Categorie: Cinema

Pop Corn #2: le contraddizioni americane, ovvero, Cate Blanchett in Carol

di - 19 Aprile 2020

Cate Blanchett è un’attrice australiana, di Melbourne, che, raggiunti i cinquant’anni – è nata il 14 maggio 1969 –, si pregia di una carriera vasta e articolata, in cui ha segnato alcuni passaggi del cinema contemporaneo, con generi e sfaccettature trasversali, attraverso interpretazioni sorprendenti. Non è semplice scegliere un film che possa essere rappresentativo di questa attrice versatile, elegante e brillante. Ma in Carol, pellicola di Todd Haynes, possiamo apprezzare le varie sfumature del carattere e la professionalità di Cate Blanchett.

La storia di Carol, da Patricia Higmsith a Cate Blanchett

Carol è una storia ambientata nella New York degli anni Cinquanta. La protagonista è una donna molto affascinante, che vive nel New Jersey con un uomo da cui sta cercando di divorziare e che è intenzionato ad avere l’affido esclusivo del loro unico figlio a causa della “discutibile” condotta della moglie. Carol, la protagonista, è gay.

Facendo un balzo nel passato, anche New York ha delle grandi, enormi difficoltà nell’integrazione del mondo omosessuale, tanto che il romanzo da cui è tratta la pellicola, The Price of Salt, venne pubblicato dalla celebre scrittrice Patricia Highsmith usando lo pseudonimo di Claire Morgan perché, a quanto pare, conteneva dei riferimenti autobiografici su cui il pubblico americano non avrebbe di certo chiuso un occhio.

Tornando alla trama, Carol conosce Therese, un’aspirante fotografa interpretata da Rooney Mara (Premio come miglior attrice al Festival di Cannes, tra gli altri) che lavora come commessa nel reparto dei giocattoli di un grande magazzino di Manhattan. Tra le due nasce un’amicizia profonda che si trasforma in una relazione difficile e contrastata. Nel frattempo, emerge la storia di Carol, sorpresa dal marito qualche tempo prima nella sua precedente storia extra coniugale con un’altra donna.

Il lavoro e la vita, questioni di genere

Se, anche solo per un attimo, ci spostiamo in quegli anni, possiamo verificare che le donne, tendenzialmente, non lavorano, o lo fanno in percentuale molto bassa e con posizioni totalmente a servizio della professionalitĂ  maschile. Le donne lavorano quasi esclusivamente quando non sono in possesso di una fonte di denaro alle spalle, ereditata o acquisita grazie al matrimonio, non necessariamente ingente, ma anche minima.

Il lavoro è materia maschile. Le donne borghesi non possono pensare di non avere una famiglia propria e non riprodursi, se non a causa di reali problemi di salute che, probabilmente, le sposterebbero comunque in una posizione marginale della società.

Le donne omosessuali, infine, non possono esistere: è già complesso per gli uomini, dominanti e intenti a nascondere la loro natura, i loro vizi, le loro abitudini, in un’America puritana e benpensante che non ha ancora conosciuto Harvey Milk e le sue battaglie, figuriamoci se il genere femminile, a cui spesso non è concessa nemmeno un’istruzione, ha questa possibilità.

La percentuale di omosessuali che commettono il suicidio è ancora molto alta, ed è una delle ragioni per cui un finale aperto come quello di questo film è controtendenza nel genere e ha lasciato un sollievo tra gli spettatori.

Carol ha vinto diversi premi in molti festival internazionali, conquistando la critica e il pubblico, oltre ad aver accumulato un numero record di nomination. Va sottolineato che è uno dei primi prodotti dell’industria cinematografica a larga diffusione, se non forse il primo, a trattare in modo esplicito il tema dell’omosessualità femminile, che la produzione è inglese (e non americana) e che l’anno di uscita è il 2015, quando la narrazione sul versante maschile ha già una tradizione ormai consolidata.

Pop Corn #2 Cate Blanchett, Carol, 2015
Regia di Todd Haynes
Dal romanzo The Price of Salt di Patricia Highsmith

Pop Corn #1 Vivien Leigh, Gone with the wind, 1939 (Via col vento, distribuito in Italia nel 1949)
Regia di Victor Fleming
Dal romanzo Gone with the wind di Margaret Mitchell

Articoli recenti

  • Mostre

L’occhio del secolo di Henri Cartier-Bresson a Rovigo

Palazzo Roverella espone fino al 26 gennaio 2025 “Henri Cartier-Bresson e l’Italia”, la piĂą completa monografia incentrata sul rapporto tra…

17 Novembre 2024 0:02
  • Mercato

All’asta il capolavoro in scultura di Leonora Carrington

Un’opera che dĂ  vita alle visioni ultraterrene dell'artista, in scala umana. "La Grande Dame" andrĂ  in vendita da Sotheby’s, a…

16 Novembre 2024 20:14
  • Arte moderna

Ecco com’è la grande mostra su Matisse e il viaggio, in corso alla Fondation Beyeler di Basilea

Dalla Costa Azzurra alla “luce morbida” delle cittĂ  del Marocco: la fondazione elvetica mette in mostra la produzione del pittore…

16 Novembre 2024 19:31
  • Arte contemporanea

Venezia, Milano, Firenze, Roma: le cittĂ  ridisegnate da Jacopo Ascari sono labirinti fittissimi di dettagli

L’artista ha realizzato per il gruppo di boutique hotel LDC una serie di otto lavori che ritrae le principali cittĂ …

16 Novembre 2024 16:53
  • Progetti e iniziative

Atmosfere da Lo Schermo dell’Arte: carrellata dai film del festival

Il Festival Lo Schermo dell’Arte è arrivato alla 17ma edizione e conserva intatta la magia dei sui film: una rapida…

16 Novembre 2024 15:53
  • Fotografia

Other Identity #135, altre forme di identitĂ  culturali e pubbliche: Valentina Erre

Other Identity è la rubrica dedicata al racconto delle nuove identitĂ  visive e culturali e della loro rappresentazione nel terzo…

16 Novembre 2024 13:30