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Matera Film Festival 2021: intervista al creative director Silvio Giordano
Cinema
La lucana Città dei Sassi è pronta per ospitare anche quest’anno il Matera Film Festival che si terrà dal 2 al 10 ottobre 2021. Al Concorso Internazionale, con le tre categorie di gara del cortometraggio, del lungometraggio e del documentario, si aggiungono diverse novità in questa seconda edizione, all’insegna dell’unione tra vari linguaggi. Una di queste: il dialogo tra il mondo del cinema e quello del fumetto che sarà proposto in un’esposizione, nella cornice del Museo Nazionale di Matera – Palazzo Lanfranchi.
MFF 2021: un incontro tra linguaggi
Presentata dal COMICON, la mostra sarà dedicata all’opera di David Cronenberg, a cui si sono ispirati grandi maestri del fumetto italiano che, per l’occasione, hanno elaborato delle tavole ad hoc. Anche la realtà virtuale avrà il suo spazio grazie alla partnership con Rai Cinema Channel. Invece, in collaborazione con il Salone Internazionale del Libro di Torino, il Matera Film Festival porterà nelle scuole lucane vari percorsi di lettura e critica ragionata sugli adattamenti cinematografici proiettati durante la kermesse.
Così, con il Matera Film Festival 2021 la città si fa luogo di scambio e diventa la scena di un nuovo fermento culturale che mette in connessione personalità artistiche provenienti da diverse parti del mondo. Abbiamo raggiunto Silvio Giordano, creative director e uno dei tre direttori artistici del festival (insieme a Nando Irene e Michelangelo Toma). L’artista potentino ci ha spiegato quali sono le idee alle base del Matera Film Festival, quali sono la mission, lo spirito e le novità di quest’anno, in un’intervista.
Dopo il successo della prima edizione, la Basilicata torna a ospitare quest’evento di rilievo internazionale che è il Matera Film Festival. Quali sono le novità principali dell’edizione 2021?
«Il concetto dell’anno scorso era semplice. Se a Matera girano colossal come 007 No time to die, The Passion di Mel Gibson e di recente un film di Terrence Malick è quasi obbligatorio avere un festival di Cinema in una delle città più belle del mondo. Poi le cose si evolvono e l’anno scorso grazie ad una partnership con Lucca Comics and Games e la Sergio Bonelli Editore riuscimmo ad incanalare il messaggio che Matera non era solo terra di cinema. Oltre che un film, ci si può ambientare anche un fumetto o un videogame. Quest’anno, grazie al salone del Libro di Torino, introdurremo anche una sezione sui libri e, grazie a Rai Cinema Channel, la realtà virtuale. Ci piace miscelare i linguaggi. Anche il concorso è una delle cose principali. Arrivano film e corti da tutto il mondo che plasmano man mano l’immaginario del festival. Abbiamo una giuria molto vasta che comprende nomi come Maria Sole Tognazzi; Igort; Roberto De Feo; Roberta Torre; Paola Squitieri, Michela Occhipinti; Steve Della Casa; Marcello Sannino; Antonio Calbi, Margareth Madè, Silvia Luzi; Anastasia Michelagnoli. In più, il festival aprirà con un concerto del premio Oscar Nicola Piovani».
Ospite d’onore di quest’anno sarà il regista canadese David Cronenberg. Come si relazionerà la sua figura con la programmazione del festival?
«David Cronenberg ha influenzato cineasti e artisti contemporanei di ogni generazione. Le opere di Cronenberg sono una metafora perfetta del nostro tempo: i nuovi virus, gli innesti tecnologici, le mutazioni del corpo. Ogni artista contemporaneo che ha lavorato con queste tematiche è in debito con lui. Proprio per questo chiamare a raccolta artisti, fumettisti e cineasti è stato molto semplice perché in fin dei conti siamo tutti suoi discepoli. Lui è l’opposto della patinatura e del politicamente corretto che propone il cinema mainstream o i canali a pagamento. La mission di un festival come il nostro nasce da veri appassionati di arti visuali ed è necessario far ascoltare le parole del maestro in una vera lectio magistralis aperta al pubblico. Poi, potremo rivivere al cinema una lunga retrospettiva su tutti suoi film. Da Existenz a Videodrome, da Inseparabili fino a La Mosca, in attesa del nuovo film che sta girando proprio adesso con Viggo Mortensen: Crimes of the future. Il Festival aprirà con una mostra in collaborazione con il Comicon di Napoli e vedrà i più grandi disegnatori italiani rendere omaggio alle sue opere con una tavola originale. Parlo di autori del calibro di Tanino Liberatore, Frezzato, Carnevale, Simone Bianchi, Giuseppe Palumbo e altri. Ci piace miscelare fumetto, cinema, gaming e videoarte».
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Capitale europea della cultura nel 2019, sede della scoperta della “Balena Giuliana”, la città di Matera catalizza nuovi interessi nel territorio lucano, mescolando nuove energie con quelle più antiche. In quest’ottica, come si propone di agire il Matera Film Festival?
«Non mi piacciono molto le strategie e le azioni mirate. Credo che questa eccessiva ricerca della società contemporanea di ipotizzare come andrà il futuro non ha portato altro che parole vuote come co-working, processi di comunità e tutta la retorica delle start up. Io credo che prima di quantificare tutto a livello numerico l’uomo debba riscoprire l’intelligenza emotiva e la passione.
Il professor Santeramo della Queens’ University di Kingston (Canada), che fa parte del nostro comitato scientifico, mi ha fatto leggere un testo di David Cronenberg del 2018 dove scrive: “Il pittore Willem de Kooning disse: La carne è la ragione per cui è stata inventata la pittura ad olio. Io dico, il corpo umano è la ragione per cui è stato inventato il cinema. Il volto, il corpo, sono il suo vero soggetto, l’oggetto più fotografato del cinema. Il cinema è il corpo”. In quel momento, ho pensato il Matera Film Festival invece fosse l’interno del corpo. Sangue, fegato e cuore. Sangue come vita, fegato come coraggio di provare operazioni audaci e il cuore come sede della passione che mettiamo nel creare questo evento».