Il personaggio che non ti aspetti. E che mai penseresti di poter incontrare. Un maestro di pugilato con un passato ricco di storie e di combattimenti per il mondo, e un presente diviso tra la box e la pittura. È la storia di Artaserse Conti, meglio noto come Serse: personaggio controverso, eclettico, scapestrato, diviso tra l’amore per i pennelli e quello per il ring. Troppo vivo e troppo vero per non essere raccontato.
Da qui la decisione di due artisti di portarlo sul grande schermo, in un docufilm firmato da Cristiano Carotti e Desiderio, dal titolo: Artaserse. Non il classico racconto cinematografico in stile hollywoodiano, con tanto di storia d’amore e lieto fine alla Rocky o alla The Wrestler, ma un vero e proprio viaggio, a tratti psichedelico, che spazia tra realtà e finzione, aprendo un mondo fatto di passione e creatività. Un docufilm onirico, dai tratti grotteschi, ma anche dalla spiccata umanità: esattamente come il protagonista.
Nel film viene raccontata in maniera autentica, non artefatta, la vita di Serse, la sua arte, e tutti i personaggi che gli ruotano attorno ogni giorno: un ambiente fatto di periferie, bar e altri microcosmi in cui la quotidianità non è mai predefinita e si condisce ogni giorno di una sua bellezza. Frutto di una spontaneità che rende il reale sempre diverso, così vivo, vero e profondo, che a volte appare quasi surreale. Un viaggio che i due artisti-registi hanno condotto per quasi quattro anni, con la macchine da presa dietro all’ex pugile. Coinvolgendo i personaggi a lui vicini e portandoli ad interagire con attori professionisti, in una sorta di commedia dell’arte, con maschere e ruoli decisamente tipizzati, cercando di creare una favola all’interno della realtà.
È la storia di un pugile, ma anche quella di un pittore, in cui si mescolano linguaggi diversi tra loro, con l’onirico e il grottesco che provano a convivere con un iper-realismo più tipico del documentario. Il risultato è una pellicola che colpisce: come una serie di quadri animati che raccontano la vera storia vera di un personaggio che merita senz’altro di essere conosciuto, ma che propone anche delle vedute espressioniste della periferia italiana. Con delle caricature che richiamano il mondo dell’arte in cui vivono i due registi, e dei ritratti di artisti che lottano e sopravvivono per e grazie alla loro arte.
Il film è distribuito da Premiere Film ed è stato presentato di recente in vari Festival, oltre ad essere in programmazione in diverse città della Penisola. Dopo il debutto di Terni e un passaggio a Milano, Bologna e Roma, negli spazi dell’Angelo Mai. Per i due artisti, si tratta di una nuova sfida e di un sogno che sembra realizzarsi. Come scrive Manuel Agnelli in “Padania”, pezzo degli Afterhours inserito nella colonna sonora che chiude il film: “Se un sogno si attacca come una colla all’anima, tutto diventa vero, tu invece no”.
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