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Giacomo Garzya
Visualizza Profilo
Base
Tipo | Persona |
Name | Giacomo Garzya |
Città | Trieste |
Provincia | Ts |
Regione | Ts |
Nazione | Italia |
Sesso | Maschio |
Sito web | |
Descrizione | BIO-BIBLIOGRAFIA DI GIACOMO GARZYA, AGGIORNATA AL 7 MAGGIO 2025
Giacomo Garzya (Napoli, 22 novembre 1952), laureato in Storia moderna all’Università Federico II di Napoli, con 110 e lode (1976), borsista dell’Istituto Italiano per gli Studi storici (1976-1977), ricercatore laureato retribuito a tempo pieno del CNR, già docente di Materie letterarie nelle Scuole statali, ha pubblicato, tra il 1976 e il 1983, lavori relativi al riordino dell’Archivio storico diocesano di Napoli, curato dalla Cattedra di Storia medioevale e moderna della Federico II, e saggi storici su fonti esistenti nello stesso Archivio (Giacomo Garzya, 1) “Formazione pastorale e istruzione. Note sul clero napoletano fra il 1650 e il 1675”, in “Archivio storico per le province napoletane” XV, 1976; 2) “Reclutamento e mobilità sociale del clero secolare napoletano fra il 1650 e il 1675” e 3) “Reclutamento e sacerdotalizzazione del clero secolare della diocesi di Napoli. Dinamica di una nuova politica pastorale nella seconda metà del Seicento”, in “Per la storia sociale e religiosa del Mezzogiorno d’Italia”, a cura di Giuseppe Galasso e Carla Russo, volumi I e II, Napoli 1980 e 1982); ha ritrovato, poi, nel fondo “Sacra Patrimonia” del suddetto Archivio storico, quattro autografi di Giambattista Vico, di cui uno olografo, pubblicati dietro approvazione di Pietro Piovani, nel “Bollettino del Centro di Studi vichiani”, IX 1979, Giacomo Garzya, “Autografi vichiani inediti“, pp. 119-123. Ha pubblicato, inoltre, diverse recensioni e l’edizione critica (edizione, introduzione e note) della cronaca conventuale di Padre Sosio Del Prete, Giacomo Garzya, “Diario-cronaca dell’Istituto delle Piccole Ancelle di Cristo Re (1932-1952)”, in tre volumi, Portici 1983, pp.I-XVI (presentazione di Frajar), e pp. 1-884. Infine, per quattro anni, dal 1980 al 1983, è stato Segretario di redazione della rivista trimestrale diretta da Giuseppe Galasso, “Prospettive Settanta”.
Giacomo Garzya, dopo essersi occupato di storia sociale e religiosa, ha praticato la fotografia e coltivato la poesia. Infatti, dopo un primo interesse giovanile, a partire dagli anni Novanta ha scritto di nuovo poesie, pubblicate tra il 1998 e il 2024, in diciotto raccolte: Giacomo Garzya, Dal 2003, sono state pubblicate numerose sue poesie in varie antologie e riviste specializzate, quali “Resistenze quotidiane” (sette sue poesie, il 21 dicembre 2024, nella rubrica “Lo specchio del poeta” a cura del critico letterario Vincenzo Salerno); “L’Appennino meridionale”, Napoli 2004; “Prospettive”; “Sentire”; “L’eco delle parole”, Roma 2014 e 2024, Casa editrice Pagine; “Enciclopedia dei poeti italiani contemporanei”, Villanova di Guidonia 2022, Aletti Editore; “Il federiciano Verde, XIV 2023”, Aletti Editore; “Il federiciano Amaranto, XV 2024”, Aletti Editore; “Tra un fiore colto e l’altro donato. Poesie d’amore 2023”, Aletti Editore; “Verrà il mattino e avrà un tuo verso, 2023”, Aletti Editore; “Dedicato a…poesie per ricordare. Giornata mondiale della Poesia, 2023”, Aletti Editore; “Antologia del Nono Premio Internazionale Salvatore Quasimodo” (2024), Aletti Editore; “Stromboli, l’isola dei poeti”, (2024), Aletti Editore. Giacomo Garzya è stato sempre finalista e con “menzioni al merito,” nei nove concorsi poetici a cui ha partecipato dalla fine del 2022: in particolare, come finalista del Premio Internazionale Mario Luzi, XIX edizione 2023-2024, col suo libro di poesie “Delos”, Napoli 2020, Iuppiter Edizioni, ha ricevuto, il 19 dicembre 2024, il Titolo e Benemerenza di Alfiere della Cultura; è poi risultato secondo al “Quarto Premio Internazionale Fëdor Dostoevskij”, col suo libro “Poesie” (1998-2010), con presentazione di Luigi Mascilli Migliorini, Napoli 2011; sesto ex aequo, con “menzione speciale al merito”, all’ “Ottavo Premio internazionale Salvatore Quasimodo”, presidente della giuria il figlio Alessandro, di nuovo col suo libro “Delos. Poesie (2015-2019)”; “Poeta Federiciano” al Concorso internazionale “Il Federiciano”, edizioni 2022 e 2023, menzione di merito allo “Stromboli”, 2024. Oltre trenta sue poesie sono state recitate da attori professionisti e gli audio e i video, sono su “You Tube” e nel suo sito www.maree2001.it. Molte altre sono state tradotte in inglese e in greco moderno, alcune in tedesco, spagnolo, arabo classico e una trentina da lui stesso in francese. Le poesie in greco moderno, tutte già edite, furono tradotte, una ventina d’anni fa, da Costantino Nikas – quarantasette scelte dai suoi primi tre libri di poesie: “Solaria” (1998), “Maree” (2001), “Passato e presente” (2002) – e, nel 