Cinema Filangieri, Napoli, un lunedì di gennaio. Poco prima delle 16:30, siamo in coda al botteghino. Una discreta calca, considerato il poco spazio a disposizione per una fila. Cerchiamo di vedere l’ultimo di Ken Loach, Sorry We missed you. Questo cinema di via dei Mille può sfoggiare un pubblico facoltoso, un po’ sordo ma ben abbigliato, generalmente agé, qualche giovane di età indeterminata. Mentre aspettiamo, leggo della possibilità di prenotare i biglietti da casa, del Favino prossimo come Bettino Craxi. Un bel multisala, lo storico Filangieri.
Avevamo preso due ingressi per la proiezione delle 18:30, scendiamo le scale verso la sala Magnani, lunga e stretta come una cabina ferroviaria di gran classe, stavamo dietro, dove questa rettangolo ideale incontrava un pacchetto pachinari di nove unità. Messi all’angolo abbiamo aspettato qualche minuto, giusto il tempo di intiepidirci con la réclame, televisiva fatta meglio, siamo pur sempre al cinema.
Il film meritava l’uscita natalizia, giusto per fare i conti con questa storia dei pacchi, che a Natale sembrano prendere forme che non finiscono mai. Le signore davanti protestavano, che il film esagerasse un poco, che alla fine se la sono un poco cercata loro. Poi lui, non vi dico, quando ha tirato un ceffone al figlio, na testa matta a modo suo, la reazione delle stesse signore davanti. Una famiglia di Newcastle vive della stessa fragilità con cui le cose possono capitarci intorno senza controllarle troppo, con tematiche indicazioni in materia di lavoro ed educazione nello spazio risicato della vita familiare. Costruzione sapiente di un regista che si confronta ancora con temi che sembrano mancare all’appello nel mercato cinematografico degli effetti speciali.
Il giudizio medio del film su mymonetro è 3.84 – abbiamo dei critici lì dentro.
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