “Ballad of Sexual Dependency”, famosa serie di immagini scattate da Goldin tra il 1979 e il 1986 che documentano la scena musicale e artistica di New York, la sottocultura gay e dell’eroina della Bowery e le vicende personali e sentimentali della stessa fotografa. Ma sullo schermo scorrono anche gli altri corrosivi progetti di Nan Goldin, come “The Other Side”, “Sisters”, “Saints and Sibyls” e “Memory Lost”, esposti in mostre memorabili.
Il 21 dicembre, l’Academy of Motion Picture Arts and Sciences ha rivelato i film selezionati per gli Oscar in dieci categorie. Tra gli altri film nominati, alcuni riguardano le arti e alla cultura, come “Moonage Daydream” (2022), un documentario di filmati d’archivio su David Bowie diretto da Brett Morgen, e “Hallelujah: Leonard Cohen, a Journey, a Song” (2022), un film sul defunto poeta, cantante e cantautore canadese co-diretto da Dan Geller e Dayna Goldfine.
Poca gloria per gli italiani. “Nostalgia”, di Mario Martone, non concorrerà all’Oscar per il miglior film straniero ma nella shortlist dei cortometraggi in live action c’è “Le Pupille” di Alice Rohrwacher, presentato in anteprima a Cannes e uscito su Disney+ il 16 dicembre.
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