2024, da Grazia Fulciniti. Inoltre, a Trieste, tra il 2019 e il 2024, ha avuto molte occasioni di leggere pubblicamente le sue poesie e, il 10 agosto 2019, fu intervistato da Luisella Pacco a “Radio city Trieste” (si può ascoltare sul suo sito www.maree2001.it , “Altri media” – “Audio”). Come fotografo, a partire dal 1994, ha esposto sue fotografie in mostre personali e collettive: 1) a Napoli, a Palazzo Pignatelli, dal 4 al 13 maggio 1994, la sua prima personale con 21 foto dal titolo “Forti affetti” (catalogo di Adriano Mele); 2) a Napoli, alla Casina Pompeiana nella Villa comunale, dal 17 al 23 dicembre 1994, nella mostra “Napoli Arte. Cento artisti a confronto”, a cura di “Napoli 2000” e de “Il Tempo”, con 4 foto (vincendo il primo premio per la fotografia a colori); 3) a Napoli, all’Oratorio dei Nobili a Piazza del Gesù, dal 29 aprile al 31 maggio 1995, nella mostra di Pepi Merisio “Tesori di Piazza del Gesù “, con 10 foto, completando l’opera del grande Maestro; 4) a Napoli, al Laboratorio fotografico “Copyright”, in via Cornelia dei Gracchi 18, dal 29 dicembre 1997 al 30 marzo 1998, la personale con 4 foto dal titolo “Santa Lucia”; 5) a Napoli, a Palazzo Serra di Cassano, all’Istituto Italiano per gli Studi filosofici (IISF), dal 16 al 22 gennaio 1999, col Patrocinio morale dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli, la personale con 30 foto dal titolo “Napoli 1999”; 6) a Napoli, a Palazzo Serra di Cassano, all’IISF, dal 14 al 31 ottobre 2000, la personale con 32 foto dal titolo “Colori del tempo”; 7) a Napoli, a Palazzo Serra di Cassano, all’IISF, dal 24 febbraio al 15 marzo 2006, prorogata fino al 18 aprile 2006, la personale con 13 foto dal titolo “Il mare che non si vede”, con presentazione del filosofo Eugenio Mazzarella e dell’oceanografo Maurizio Ribera d’Alcalà; 8) a Napoli, a Palazzo Carafa di Roccella, al Museo di Arte contemporanea PAN, dal 21 ottobre al 19 novembre 2006, con 10 foto dal titolo “Vesuvio all’alba”, nell’ambito della mostra “Napoli e il suo vulcano”; 9) a Roma, nel Complesso del Vittoriano, dal 12 gennaio all’ 11 febbraio 2007, con 10 foto dal titolo “Vesuvio all’alba”, nell’ambito della mostra “Alla scoperta del Vesuvio”. Dopo una lunga pausa di sedici anni, in seguito alla tragica scomparsa di sua figlia Fanny, ha ripreso a esporre sue foto in pubblico: 10) a Trieste, alla Sala Xenia della Comunità Greco – Orientale, dal 7 al 19 maggio 2024, con 6 foto e 3 sue poesie, relative a quadri di Serena Nono sulla Passione di Cristo (“La Pittura dell’Amen”, secondo il Teologo e Arcivescovo Bruno Forte), nell’ambito della collettiva dal titolo: “La spiritualità cristiana nell’Arte a Trieste”, a cura del Teologo Ettore Malnati e di Franco Rosso, Presidente del Centro iniziative culturali Z04; 11) a Trieste, alla Biblioteca consiliare “Livio Paladin”, dal 23 maggio al 21giugno 2024, la personale con 19 foto dal titolo “Non solo biblioteche. Oasi di raccolta e divulgazione di saperi”, con la presentazione del Critico d’Arte Franco Rosso; 12) a Trieste, alla Sala Leonor Fini, al Porto Vecchio, Magazzino 26, dal 2 al 7 luglio 2024, con 2 foto nell’ambito della Mostra d’Arte Sacra contemporanea dal titolo “Artistiche riflessioni spirituali”, a cura di Ettore Malnati e di Franco Rosso; 13) a Trieste, alla Camera di Commercio in Piazza della Borsa, dal 7 al 21 novembre 2024, con 1 foto dal titolo “La luce della speranza” (da lui, poi, commentata nella Cattedrale di San Giusto il 4 febbraio 2025, la registrazione audio in Radio Nuova Trieste – Speciali Incontri – 7 febbraio 2025 – “Giubileo degli Artisti: La bellezza via di speranza” – parte introduttiva: arte figurativa – e il video nel sito www.maree2001.it), nell’ambito della Mostra d’Arte Sacra contemporanea dal titolo “Verso il Giubileo 2025. L’arte immagina la speranza”, sempre a cura di Ettore Malnati e di Franco Rosso. Sulla sua fotografia ha pubblicato album e libri fotografici: Giacomo Garzya, 1) “Forti affetti”, a cura di Adriano Mele, Napoli 1994; 2) “Napoli 1999”, con prefazione di Renata De Lorenzo, Napoli 1999, Arte tipografica editrice; 3) “Le stagioni”, con prefazione di Renata De Lorenzo (dodici stampe, di cui due di Riccardo Rossi), Napoli 2000, Arte tipografica editrice; 4) “Colori di Procida”, con testi di Valeria del Vasto, Napoli 2002, Arte tipografica editrice; 5) “La mia Napoli”, con prefazione di Renata De Lorenzo, Napoli 2014, Arte tipografica editrice; 6) “Le vie dell’immagine. Scatti in cammino”, con prefazione di Massimo Gherardini, Roma 2023, Dantebus Edizioni, pp.1-202; 7) “Frammenti di Mediterraneo”, con prefazione di Massimo Gherardini, Roma 2023, Dantebus Edizioni, pp. 1-200. Questi due ultimi libri (con oltre 360 foto, una retrospettiva di più di trent’anni di fotografia) sono stati presentati il 4 aprile 2024 da Franco Rosso a Trieste al Caffé San