Dramma della gelosia (Tutti i particolari in cronaca) ha un titolo che richiama una notizia, come alcune delle produzioni più in voga nella commedia italiana dell’epoca. Siamo a Roma e, alla Festa dell’Unità, Adelaide (Monica Vitti) conosce Nello (Marcello Mastroianni), un uomo più grande di lei, sposato, che fa il muratore e si avvicina alla pensione. I due si innamorano ma la moglie di Nello manda all’ospedale Adelaide aggredendola. Nel frattempo, Nello diventa amico del giovane pizzaiolo Oreste (Giancarlo Giannini) e gli presenta la fidanzata, diventata ufficiale dopo aver lasciato la moglie. Adelaide inizia una relazione segreta anche con Oreste e, una volta scoperta, prova un fallimentare ménage à trois che la esaspera fino a tentare il suicidio. Tornata in sé, decide di fidanzarsi con un uomo ricco che la adora, su consiglio della sorella prostituta, ma non riesce a sopportare quella vita e ritorna da Oreste. I due stanno andando a sposarsi quando incontrano Nello, ormai ridotto a senzatetto, che cerca di unirsi a loro: scatta una rissa in cui Nello uccide involontariamente Adelaide che si frappone tra lui e Oreste.
Adelaide è una bella ragazza che vive sola e ha una bancarella di fiori al cimitero del Verano di Roma. Una donna semplice, intrisa di storie e ideali romantici sui quali ricalca le sue aspettative amorose. L’incontro con Nello, a una Feste de L’Unità, ha un’atmosfera circense e Adelaide è vittima del suo immaginario: lo trova sotto le giostre e i due iniziano a giocare assieme, a danzare nel nulla, a guardare il cielo. Adelaide però è giovane e si stanca velocemente, trovandosi, come in uno specchio, nella morsa di una Roma in fermento, sulla scia del cambiamento sociale e della crescita economica degli anni Sessanta. Adelaide in realtà rivela la sua voglia di vivere e manifesta la necessità, come donna, di essere desiderata. Decide quindi, nel pieno della sua indecisione, di alimentare la relazione che si è creata tra i tre e cerca di destreggiarsi tra le attenzioni dei due innamorati, come se fosse una versione molto meno intellettuale e molto più comica di Jules e Jim di Truffaut.
Tra toni melodrammatici, la semplicità dei sentimenti si cela dietro l’enfasi di grandi frasi in cui prevale la fragilità di Adelaide. C’è una scena emblematica della modernità di questa pellicola in cui la protagonista è dallo psicologo e gli pone questi interrogativi: «Il mio tormento? Devo uscire da questo bivio amoroso, da queste turbe psichiche. Di che natura è il mio male? Ho avuto un trauma? Sono sotto shock? È un disturbo neurovegetativo? O è perché sono mignotta?».
Monica Vitti, trentenne all’epoca, è al culmine della sua carriera. Bella e affermata, si destreggia tra i personaggi drammatici dei film di Antonioni e ruoli brillanti come quello interpretato in questa commedia, dove riesce a incarnare la donna contemporanea, quella che sta acquisendo la tanto agognata autonomia sociale e sessuale. Per la prima volta diretta da Ettore Scola, la Vitti racconta una ragazza economicamente indipendente, passionale e piena di vita, che non parla di matrimonio, figli o nucleo familiare, ma può scegliere di amare chi vuole e di avere anche più relazioni, prerogativa solo maschile.
Il film venne presentato al 23mo Festival del Cinema di Cannes, dove Mastroianni vinse come miglior attore protagonista. Forse non una delle regie più brillanti di Scola, il film è spassoso e con ritmo sostenuto.
Pop Corn #14, Monica Vitti, Dramma della gelosia (Tutti i particolari in cronaca), 1970
Regia di Ettore Scola.
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