Sarajevo dâestate, il sole fisso in cielo e una temperatura mite, di giorno, intorno ai 25 gradi. Ci sono i turisti sparpagliati per le strade, si affollano rumorosi tra le ferite della capitale. Tappa al War Childhood Museum, al famoso tunnel per fuggire agli attacchi dei serbi, al villaggio olimpico abbandonato, con le gloriose piste sul monte TrebeviÄ trasformate in un cimitero spettrale. Poi un appuntamento ricorrente, giunto questâanno alla sua 29esima edizione: Ăš il Sarajevo Film Festival (dallâ11 al 18 agosto), uno dei piĂč conosciuti film festival nel sud-est europeo. Il film KISS THE FUTURE dĂ il segnale del via allâedizione 2023: diretto da Nenad ÄiÄin-Ć ain e proiettato nellâambito del programma Open Air, racconta «la sfida in mezzo allâassedio di Sarajevo degli anni â90», dove «una comunitĂ clandestina usa la musica e lâarte per cambiare e attirare lâattenzione del mondo». CosĂŹ incredibilmente attuale.
Facciamo un passo indietro. 1995, siamo verso la fine dei quattro anni di assedio di Sarajevo; lâObala Art Centar dĂ vita al Sarajevo Film Festival, i suo obiettivo Ăš quello di «contribuire alla ricostruzione della societĂ civile e di conservare lo spirito cosmopolita della città ». Oggi, a distanza di due decenni, il Sarajevo Film Festival Ăš il principale festival cinematografico della regione, riconosciuto sia dagli addetti ai lavori sia dal pubblico a piĂč ampio raggio. I cinefili, gli amatori, specialmente se a interessarli sono le dinamiche dellâEuropa sud-orientale, dallâAlbania allâArmenia allâAustria, passando attraverso Azerbaigian, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Cipro, Grecia, Georgia, Ungheria, Kosovo, Macedonia, Malta, Moldavia, Montenegro, Romania, Serbia, Slovenia, Turchia, Ucraina. «In un territorio emergente di oltre 140 milioni di abitanti», spiegano gli organizzatori, «il Sarajevo Film Festival funge da piattaforma comune per le imprese cinematografiche di tutta la regione, stabilendo gli standard futuri nellâorganizzazione dei festival, nella promozione e nella presentazione dei film nellâEuropa sudorientale».
E arriviamo cosĂŹ diretti allâedizione numero 29, con i 49 titoli dei quattro concorsi (feature, documentary, shorts e student films), di cui 22 anteprime mondiali, 2 internazionali, 22 regionali e 3 nazionali. Solo per rendere lâidea: il processo di selezione, supervisionato dal direttore creativo Izeta GraÄeviÄ, ha visto la partecipazione di 935 film in totale, di cui 200 lungometraggi di finzione, 235 documentari e 500 cortometraggi e film studenteschi. Buona la rappresentanza italiana, con 14 film suddivisi tra le varie categorie. Segnaliamo, tra gli altri, Come Pecore in Mezzo ai Lupi di Lyda Patitucci (sezione Special Screenings), Disco Boy di Giacomo Abbruzzese (Kinoscope), La Chimera di Alice Rohrwacher (Summer Screen), Il Compleanno di Enrico di Francesco Sossai (European Shorts), Le Variabili Dipendenti di Lorenzo Tardella (Passaggi dâAutore Presents), Maestrale di Nico Bonomolo (Passaggi dâAutore Presents), Reginetta di Federico Russotto (Passaggi dâAutore Presents), Tria â Del Sentimento del Tradire di Giulia Grandinetti (Passaggi dâAutore Presents).
Dal 1995, oltre 100.000 amanti di film affollano la capitale della Bosnia-Erzegovina per assistere alle proiezioni, lĂŹ dove lâOvest incontra lâEst. Lâedizione 2023, a giudicare dallâaffluenza a Sarajevo, sembra non fare eccezione. Buon festival.
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