Marco e recensiti da Francesca Schillaci e Mario D’Aquino, rispettivamente su “Il Piccolo” del 4 aprile 2024 (“Le vie dell’immagine di Giacomo Garzya dentro il Mediterraneo”) e su “Iuppiter News” del 30 maggio 2024 (“Giacomo Garzya, l’arte del poeta fotografo. Successo per i nuovi libri Frammenti del Mediterraneo e Le vie dell’immagine”); 8) “Fermo immagine a Nord Est”, Trieste 2024, pp. 1-376, Franco Rosso Editore, è stato presentato il 15 ottobre 2024 da Pierluigi Sabatti e Franco Rosso al Circolo della Stampa di Trieste (la registrazione è su “You Tube” e sul sito www.maree2001.it) e recensito da Claudio Ernè su “Il Piccolo” del 15 ottobre 2024 (“Fermo immagine a Nord Est del fotografo Giacomo Garzya”). Il 16 ottobre e il 12 dicembre 2024, il 16 gennaio e il 9 aprile 2025 è stato nuovamente presentato da Laura Vianello alla TV Capodistria (“Artevisione”, RTV Slo, Koper); da Vittorio Sutto per “Arte & Anima Plurale – Cultura Senza Limiti”; da Franco Rosso,Vittorio Sutto e Bruno Figliuolo (moderatore), alla Casa degli Artisti di Udine in Piazza Matteotti; da Guido Comis, direttore dell’ERPAC FVG, e dall’Editore Franco Rosso al Magazzino delle Idee in Trieste. Tutto ciò che Giacomo Garzya ha scritto sulla sua poesia e sulla sua fotografia, nonché le registrazioni di quasi tutti gli eventi di cui sopra sono su “You Tube”, sul suo sito www.maree2001.it e su quello della televisione slovena RTV Capodistria. Dal 1995 Giacomo Garzya ha scritto poesie sulle opere viste dal vivo di diversi artisti, soprattutto amici, che lo hanno ispirato: Mauro Martoriati, Franco Rosso, Serena Nono, Aldo Bressanutti, Carlo Fritsch, Antonio Trotta, Picasso, Ernst Ludwig Kirchner, Mimmo Paladino, Mario Giacomelli, Medardo Rosso, Salvador Dalì, Gil de Siloé, Osvaldo Moi, Antonio Oliveri del Castillo, Francesco Cioffi, Paolo Sandulli, Enzo e Nicola Pagano, Francesco Alessio, Céline Montmasson, Laura Bottaro, Daniela Pergreffi, Adriana Itri, Silvia Ciaccio, Patrizia Grubissa, Fabio Colussi, Cinzia Platania, Luisella Pacco, Mauro Marcellini, Daniela Foglia, nonché su musicisti di fama, su eventi e personaggi storici e letterari, come Tommaso Campanella, Mozart, Aung San Suu Kyi, Rainer Maria Rilke, Dino Campana, Alda Merini, Gustave Courbet, ecc. Ha scritto, poi, nel 1995, una recensione sui Murales, a Furore Alto, di Antonio Oliveri del Castillo; nel 2003 la presentazione della mostra fotografica di Antonio Caniparoli, “Poussières du Nepal” (Rouen e Parigi, Ambasciata del Nepal, maggio-giugno 2003); nel 2003 sulla mostra “Catabasi” di Francesco Alessio, Enzo e Nicola Pagano (cfr. “Il Mattino” del 10 gennaio 2004); il 28 febbraio 2014 presentò all’Humaniter di Napoli il libro di Aurora Cacopardo e Francesco D’Episcopo “Napoli: luoghi letterari”, Napoli 2011, Iuppiter edizioni (vedi Giacomo Garzya, “Napoli: luoghi letterari”, in “Chiaia magazine”, IX, n.1-2, febbraio/marzo 2014); il 18 maggio 2016 presentò, con Francesco D’Episcopo, al PAN (Palazzo delle Arti di Napoli), il libro di Aurora Cacopardo “Sotto un contorto ulivo saraceno”, Napoli 2015, Iuppiter edizioni; nel 2022 ha scritto sulle attuali rielaborazioni fotografiche, sulle quali nutre molte riserve: Giacomo Garzya, “Alexandra Mitakidis, quando la Fotografia incontra la Poesia”, in ” Chiaia Magazine”, Anno XVII, numero 100 – dicembre 2022, p. 23. Sui suoi libri di poesie e di fotografie hanno scritto, tra presentazioni, recensioni e altro: Giuseppe Galasso, Alessandro Quasimodo, Mary Barbara Tolusso, Eugenio Mazzarella, Luigi Mascilli Migliorini, Giuseppe Pontiggia, Marcello Gigante, Mario Del Treppo, Giovanni Arbocco, Maurizio Vitiello, Alessandra Troncone, Aurora Cacòpardo, Massimo Gherardini, Maria Rosaria Compagnone, Luigi Costanzo, Patricia Bianchi, Ugo Criscuolo, Adriana Pignani, Renata De Lorenzo, Riccardo Maisano, Jeff Matthews, Emanuela D’Amelio, Anna Esposito, Silvana Lucariello, Grazia Fulciniti, Anna Piccioni, Enzo Santese, Lucia Guidorizzi. Gli editori Franco Rosso, Francesco del Franco, Massimiliano De Francesco, il fotografo e giornalista Claudio Ernè, i giornalisti Carlo Franco, Fabrizio Coscia, Valeria del Vasto, Antonella Carlo, Tiziana Tricarico, Giovanni Chianelli, Antonella Ciancio, Angela Matassa, Enzo Pagliaro, Mario Vittorio D’Aquino, Rossella Galletti, Francesca Schillaci, Federica Grisolia, Vincenzo La Camera, Pier Carlo Lava, Costanza Falanga, Maria Neve Iervolino, Chiara Pradelli, Lucilla Fuiano, Rosanna Precchia. Per tale critica vedere Giacomo Garzya, “Poesie (1998-2010)”, Napoli 2011, M. D’Auria Editore, pp. 387-444 e nel suo sito web https://www.maree2001.it (Giacomo Garzya – Le Immagini e la Poesia). In tale sito vedere, inoltre, le sue numerose gallerie fotografiche con oltre 37.000 foto e 140.000 visualizzazioni (in Archivio è possibile vedere anche le foto da lui scattate tra il 1981 e il 2014).
