Bellissima è un film di Luchino Visconti del 1950 in cui Anna Magnani interpreta Maddalena, una donna che vive nella periferia romana insieme al marito, Spartaco, e alla loro piccola figlia Maria. In seguito alla ricerca di una bambina per una produzione di Cinecittà, la donna, che è sempre stata attratta dal cinema, cerca in tutti i modi di far selezionare la bambina. Mente sull’età, si indebita di nascosto dal marito, cerca di convincere un presunto collaboratore del film a raccomandarla. Grazie alla sua insistenza, riuscirà a penetrare nel vivo della selezione e a scoprire la crudeltà e il cinismo degli operatori del mondo dello spettacolo. Quando scoprirà che la piccola è stata selezionata, rifiuterà il denaro e il contratto per orgoglio e amore materno.
Maddalena è una donna simpatica, lei stessa lo dice più volte nel corso del film, e per mantenersi fa le iniezioni mediche. Ha una passione sfrenata per il cinema e, come tutte le anime semplici, idealizza quel mondo a cui avrebbe voluto tanto appartenere. Le condizioni di vita quotidiane, il rapporto con un marito che non la capisce e la percuote, le fanno crescere il desiderio di offrire a sua figlia un futuro diverso rispetto alla vita che lei sta conducendo. Quando Spartaco scopre che la moglie ha dato i soldi ad Annovazzi, che successivamente ha acquistato il vestito dalla sarta e che sta facendo prendere lezioni di recitazione alla figlia, si inalbera al punto di picchiarla e la minaccia di andarsene con la bambina. Maddalena di contro risponde: “Tutto questo perché vojo che mi fijia diventa qualcuno, è un suo diritto. O è un delitto secondo te?! Non deve diventà na disgraziata mi fijia, non deve dipende da nessuno, non deve pijià le botte come le pijio io, no, non le deve pijià.”
Il suo desiderio di ascesa sociale si riversa così tanto sulla figlia da rendere evidente la sua insoddisfazione, la sua frustrazione per non essere potuta diventare qualcun’altra.
La sua morale pone comunque dei limiti alla sua ambizione. Maddalena è una donna forte e determinata, ma non cede alle avances di Annovazzi. È disposta a investire del denaro per ottenere una raccomandazione e fa di tutto per entrare nei retroscena di Cinecittà, ma non accetta di essere schernita e che quel trattamento venga riservato alla figlia. La dignità e l’orgoglio impediscono a Maddalena di svendere la bambina, anche di fronte a delle cifre importanti, dopo aver visto da vicino quel mondo e aver intuito il danno che avrebbe potuto arrecare. Si rende conto di aver sbagliato, di essere stata esagerata, si trova a vagare la sera con la bimba appresso e finisce a piangere su una panchina vicino al tendone di un circo perché ha paura di affrontare il marito e non sa come potranno pagare i loro debiti ma decide di affidarsi al suo lavoro, alla sua capacità di fare le iniezioni e, come afferma lei stessa, “A costo de fà venì ‘r diabete a tutta Roma”.
Bellissima è una fotografia degli anni del dopoguerra di Roma, quando Cinecittà sta creando una spaccatura tra la dolce vita e le condizioni delle borgate, tra le dive e le donne in miseria, tra la città raccontata in tutto il mondo e quella di Pasolini. Troviamo l’orgoglio di una fascia di popolazione che si sta ricostruendo, con la forza di volontà e la fierezza. Le mamme in attesa dei provini delle figlie parlano della raccomandazione come una prassi radicata profondamente in Italia e anticipa il fanatismo per un mondo di nani e ballerine che già allora viene fortemente contestato da Visconti nel corso dell’intera pellicola. Le contraddizioni dell’Italia erano già lì, negli occhi luminosi della diva del cinema popolare italiano.
Pop Corn #12, Anna Magnani, Bellissima, 1951
Regia di Luchino Visconti
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