Nell’inarrestabile processo di trasformazione delle nostre città, alcuni spazi sembrano essere destinati a cambiare funzione, nonostante il profondissimo legame con la storia dei luoghi e delle persone, che sia per motivi di opportunità economica o di riadattamento delle strutture e infrastrutture sociali o altro ancora. Tra questi spazi messi in discussione, i cinema rappresentano un nodo da risolvere, stretti nella morsa dei lockdown pandemici e delle misure restrittive, erosi dalla diffusione pervasiva delle piattaforme di streaming. Anche nelle grandi città, le sale hanno chiuso le saracinesche per riaprire sotto altra forma. Nel novembre del 2021, l’Arcobaleno, storica sala di Napoli, è stato trasformato in un megastore e fa un certo effetto – eufemisticamente straniante – vedere le levigate superfici di marmo, tipiche di certa architettura da cinema, accogliere lunghe scaffalature di articoli casalinghi. Casi del genere ce ne sono diversi in tutta Italia e a Firenze, in questi giorni, sta accadendo qualcosa di simile con il cinema Odeon, in piazza Strozzi.
È stato infatti recentemente presentato il nuovo progetto “Giunti-Odeon”, che prevede l’apertura di una libreria e di un bar ristorante nei locali, «Una “veste nuova” che prevede la trasformazione del Cinema in una “struttura polifunzionale” con “l’ambizione di essere una delle più belle librerie del mondo con tutte le arti mescolate insieme e non in ambienti separati”», si legge nella petizione online, lanciata da Leonardo Bigazzi, curatore dei progetti speciali per il festival Lo Schermo dell’Arte, e sottoscritta, in poche ore, da circa 2700 persone, tra cui moltissimi operatori della cultura impegnati proprio nel settore del cinema e dell’audiovisivo. La lettera, pubblicata su Change.org, è indirizzata al Presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, al Sindaco di Firenze, Dario Nardella, alla proprietaria e direttrice del Cinema Odeon, Gloria Germani, all’Amministratore delegato della Giunti Editore, Martino Montanarini, al Soprintendente ABAP, Città Metropolitana di Firenze e le Province di Pistoia e Prato, Andrea Pessina. Il progetto architettonico di sviluppo di “Giunti-Odeon” è affidato allo Studio Benaim ma non sono ancora stati resi noti i dettagli.
Secondo quanto riportato da una ricerca di Cinetel, società di ANEC – Associazione Nazionale Esercenti Cinema e ANICA, nel 2022 il numero degli spettatori dei cinema è diminuito del 64%, con una riduzione degli incassi del 61,4%, rispetto alla media del periodo prepandemico calcolata sul triennio 2017-2019. Secondo la ricerca, in Italia ci sarebbero attualmente 1082 cinema funzionanti, 77 in meno rispetto al periodo 2017-2019.
Della questione si discute anche al Ministero: «Il governo è consapevole dell’importanza del settore e lo dimostra con gli investimenti fatti: il fondo del Cinema è passato da 150 milioni nel 2014, a 400 milioni nel 2017 e quest’anno sono quasi 750», sottolineava, solo alcune settimane fa, il Ministro della Cultura, Dario Franceschini. «Se dal lato delle produzioni e dei contenuti abbiamo un incremento straordinario, c’è una crisi vera che riguarda le sale che dobbiamo sostenere con misure adeguate. Sono luoghi di aggregazione, presidi culturali e luoghi di socialità e per questo stiamo lavorando a un intervento normativo che stabilisca un sistema di finestre che non valga soltanto per i film italiani sostenuti dallo Stato ma in generale per tutti i film. In più vogliamo incrementare risorse e investimenti per la modernizzazione delle sale perché siano luoghi immersivi, polifunzionali in cui vivere un esperienza più estesa di quella della sola visione del film». Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo la realtà dei fatti e la cronaca quotidiana.
«Riteniamo che Firenze non possa permettersi di veder ridimensionata o, peggio, snaturata, la più importante sala storica rimasta nel centro della città», si legge nella lettera. «L’Odeon è un cinema che per decenni è stato il fulcro della nostra cultura cinematografica e ancora oggi è una delle sale più frequentate. Dal 2008 al 2016 è stato la casa dei più importanti Festival di Cinema della città durante la 50 giorni di Cinema a Firenze. Per molti di noi è stato, ed è ancora, un luogo indispensabile di socialità, ricerca, crescita culturale e professionale».
«Vedere un film nella sala cinematografica è un’esperienza collettiva magica ed irrinunciabile. Un rito in cui l’estetica e la struttura architettonica del cinema hanno un ruolo fondamentale. Ciascuno di noi conosce l’enorme differenza tra vedere un film in una sala neutra di un multi-sala o al Cinema Odeon, con il fascino del suo ambiente monumentale déco, le colonne intarsiate, le grandi sedie di velluto, le mezze luci prima della proiezione che illuminano la vetrata della cupola. Inserire in quest’ambiente degli elementi commerciali o delle strutture contemporanee vorrebbe dire alterare irrimediabilmente questi equilibri, che sopravvivono immutati da 100 anni».
«Siamo coscienti che sussistono dei vincoli strutturali e di destinazione sul Cinema Odeon, ma conosciamo fin troppo bene come questi in altri casi siano stati purtroppo aggirati. Ne è un esempio l’ex Cinema Gambrinus in Piazza della Repubblica, tragicamente trasformato in un ristorante per turisti. Non possiamo e non vogliamo rimanere in silenzio di fronte a questo rischio, poiché i dettagli delle modifiche previste dal progetto “GIUNTI-ODEON” non sono stati ancora resi pubblici. Fiduciosi della serietà e reputazione dei soggetti privati coinvolti, vogliamo quindi fare un appello affinché questi garantiscano pubblicamente che l’integrità e l’estetica della sala saranno rispettate, che la platea e la galleria non saranno alterate o ridimensionate, e che non saranno inserite nella sala strutture che ne modifichino il fascino, l’identità storica e la funzione cinematografica. Chiediamo infine alle Istituzioni Pubbliche che siano subito avviate iniziative di confronto con la proprietà e i suoi partner sul progetto “GIUNTI-ODEON” verificando che queste condizioni siano rispettate e garantite», continuano.
«Conosciamo le gravi difficoltà del settore culturale e cinematografico, molti di noi le affrontano faticosamente tutti i giorni. Ma non possiamo rischiare di perdere l’identità di un simbolo della cultura fiorentina, qual è il Cinema Odeon. Lo dobbiamo a noi stessi e alle generazioni future», conclude la lettera.
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