Pop Corn#31. Lo schiaffo della provincia per Saoirse Ronan in Lady Bird

di - 8 Novembre 2020

Christine, che si fa chiamare Lady Bird, ha diciassette anni e frequenta il liceo cattolico di Sacramento, città della California che non ama particolarmente. Appartenente a una famiglia della working class, vive con la madre, il padre e il fratello e la relativa compagna, e sogna di trasferirsi a studiare a New York, nonostante la situazione economica della famiglia non lo consentirebbe. Lady Bird inizia a frequentare la ragazza più bella e ricca della scuola, per cui lascia perdere Julie, la sua amica di sempre, e ha le sue prime esperienze sessuali. Allo stesso tempo manda delle application all’insaputa della madre a università di New York e inizia a lavorare in una caffetteria, ma la madre si arrabbia e non le parla fino alla sua partenza per la East Cost.

Il film si apre con una citazione di Joan Didion, «Anybody who talks about California hedonism has never spent a Christmas in Sacramento», e la prima battuta del film è una domanda che Lady Bird rivolge a sua madre e le chiede «Secondo te sembro una di Sacramento?».

Chiunque abbia avuto un passaggio, un minuto, un parente o una vita in provincia sa benissimo che cosa queste frasi possano voler dire. O meglio, è facile identificarsi in questo tipo di sensazione se si è sempre stati etichettati come strani, diversi, anticonformisti in un luogo che sia periferico rispetto a quelle città dove si ha sempre la sensazione che succedano realmente le cose.

Ovviamente, l’essere adolescenti non aiuta, l’essere femmine non aiuta, il desiderio di essere liberi non aiuta, l’educazione cattolica non aiuta. Christine è giovane, ha voglia di vivere, ma la vita a Sacramento ti mette subito di fronte a uno spartiacque economico, dal quale è difficile prendere le distanze e riuscire a emergere per le proprie qualità.

Una delle possibilità è che, nel pieno dell’irruenza dell’adolescenza, si manifesti una ribellione che metta subito in chiaro il tipo di personalità e di carattere. E così è per la protagonista del film. Christine si fa chiamare Lady Bird, un nome artificiale e poetico, che subito le dà un risalto rispetto agli altri. La ragazza si permette di avere dei comportamenti a scuola che le costano persino una sospensione, laddove esprime pubblicamente un parere a favore dell’aborto…in un liceo cattolico. Soprattutto, quando resta profondamente delusa dai ragazzi belli e ricchi che inizia a frequentare, perché si accorge che non hanno quelle caratteristiche realmente speciali che si aspettava, ha il coraggio di staccarsene e restare fedele a se stessa.

Il rapporto con sua madre delinea delle caratteristiche tipiche dei 17 anni, quando la comunicazione è ancora più complessa del normale e tutto viene esasperato dallo scoppio degli ormoni, dalla scoperta dei sentimenti, dalla scoperta della sessualità – c’è un passaggio in cui Christine e l’amica Julie si raccontano le tecniche di autoerotismo – e soprattutto dall’ingresso nel mondo adulto, con tutte le sue fastidiose regole e le relative, deludenti scoperte sulla famiglia, sulla realtà, sulle proprie possibilità che cozzano tremendamente con i sogni che ci siamo costruiti.

Il film ha letteralmente sbalordito la critica e ha collezionato riconoscimenti ovunque. Greta Gerwing è la quinta donna nella storia a esser stata nominata agli Oscar per il premio alla regia. In ogni caso, il film ha vinto ma non per la regia, oltre ad aver collezionato successi dai Golden Globe all’American Film Institute, da Toronto a San Diego. Saoirse Ronan, americana di origini irlandesi che in questa pellicola ha 23 anni, è la seconda attrice ad aver collezionato quattro nomination agli Oscar prima dei 25 anni.

Saoirse Ronan, Lady Bird, 2017, regia di Greta Gerwig

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