Girl racconta la storia di una famiglia composta da un padre e due figli, tra cui Lara (Victor Polster), un adolescente che sta cambiando di genere e sesso e che sogna di diventare una ballerina. Per frequentare la miglior scuola, Lara deve recarsi con la famiglia in un’altra città, dove è seguita da uno staff di medici per la transizione sessuale. Nel frattempo, le lezioni molto pesanti, l’incontro con queste nuove persone, la paura di essere giudicata, il corpo che non cambia alla velocità che vorrebbe, tutte queste cose sottopongono Lara a un grande stress.
Si può pensare che sentirsi maschio o femmina sia legato a un processo articolato in cui il genere ha un ruolo che arriva fino a un certo punto. Si può anche ragionare sul fatto che la condizione di uomo o donna sia legata parzialmente anche alla sessualità e al suo orientamento, ma non solo. In ogni caso, non si può assolutamente dare per scontato che l’appartenenza di genere abbia una relazione consequenziale con la conformazione fisica alla nascita, la preferenza sessuale o l’accettazione del corpo. È tutto molto più complesso, naturalmente, ed entrano in gioco anche i contesti in cui si cresce e si vie, nonché tutte le forzature del pensiero tradizionale.
Fortunatamente, con gli anni sta crescendo la sensibilità attorno a questi argomenti, anche attraverso il sostegno e la tutela dei soggetti che scelgono di intraprendere questo tipo di percorso transitorio che ha un impatto molto forte anche sull’umore, oltre che sul corpo. Grazie all’aumento dei casi, c’è un incremento anche della conoscenza e forse il timore della diversità si è un po’ attenuato e, esattamente come per l’omosessualità, questa natura viene sempre meno giudicata aliena e deviata. Tuttavia, restano tantissime difficoltà, sia perché numerosi pregiudizi persistono, sia perché l’impreparazione, dall’altro lato, può generare imbarazzi.
Questo film racconta con delicatezza e attenzione una storia contemporanea, dove una giovane creatura decide di attraversare un percorso lungo, faticoso e doloroso per mutare il proprio corpo come desidera. Nel frattempo, Lara si scontra con la schiettezza brutale dei suoi coetanei adolescenti che sono curiosi di capire e sfoggiano il loro lato più sfrontato, con quell’intensità che non comprende limiti e che va a sfondamento dentro l’intimità delle persone, senza pensare che forse questo modo può provocare dolore o aprire con forza delle porte a cui anche bussare è complicato. Dall’altro lato, troviamo anche la difficoltà di un genitore che deve sostenere un figlio durante questo processo, senza giudicare e, nel contempo, nel pieno disagio adolescenziale con tutte le sue note caratteristiche: Lara fa fatica ad aprirsi, non sa cosa vuole, non sa cosa sente, l’unica certezza è che vorrebbe al più presto essere operata e liberarsi dell’ingombro del pene che le da fastidio, che cerca di nascondere quando danza, quando è sola, quando è nello spogliatoio con le altre ragazze, quando ha un momento di intimità con un ragazzo.
Lara è molto determinata a raggiungere i suoi sogni, ma tra la cura ormonale, i ritmi estenuanti delle lezioni, gli ambienti nuovi e tutto il vortice delle sue sensazioni, a un certo punto crolla. Sarà proprio allora che cercherà di intervenire sul suo corpo in modo così drastico da provocare la sua tanto agognata operazione.
Il film è stato presentato a Cannes nel 2018 e ha fatto incetta di riconoscimenti e critiche positive, per poi spostarsi con nomination e premi in contesti europei e mondiali. L’interpretazione di Victor Polster è credibile, dolce, delicata e riesce a trasmettere i complicati sentimenti di Lara e della sua relazione con se stessa e con gli altri, a tutti i livelli.
Victor Polster, Girl, 2018, regia di Lukas Dhont
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