BIO-BIBLIOGRAPHY OF GIACOMO GARZYA, UPDATED TO 7 MAY 2025
Giacomo Garzya (Naples, 22 November 1952), graduated in Modern History from the Federico II University of Naples, with 110 cum laude (1976), scholarship holder from the Italian Institute for Historical Studies (1976-1977), paid graduate researcher full of the CNR, former teacher of literary subjects in state schools, he published, between 1976 and 1983, works relating to the reorganization of the diocesan historical archive of Naples, edited by the Chair of Medieval and Modern History of Federico II, and historical essays on existing sources in the same Archive (Giacomo Garzya, 1) “Pastoral training and education. Notes on the Neapolitan clergy between 1650 and 1675”, in “Historical archive for the Neapolitan provinces” XV, 1976; 2) “Recruitment and social mobility of the Neapolitan secular clergy between 1650 and 1675” and 3) “Recruitment and priesthood of the secular clergy of the diocese of Naples. Dynamics of a new pastoral policy in the second half of the seventeenth century”, in “For the social and religious history of Southern Italy”, edited by Giuseppe Galasso and Carla Russo, volumes I and II, Naples 1980 and 1982); then found, in the “Sacra Patrimonia” fund of the aforementioned Historical Archive, four autographs by Giambattista Vico, one of which was a holograph, published with the approval of Pietro Piovani, in the “Bulletin of the Center of Vichian Studies”, IX 1979, Giacomo Garzya, “Unpublished Vichian autographs”, pp. 119-123. He has also published several reviews and the critical edition (edition, introduction and notes) of the convent chronicle of Father Sosio Del Prete, Giacomo Garzya, “Diary-chronicle of the Institute of the Little Handmaids of Christ the King (1932-1952)” , in three volumes, Portici 1983, pp.I-XVI (presentation of Frajar), and pp. 1-884. Finally, for four years, from 1980 to 1983, he was editorial secretary of the quarterly magazine directed by Giuseppe Galasso, “Prospettive Settanta”.
Giacomo Garzya, after having dealt with social and religious history, practiced photography and cultivated poetry. In fact, after an initial youthful interest, starting in the 1990s he wrote poetry again, published between 1998 and 2024, in eighteen collections: Giacomo Garzya, 1) “Solaria”, Naples 1998, pp.1-37, M. D’Auria Editore; 2) “Maree”, with a preface by Giuseppe Galasso, Naples 2001, pp.1-63, M. D’Auria; 3) “Past and Present”, Naples 2002, pp.1-73, Arte tipografica editrice, presented by Angela Matassa and Adriana Pignani, moderator Enzo Pagliaro, in Naples, on January 30, 2003, at the Italian Institute for Philosophical Studies (IISF, Palazzo Serra di Cassano); 4) “Il mare di dentro”, with a preface by Patricia Bianchi, Naples 2005, pp.1-126, M. D’Auria, presented by P. Bianchi and Adriana Pignani, moderator Enzo Pagliaro, at the IISF, on May 10, 2005 (with a reading of a selection of poems by the actor Tommaso Bianco); 5) “Pensare è non pensare”, with a preface by the philosopher and poet Eugenio Mazzarella, Naples 2009, pp.1-71, Bibliopolis, presented on April 24, 2009, at the IISF, by Patricia Bianchi and Valerio Petrarca, moderator Enzo Pagliaro, reciting voices: Paola Celentano Garzya and Giovanna Marmo; 6) “Il viaggio della vita”, with a preface by Riccardo Maisano, Naples 2010, pp.1-119, M. D’Auria, presented in early June 2010, in Naples, at the “Feltrinelli” in Piazza dei Martiri, by Giovanni Starace; 7) “Poesie” (1998-2010), with a preface by Luigi Mascilli Migliorini, Naples 2011, pp.1-456, M. D’Auria (second place at the “Fourth International Prize Fëdor Dostoevskij”, 2023), presented at the IISF, on May 12, 2011, by Luigi Mascilli Migliorini, moderated by Anna Esposito, with a selection of poems read by Maestro Carlo Forni; 8) “L’Amour et le violon”, poems written by him, first in French, then translated into Italian, with the supervision and preface of Emanuela D’Amelio, Naples 2012, pp.1-65, M. D’Auria; 9) “A year”, with a preface by Silvana Lucariello, Naples 2013, pp.1-74, M. D’Auria, presented by Silvana Lucariello and Eugenio Mazzarella at IISF, on February 7, 2014 (“A plaster on the soul. A year by Giacomo Garzya”, the report by E. Mazzarella, was published in 2019, in Giacomo Garzya, “Love like the wind”, pp. 59-61); 10) “Campania felix”, English translation by Jeff Matthews, with text on the facing page, Naples 2014, pp. 1-126, M. D’Auria; 11) “A mirror”, with a preface by Aurora Cacòpardo, Naples 2015, pp. 1-87, M. D’Auria, presented by A. Cacòpardo and Felice Zoena at the IISF on 29 April 2015, and by Ugo Criscuolo at the Academy of Archaeology, Letters and Fine Arts of Naples (National Society) on 4 November 2015; 12) “Pettirosso”, with a preface by Maria Rosaria Compagnone, Naples 2015, pp. 1-95, M. D’Auria, presented by Aurora Cacòpardo and M. R. Compagnone, moderator Felice Zoena, at the IISF Institute on 11 January 2016; 13) “I sassi parlano”, with a preface by Anna Esposito, Naples 2016, pp. 1-143, Iuppiter Edizioni, presented at the IISF Institute on 15 December 2016 by A. Esposito and A. Cacòpardo, moderator Felice Zoena; 14) “Love like the wind. Poems (2011-2015)”, with a memory