Una bella coppia vive a New York insieme alla loro bambina. Sono sposati da nove anni, Bill (Tom Cruise) è medico e Alice (Nicole Kidman), è in cerca di una nuova occupazione dopo che ha chiuso la galleria d’arte in cui lavorava. Partecipano alla festa di un facoltoso conoscente e, oltre a essere stati adescati, Bill incontra un vecchio compagno di studi ora musicista jazz e salva una ragazza andata in overdose durante un rapporto sessuale col padrone di casa. La sera dopo, sotto effetto di marjuana, i coniugi si confrontano sulla fedeltà e Alice confessa al marito di aver desiderato un altro uomo qualche anno prima e di essere andata in crisi.
Bill è abbastanza sottosopra, cerca di avere rapporti con una squillo ma non riesce e, dopo aver rivisto il musicista, scopre un rito orgiastico clandestino di gente mascherata a cui vuole assolutamente partecipare. Una volta scoperto come intruso, viene mandato via e intimidito, mentre si infittiscono i misteri e le zona d’ombra nel rapporto con la moglie.
«Le donne no, di base non pensano così. Milioni di anni di evoluzione, ok? Gli uomini lo ficcano ovunque possono ma per le donne, per le donne è solo senso di protezione e affetto e qualsiasi cazzo di cosa sia. Se voi uomini sapeste…». Siamo nel 1999, la fine del secolo, la fine del decennio in cui l’arte ha parlato di sesso, di AIDS, di ribellione, di anticapitalismo. L’arte del letto sfatto di Tracy Emin, la musica grunge, la globalizzazione, la fine della Guerra Fredda: tutto poco prima degli attacchi all’occidente e alle svalutazioni economiche e finanziarie.
Le donne sono ancora un po’ mogli che non lavorano o sono esasperate manager come Una donna in carriera, il sesso viene affrontato ancora in modo indiretto e puritano, non c’è ancora la libertà di espressione che viene millantata in Sex and The City.
In Eyes Wide Shut è tutto più sottile. Non si tratta di tradimento, di crisi di coppia perché il desiderio ha una sfumatura più sexy e più vellutata. Troviamo una sessualità esplicita da un lato, dove la donna è oggetto sessuale – come nelle migliori narrazioni di concubine, geishe, prostitute, bordelli – e diventa persino una vittima sacrificale. Dall’altro troviamo una seduzione intelligente, sottile, cerebrale, alimentata dal sogno, dal desiderio, dove la donna è pienamente consapevole di cosa sente, è padrona della situazione e delle sue esigenze, non è una puttana ma una persona, con le sue debolezze e le sue necessità.
La sublimazione nel sogno, la confusione tra realtà e dimensione onirica, amplificano la percezione di ogni cosa e il personaggio di Alice è un sottile filo rosso che permea tutto il film. L’interpretazione di Nicole Kidman, grazie alla sua straordinaria capacità di essere così ambigua, restituisce Alice costantemente e anche nelle scene in cui non è presente, aleggia nella narrazione, nell’immaginazione di Bill che ossessivamente cerca di comprenderla, di vederla sotto questa nuova luce che non la rende adultera ma umana.
«Dovremmo essere grati per essere usciti vivi dalle nostre avventure, che fossero reali o solo dei sogni. Ne sono certa quanto so che la realtà di una sola notte, senza contare un’intera vita, corrisponde alla verità».
Ultimo film del genio di Stanley Kubrick, Eyes Wide Shut è stato accolto molto bene da pubblico e critica nonostante siano evidenti alcune scelte effettuate successivamente alla scomparsa del regista nel tentativo di realizzare le sue volontà.
Pop Corn #13, Nicole Kidman, Eyes Wide Shut, 1999
Regia di Stanley Kubrick
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