A Londra, negli anni Cinquanta, Reynolds Woodcock gestisce un atelier di moda con la sorella Cyril. Lavora con la principale aristocrazia e borghesia europea con dedizione e maniacalità, al punto da inquadrare tutta la sua esistenza in modo programmato e metodico per non distogliere l’attenzione dal suo impegno professionale. In grande difficoltà con qualsiasi relazione e con una sofferenza morbosa per la perdita della madre, Reynolds incontra Alma, una giovane cameriera che pian piano diventa la sua musa, la sua amante e la sua principale collaboratrice nell’atelier, nonostante le resistenze della sorella. Il carattere di Reynolds e la sua opposizione ai cambiamenti portano Alma a indebolirlo fisicamente facendogli assumere dei funghi velenosi, affinché si possa accorgere del ruolo che lei ricopre al suo fianco. Questa pratica diventerà una prassi tra i due per vivere la loro vita simbiotica.
Alma è una ragazza apparentemente semplice, vive in campagna e fa la cameriera. È bella ma non toglie il fiato, è gentile ma deve imparare una serie di regole che la rendano più raffinata. La cosa che colpisce maggiormente di questo personaggio è la silenziosa tenacia: Alma arriva in punta di piedi, ma quando entra in una stanza la riempie con la sua presenza. Sembra che accolga passivamente gli scatti di ira di Reynolds e che assecondi le insidie della sorella, ma in realtà trova sempre un modo naturale e diretto per affrontare la questione. Persino la sua scelta di indebolire il marito non è una vendetta, ma uno strumento che viene dichiarato in modo esplicito per segnare quanto lei, Alma, sia la sola ad essere stata in grado di comprenderlo pienamente e, attraverso il suo amore, renderlo più dolce.
La scena cruciale in cui Alma affronta Cyrill ci offre un grande insegnamento sull’efficacia del coraggio, della determinazione e della pacatezza, ma soprattutto la cena successiva, occasione in cui si rivolge a Reynolds come nessuno ha mai fatto, dimostra come si può amare profondamente una persona senza perdere l’amore per se stesse.
Siamo in Inghilterra, dove i sentimenti ancora oggi sono espressi con difficoltà. E siamo negli anni Cinquanta, nel secondo, durissimo dopoguerra, quando le donne non hanno un peso sociale a meno che non siano ricche come le clienti di Woodcock. Tuttavia Alma riesce ad affermare se stessa persino di fronte alla Principessa del Belgio, non vuole restare nell’ombra.
Film osannato per la regia quasi onnisciente, perché Anderson si è occupato anche della sceneggiatura e ha diretto i lavori sulla fotografia. Naturalmente i costumi sono meravigliosi e la colonna sonora è stata affidata a John Greenwood. Questo film ha attirato molto l’attenzione anche perché Daniel Day Lewis, forse il più grande attore della sua generazione, ha dichiarato il ritiro dalle scene.
Non facile, quindi, recitare come coprotagonista femminile accanto a lui anche per questa ragione. Per comprendere l’importanza del personaggio interpretato da Vicky Krieps basti pensare che accompagna lo spettatore per tutto il film come voce narrante.
Pop Corn #11, Vicky Krieps, Il filo nascosto, 2017
Regia di Paul Thomas Anderson
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