in memory of Fanny by Paola Celentano Garzya, Naples 2019, pp. 1-252, Iuppiter Edizioni, presented on October 8, 2019 in Naples, at the Galleria degli Eventi, Palazzo Serra di Cassano, Interno A 14, by Anna Esposito, moderator Espedito Pistone and in Trieste, at the Liberetà University, by Anna Piccioni, on November 8, 2019; 15) “Delos. Poems (2015-2019)”, with a preface by Enzo Santese, Naples 2020, pp. 1-342, Iuppiter Edizioni (finalist at the “XIX Mario Luzi International Prize, 2023-2024”; sixth place at the “VIII Salvatore Quasimodo International Prize”, 2023), presented in Trieste in the garden of San Michele on August 18, 2020, by E. Santese (review: “The sacred center of poetry. Lucia Guidorizzi: about “Delos” by Giacomo Garzya”, in “Cartesensibili”, wordpress.com, December 24, 2022; 16) “The reverberation of words. Poems 2020-2022”, with a preface by Massimo Gherardini, Rome 2023, pp. 1-96, Dantebus Edizioni; 17) “Calendario 2024. Dantebus Margutta”, Rome 2023, Dantebus Edizioni (twelve poems paired, from January to December, with the poets and writers: Merini, Garcìa Marquez, Wilde, Dante, Bukowski, Camilleri, Pasolini, Yourcenar, Hemingway, Allende, D’Annunzio and Virginia Woolf); 18) “È la vita”, with a preface by Alessandro Quasimodo, Villanova di Guidonia 2024, pp. 1-110, Aletti Editore, reviewed by Mary Barbara Tolusso in “Il Piccolo” on February 6, 2025: “È la vita, the poetic tale of photographer Giacomo Garzya”. The numerous press releases of the publisher Aletti in online magazines, written by Vincenzo La Camera, Federica Grisolia and Pier Carlo Lava, were followed by an interview with him to present the anthology to readers, published in “paroleinfuga.it”, in collaboration with the magazine “Orizzonti” and the presentation, on November 6, 2024, by the two-time Nobel Prize nominee Hafez Haidar, in the literary salon of the publisher Aletti: “I diamanti: A tu per tu con Giacomo Garzya”. Then, in Udine on January 16, 2025, the presentation of “È la vita”, together with his latest photographic book “Fermo immagine a Nord Est”, edited by Franco Rosso, Vittorio Sutto and Bruno Figliuolo (moderator), at the Casa degli Artisti (at “Italian Secret” in Piazza Matteotti). Finally, he edited the book of his daughter Fanny, who tragically passed away on February 6, 2008, “Scritti e racconti brevi, in appendice ricordi di lei, edited by his father”, Arte Tipografica Editrice, Naples 2009 (click on “Fanny Garzya” on his website www.maree2001.it). Since 2003, many of his poems have been published in various anthologies and specialized magazines, such as “Resistenze quotidiane” (seven of his poems, on December 21, 2024, in the column “Lo specchio del poeta” edited by the literary critic Vincenzo Salerno); “L’Appennino meridionale”, Naples 2004; “Prospettive”; “Sentire”; “L’eco delle parole”, Rome 2014 and 2024, Pagine publishing house; “Enciclopedia dei poeti italiani contemporanei”, Villanova di Guidonia 2022, Aletti Editore; “The Federician Green, XIV 2023”, Aletti Editore; “The Federician Amaranth, XV 2024”, Aletti Editore; “Between a picked flower and another given. Love poems 2023”, Aletti Editore; “The morning will come and it will have a verse of yours, 2023”, Aletti Editore; “Dedicated to…poems to remember. World Poetry Day, 2023”, Aletti Editore; “Anthology of the Ninth International Salvatore Quasimodo Prize” (2024), Aletti Editore; “Stromboli, the island of poets”, (2024), Aletti Editore. Giacomo Garzya has always been a finalist and with “mentions of merit,” in the nine poetry competitions in which he has participated since the end of 2022: in particular, as a finalist of the Mario Luzi International Prize, XIX edition 2023-2024, with his book of poems “Delos”, Naples 2020, Iuppiter Edizioni, he received, on December 19, 2024, the Title and Merit of Alfiere della Cultura; he then came in second at the “Fourth International Fëdor Dostoevskij Prize”, with his book “Poesie” (1998-2010), with a presentation by Luigi Mascilli Migliorini, Naples 2011; sixth ex aequo, with “special mention of merit”, at the “Eighth International Salvatore Quasimodo Prize”, president of the jury his son Alessandro, again with his book “Delos. Poesie (2015-2019)”; “Poeta Federiciano” at the International Competition “Il Federiciano”, 2022 and 2023 editions, honorable mention at “Stromboli”, 2024. Over thirty of his poems have been recited by professional actors and the audio and video are on “You Tube” and on his website www.maree2001.it. Many others have been translated into English and modern Greek, some into German, Spanish, classical Arabic and about thirty by himself into French. The poems in modern Greek, all already published, were translated, about twenty years ago, by Costantino Nikas – forty-seven chosen from his first three books of poetry: “Solaria” (1998), “Maree” (2001), “Past and present” (2002) – and, in 2024, by Grazia Fulciniti. Furthermore, in Trieste, between 2019 and 2024, he had many opportunities to read his poems publicly and, on August 10, 2019, he was interviewed by Luisella Pacco on “Radio city Trieste” (you can listen to it on his website www.maree2001.it , “Other media” – “Audio”).
