In occasione di Secret Florence, progetto organizzato dall’Estate Fiorentina e giunto alla sua settima edizione, il festival di cinema e arte contemporanea Lo Schermo dell’Arte ha presentato tre brevi film del regista armeno Sergei Parajanov. Le tre pellicole sono state riscoperte e restaurate da Daniel Bird, direttore del progetto per la valorizzazione dell’eredità cinematografica della Transcaucasia e dell’Asia centrale Hamo Bek-Nazarov e co-fondatore della società di produzione e post-produzione Acid Pictures.
Presentando il progetto di restauro e la sua lunga ricerca sull’opera di Parajanov, Bird pone l’accento sulla necessità di riscoprire e mettere in risalto quella produzione cinematografica non occidentale e ancora poco conosciuta. I tre film, ritrovati all’interno del Gosfilmofond, fondo statale nazionale destinato alla salvaguardia, conservazione e diffusione del patrimonio cinematografico russo, sono stati digitalizzati e restaurati e in seguito acquisiti nelle collezioni del Centre Pompidou di Parigi e del MoMA di New York.
Le tre pellicole sono perfette rappresentazioni dell’estro del regista armeno e dei cambiamenti avvenuti nel passaggio dalla sua produzione più giovanile, di cui fanno parte Kyiv Frescoes (1966) e Hakob Hovnatanyan (1967), a quella più matura con Arabesques on the Theme of Pirosmani (1985). Considerato uno dei più grandi maestri del XX secolo e conosciuto principalmente per il suo film del 1969 Il colore del melograno, Sergei Parajanov rimane ancora oscuro ai più e la sua produzione in gran parte introvabile e dimenticata. Restaurando questi brevi film Daniel Bird auspica una riscoperta dell’opera omnia di Parajanov da parte del grande pubblico, ma soprattutto un riconoscimento del valore del regista, che da vivo ha ricevuto più critiche che lodi.
Delle tre pellicole che Daniel Bird ha restaurato e proposto per il Cinema La Comapagnia, Kyiv Frescoes è forse quella più interessante per il racconto storico e le vicende che la riguardano. Se Hakob Hovnatanyan e Arabesque on the Theme of Pirosmani sono brevi omaggi a pittori armeni, Kyiv Frescoes è ciò che resta di un lungometraggio censurato e in gran parte perduto. Costruito come un affresco storico, il film mette insieme scene diverse accompagnate da una colonna sonora che intreccia melodie pop americane a canzoni dell’Armata Rossa, per raccontare la liberazione di Kiev dai nazisti nel 1945 e la nascita della capitale ucraina. Ciò che resta di Kyiv Frescoes però sono soltanto alcuni frammenti salvati dalla violenta censura, piccole reliquie che raccontano in chiave surrealista un pezzo di storia.
Parajanov è parte della storia del cinema perché il suo cinema racconta la storia, spiega Daniel Bird durante la presentazione dei tre film, e di conseguenza la scelta di restaurare le pellicole e di proiettarle insieme come un unico trittico ha uno scopo ben preciso. Bird sceglie di unire le tre opere come fossero una sola così che, attraverso una visione continua, il pubblico possa comprendere in toto il lavoro e la ricerca del regista. Tutti e tre i cortometraggi inoltre mettono in luce le capacità immaginifiche di Parajanov che, a metà fra regia cinematografica e pittura, costruisce scenografie dai toni surrealisti dove ogni oggetto e soggetto perde la sua funzione originaria e diventa parte di una narrazione e di un linguaggio filmico che in queste opere raggiunge una delle sue massime espressioni. Così le scene riccamente decorate di Hakob Hovnatanyan e i colori accesi di Arabesques on the Theme of Pirosmani sembrano provenire da dipinti fiamminghi nei quali le luci, gli oggetti e gli incarnati appartengono a una dimensione altra, quasi fiabesca. In queste sue tele in movimento, dove ambienti e suoni onirici sono una costante, Sergeri Parajanov realizza un gioco cinematografico nel quale la pittura è la sua musa ispiratrice.
Per poter supportare il lavoro di Daniel Bird è possibile donare a favore dell’archivio cinematografico Dovzhenko Centre Ukraine di Kyiv.
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