As a photographer, since 1994, he has exhibited his photographs in solo and group exhibitions: 1) in Naples, at Palazzo Pignatelli, from 4 to 13 May 1994, his first solo exhibition with 21 photos entitled “Forti affetti” (catalogue by Adriano Mele); 2) in Naples, at the Casina Pompeiana in the Villa Comunale, from 17 to 23 December 1994, in the exhibition “Napoli Arte. Cento artisti a confronto”, curated by “Napoli 2000” and “Il Tempo”, with 4 photos (winning first prize for colour photography); 3) in Naples, at the Oratorio dei Nobili in Piazza del Gesù, from 29 April to 31 May 1995, in Pepi Merisio’s exhibition “Tesori di Piazza del Gesù”, with 10 photos, completing the work of the great Master; 4) in Naples, at the “Copyright” photographic laboratory, in via Cornelia dei Gracchi 18, from 29 December 1997 to 30 March 1998, the personal exhibition with 4 photos entitled “Santa Lucia”; 5) in Naples, at Palazzo Serra di Cassano, at the Italian Institute for Philosophical Studies (IISF), from 16 to 22 January 1999, with the moral patronage of the Department of Culture of the Municipality of Naples, the personal exhibition with 30 photos entitled “Naples 1999”; 6) in Naples, at Palazzo Serra di Cassano, at the IISF, from 14 to 31 October 2000, the personal exhibition with 32 photos entitled “Colors of Time”; 7) in Naples, at Palazzo Serra di Cassano, at the IISF, from 24 February to 15 March 2006, extended until 18 April 2006, the personal exhibition with 13 photos entitled “The sea that cannot be seen”, with a presentation by the philosopher Eugenio Mazzarella and the oceanographer Maurizio Ribera d’Alcalà; 8) in Naples, at Palazzo Carafa di Roccella, at the Museum of Contemporary Art PAN, from 21 October to 19 November 2006, with 10 photos entitled “Vesuvius at dawn”, as part of the exhibition “Naples and its volcano”; 9) in Rome, in the Vittoriano Complex, from 12 January to 11 February 2007, with 10 photos entitled “Vesuvius at dawn”, as part of the exhibition “Discovering Vesuvius”. After a long break of sixteen years, following the tragic death of his daughter Fanny, he has resumed exhibiting his photos in public: 10) in Trieste, at the Sala Xenia of the Greek-Oriental Community, from 7 to 19 May 2024, with 6 photos and 3 of his poems, relating to paintings by Serena Nono on the Passion of Christ (“The Painting of the Amen”, according to the Theologian and Archbishop Bruno Forte), as part of the group exhibition entitled: “Christian spirituality in Art in Trieste”, curated by the Theologian Ettore Malnati and Franco Rosso, President of the Z04 Cultural Initiatives Centre; 11) in Trieste, at the “Livio Paladin” Council Library, from 23 May to 21 June 2024, the solo exhibition with 19 photos entitled “Not just libraries. Oasis of collection and dissemination of knowledge”, with the presentation of the art critic Franco Rosso; 12) in Trieste, at the Sala Leonor Fini, Porto Vecchio, Magazzino 26, from 2 to 7 July 2024, with 2 photos as part of the Contemporary Sacred Art Exhibition entitled “Artistic Spiritual Reflections”, curated by Ettore Malnati and Franco Rosso; 13) in Trieste, at the Chamber of Commerce in Piazza della Borsa, from 7 to 21 November 2024, with 1 photo entitled “The light of hope” (which he then commented on in the Cathedral of San Giusto on 4 February 2025, the audio recording on Radio Nuova Trieste – Special Meetings – 7 February 2025 – “Giubilee of Artists: Beauty, a Way of Hope” – introductory part: figurative art – and the video on the website www.maree2001.it), as part of the Contemporary Sacred Art Exhibition entitled “Towards the Jubilee 2025. Art imagines hope”, also curated by Ettore Malnati and Franco Rosso.
He has published albums and photo books on his photography: Giacomo Garzya, 1) “Forti affetti”, edited by Adriano Mele, Naples 1994; 2) “Naples 1999”, with a preface by Renata De Lorenzo, Naples 1999, Arte tipografica editrice; 3) “The seasons”, with a preface by Renata De Lorenzo (twelve prints, two of which by Riccardo Rossi), Naples 2000, Arte tipografica editrice; 4) “Colors of Procida”, with texts by Valeria del Vasto, Naples 2002, Arte tipografica editrice; 5) “My Naples”, with a preface by Renata De Lorenzo, Naples 2014, Arte tipografica editrice; 6) “The ways of the image. Shots on the move”, with a preface by Massimo Gherardini, Rome 2023, Dantebus Edizioni, pp.1-202; 7) “Fragments of the Mediterranean”, with a preface by Massimo Gherardini, Rome 2023, Dantebus Edizioni, pp. 1-200. These last two books (with over 360 photos, a retrospective of more than thirty years of photography) were presented on April 4, 2024 by Franco Rosso in Trieste at the Caffé San Marco and reviewed by Francesca Schillaci and Mario D’Aquino, respectively in “Il Piccolo” on April 4, 2024 (“The ways of the image of Giacomo Garzya inside the Mediterranean”) and in “Iuppiter News” on May 30, 2024 (“Giacomo Garzya, the art of the poet photographer. Success for the new books Fragments of the Mediterranean and The ways of the image”); 8) “Fermo immagine a Nord Est”, Trieste 2024, pp. 1-376, Franco Rosso Editore, was presented on October 15, 2024 by Pierluigi Sabatti and Franco Rosso at the Circolo della Stampa in Trieste (the recording is on “You Tube” and on the website www.maree2001.it) and reviewed by Claudio Ernè in “Il Piccolo” on October 15, 2024 (“Fermo immagine a Nord Est by photographer Giacomo Garzya”). On October 16 and December 12, 2024, January 16 and April 9, 2025 it was presented again by Laura Vianello on TV Capodistria (“Artevisione”, RTV Slo, Koper); by Vittorio Sutto for “Arte & Anima Plurale – Culture Without Limits”; by Franco Rosso, Vittorio Sutto and Bruno Figliuolo (moderator), at the Casa degli Artisti in Udine in Piazza Matteotti; by Guido Comis, director of ERPAC FVG, and by the Editor Franco Rosso at the Magazzino delle Idee in Trieste. Everything Giacomo Garzya has written about his poetry and photography, as well as recordings of almost all the events mentioned above are on “You Tube”, on his website www.maree2001.it and on that of the Slovenian television RTV Capodistria.
Since 1995 Giacomo Garzya has written poems about the works he has seen live by various artists, especially friends, who have inspired him: Mauro Martoriati, Franco Rosso, Serena Nono, Aldo Bressanutti, Carlo Fritsch, Antonio Trotta, Picasso, Ernst Ludwig Kirchner, Mimmo Paladino, Mario Giacomelli, Medardo Rosso, Salvador Dalì, Gil de Siloé, Osvaldo Moi, Antonio Oliveri del Castillo, Francesco Cioffi, Paolo Sandulli, Enzo and Nicola Pagano, Francesco Alessio, Céline Montmasson, Laura Bottaro, Daniela Pergreffi, Adriana Itri, Silvia Ciaccio, Patrizia Grubissa, Fabio Colussi, Cinzia Platania, Luisella Pacco, Mauro Marcellini, Daniela Foglia, as well as about famous musicians, historical and literary events and figures, such as Tommaso Campanella, Mozart, Aung San Suu Kyi, Rainer Maria Rilke, Dino Campana, Alda Merini, Gustave Courbet, etc. He then wrote, in 1995, a review of the Murales, in Furore Alto, by Antonio Oliveri del Castillo; in 2003 the presentation of the photographic exhibition by Antonio Caniparoli, “Poussières du Nepal” (Rouen and Paris, Embassy of Nepal, May-June 2003); in 2003 on the exhibition “Catabasi” by Francesco Alessio, Enzo and Nicola Pagano (see “Il Mattino” of 10 January 2004); on 28 February 2014 he presented at the Humaniter in Naples the book by Aurora Cacopardo and Francesco D’Episcopo “Naples: literary places”, Naples 2011, Iuppiter editions (see Giacomo Garzya, “Naples: literary places”, in “Chiaia magazine”, IX, n.1-2, February/March 2014); on May 18, 2016, with Francesco D’Episcopo, at the PAN (Palazzo delle Arti in Naples), he presented Aurora Cacopardo’s book “Sotto un contorto ulivo saraceno”, Naples 2015, Iuppiter editions; in 2022 he wrote about the current photographic reworkings, about which he has many reservations: Giacomo Garzya, “Alexandra Mitakidis, when Photography meets Poetry”, in “Chiaia Magazine”, Year XVII, number 100 – December 2022, p. 23.
His books of poetry and photography have been written about, among presentations, reviews and more: Giuseppe Galasso, Alessandro Quasimodo, Mary Barbara Tolusso, Eugenio Mazzarella, Luigi Mascilli Migliorini, Giuseppe Pontiggia, Marcello Gigante, Mario Del Treppo, Giovanni Arbocco, Maurizio Vitiello, Alessandra Troncone, Aurora Cacòpardo, Massimo Gherardini, Maria Rosaria Compagnone, Luigi Costanzo, Patricia Bianchi, Ugo Criscuolo, Adriana Pignani, Renata De Lorenzo, Riccardo Maisano, Jeff Matthews, Emanuela D’Amelio, Anna Esposito, Silvana Lucariello, Grazia Fulciniti, Anna Piccioni, Enzo Santese, Lucia Guidorizzi. The publishers Franco Rosso, Francesco del Franco, Massimiliano De Francesco, the photographer and journalist Claudio Ernè, the journalists Carlo Franco, Fabrizio Coscia, Valeria del Vasto, Antonella Carlo, Tiziana Tricarico, Giovanni Chianelli, Antonella Ciancio, Angela Matassa, Enzo Pagliaro, Mario Vittorio D’Aquino, Rossella Galletti, Francesca Schillaci, Federica Grisolia, Vincenzo La Camera, Pier Carlo Lava, Costanza Falanga, Maria Neve Iervolino, Chiara Pradelli, Lucilla Fuiano, Rosanna Precchia. As for the criticism see Giacomo Garzya, “Poesie (1998-2010)”, Naples 2011, M. D’Auria Editore, pp. 387-444 and on his website https://www.maree2001.it (Giacomo Garzya – Le Immagini e la Poesia). On this site you can also see his numerous photo galleries with over 37,000 photos and 140,000 views (in the Archive you can also see the photos he took between 1981 and 2014).
UNA RIFLESSIONE SULLA MIA ATTIVITÀ DI POETA E FOTOGRAFO La poesia è stata sempre parte importante della mia vita, rappresentando una continua ricerca esistenziale: la mia inquietudine, la storia come memoria, gli amori, i luoghi, la natura, il vento e il mare motore di tutte le cose, le mie radici mediterranee e nordiche, fino al lutto per la scomparsa tragica di mia figlia Fanny. Sulla mia prima formazione giovanile, molta importanza hanno avuto le letture intensive dei classici, in particolare i Poemi omerici, Saffo e gli altri Lirici (nella traduzione di Salvatore Quasimodo), Catullo, Orazio, Foscolo, Kavàfis, Garcìa Lorca, Ungaretti, Dostoevskij, Hemingway, de Saint-Exupéry, Malaparte e la Fallaci. Quanto allo stile, come è stato già notato nel 2001 da Giuseppe Galasso nella prefazione al mio secondo libro di poesie “Maree”, “i versi di Garzya sono…lievi, scorrono con la naturalezza della spontaneità che li ha dettati anche quando sono densi…di nomi famosi, di tòpoi storici e letterari”. Lo stile, infatti, nella scrittura ha un peso specifico: Francesco De Sanctis diceva che “la forma è la cosa”, ma l’uso indispensabile delle principali regole della retorica – la poesia non è la prosa – e la forza evocativa delle parole, legate al personale bagaglio lessicale (la parola greca “Logos”, quindi, nei suoi due significati di parola e pensiero, tante parole tanti pensieri), non bastano da sole, senza un’ispirazione creativa fatta di emozioni, l’ “Io lirico”, la storia anche personale di ieri e di oggi, purché si renda universale. Quindi forma e contenuti, secondo la lezione leopardiana che definiva Vincenzo Monti “poeta dell’orecchio e della immaginazione, ma non del cuore”. L’immediatezza, poi, con cui ho scritto molte poesie non vuol dire scrittura spontanea, ma pensieri sedimentati, che fuoriescono quando devono, quando sono maturi. Il mio percorso poetico trentennale, se non si considerano gli anni giovanili, vuole coltivare innanzitutto l’ “Io lirico”, essere un’introspezione non intimista, bensì universale, vuole essere autobiografico, un “romanzo della vita”, alla Umberto Saba, un diario dell’anima, non della mia soltanto, ma di tutte le anime portate a pensare, a riflettere sul significato della propria esistenza, nel suo scorrere tra esperienze trascorse e nuove emozioni; la mia poesia, infine, fin dall’inizio, ha voluto essere anche un antidoto contro l’oblio del tempo, preservando i valori della nostra civiltà, tenendo sempre vivi gli affetti, che ci consentono di sopravvivere in un mondo spesso ostile, non sempre o non proprio amico. Sin da piccolo mio padre Antonio – poliglotta (parlava correntemente otto lingue), insigne Filologo classico e bizantinista, professore di Letteratura greca all’Università Federico II di Napoli, nonché di greco medioevale alla Sorbona e “associé étranger de l’Académie des Inscriptions et Belles-Lettres” – il mio primo Maestro, mi inculcò il valore dell’universalità e quando scrivo interrogo me, pensando agli altri. Sicuramente nelle mie poesie, col passare degli anni, vi si legge anche un iter di maturazione verso tematiche storiche, sociali, religiose, ambientali, non solo, quindi, legato a ispirazioni introspettive e intimistiche, che pure sono parte consistente della mia produzione. Il mio poetare, infine, definito da qualche critico, “neoumanistico”, spesso vissuto in prima istanza con le persone care, è un invito a vivere con gioia le cose belle, ribadendo con forza la mia citazione di Oscar Wilde, nella mia prima silloge poetica del 1998, “Solaria”: “coloro i quali trovano nelle cose belle significati belli, sono persone colte. Per questi c’è speranza”. La bellezza, quindi, non fine a se stessa ma storicizzata, che fa stare in pace sé e gli altri, in contrapposizione dialettica al dolore, al dramma della morte. Il dolore, il dubbio, l’oppressione rimanendo comunque i veri motori dell’esistenza, forieri di creatività, di libertà, di fede, anche quella del “Deus sive Natura” di Spinoza, che aveva divinizzato l’intero Cosmo, stando all’interpretazione di Hegel. Quanto alla mia fotografia, essa nasce fin dall’infanzia come fotografo di famiglia nei viaggi estivi, quando con un apparecchio a fuoco fisso, senza nessuna pretesa, fotografavo viaggiando con la mia famiglia; fu in quegli anni che visitando musei d’arte nelle varie capitali europee, acquisii un gusto personale, utile per inquadrare le foto, di lì anche la capacità di saper osservare i paesaggi, urbani e non, nonché le varie tipologie di persone incontrate. La mia fotografia divenne professionale in pochi anni, dopo il passaggio nel 1981 alla reflex e alle diapositive, con risultati più che soddisfacenti, soprattutto quando iniziai a fotografare con l’ottica Zeiss, grazie ai suggerimenti di Pepi Merisio, con cui ebbe la fortuna di lavorare per un breve periodo, negli anni 1994-1995. Questo percorso analogico si concluse nel 2009, l’anno in cui fui costretto al digitale, in primo luogo, perché i laboratori fotografici, per il crollo della domanda, non rinnovavano più con frequenza gli acidi per lo sviluppo delle diapositive, con risultati a dir poco disastrosi, in secondo luogo perché diventava sempre più difficile reperire le pellicole, essendosi ridotta la loro produzione a livello mondiale. La mia fotografia, poi, è stata innanzitutto basata sullo studio impressionistico della luce: per qualche critico, una metafisica della luce finalizzata alla ricerca di una natura primordiale nei suoi elementi fluttuanti, in un incessante pànta rheî, quindi uno studio sui quattro elementi, basata sulla lettura dei Greci, partendo dai frammenti di Empedocle, che mi portava a fotografare nuvole, tramonti rossi, onde marine, rocce, albe sul Vesuvio, secondo un criterio che avrebbe portato al superamento del momento prettamente emotivo che le aveva volute. L’acqua, elemento primigenio, la terra in continua trasformazione, il fuoco indomito che stordisce, abbaglia, che dà luce alla scena e calore alla nostra esistenza, alla nostra fantasia, quindi anche un rapporto cromatico-emozionale tra elementi che interagiscono tra loro: Fuoco-Sole-Luce-Energia-Calore-Colore-Nuvole-Acqua- Vento-Roccia. Tale ricerca, durata molti anni, confluì in parte, per quanto concerne l’elemento Acqua, in una mia mostra personale nel 2006, a Palazzo Serra di Cassano a Napoli, sede dell’Istituto italiano per gli Studi filosofici, dal titolo “Il mare che non si vede”, presentata dal filosofo e poeta Eugenio Mazzarella e dall’Oceanografo Maurizio Ribera d’Alcalà. Lo studio monografico sui quattro elementi, solo per la mia incapacità di trovare degli sponsors, non si concretizzò, una ventina d’anni fa, in una mostra personale a Milano e in un volume edito sempre a Milano, la capitale italiana della fotografia. Ebbene questi, oltre ai reportages fotografici dei miei viaggi, sono i temi ricorrenti nella mia fotografia. Quanto alla mia fotografia analogica, la diapositiva per me aveva rappresentato un prodotto finito già allo scatto, non si poteva sbagliare, e già ne conoscevo il risultato, buono non solo per il reportage, ma anche per la fotografia creativa. Anche con l’apparecchio digitale, in realtà, con opportuni accorgimenti e tarature a priori, fotografando per lo più con priorità dei diaframmi, ho ottenuto ottimi risultati, senza mai arrivare al “photoshop”, se non per regolare, quando necessario, la luminosità. Pur rimpiangendo la fotografia analogica, per una mia personale modalità di intendere la resa fotografica, la fotografia digitale, specie nel reportage e nelle precarie condizioni di luce, presenta innumerevoli vantaggi, che non sto qui a dire tanto sono noti, su tutti quello di avere a disposizione un numero quasi illimitato di scatti e, nella stessa macchina, molteplici pellicole, nonché quello di non dipendere dalla temperatura dell’ambiente circostante, nemico giurato delle diapositive. Infine la fotografia digitale, come la fotografia in b/n dei grandi Maestri, ha aperto a un tipo di arte più concettuale, surreale, rielaborata al computer, un tempo nella mitica camera oscura. Oggi non sono ancora, a 72 anni appena compiuti, come disse Cesare Pavese a quarant’anni, “alla fine della candela”, ma vivo con molto piacere questa fase della mia esistenza, e, dopo aver superato momenti piuttosto difficili quanto alla salute, le mie giornate sono state sempre piene, anzi devo dire che non ho mai lavorato tanto in vita mia, nel senso che ho letto molto, ho fotografato molto e le mie poesie, scritte dal periodo della pandemia ad oggi, sono state permeate non di rado, da una visione più storicista e da un “pensiero forte”, da far prevalere sul cosiddetto “pensiero debole”. Questo lascito idealista l’ho avuto dai miei studi storici, dai miei Maestri Giuseppe Galasso e Mario del Treppo e in prima istanza da mio padre, pure lui crociano. Credo di averne colto la filosofia, cioè che è fondamentale dare un indirizzo preciso al proprio lavoro, eliminando, a costo di rimetterci, ogni compromesso, ogni imposizione da qualcuno sopra di noi o peggio da noi stessi, quando ci si sente costretti a fare qualcosa che non ci piace. La mia vita è andata così: ho sempre, o quasi sempre, fatto, a scapito della mia carriera lavorativa, ciò che più desideravo, in primis viaggiare – non è un fatto negativo come sosteneva Pavese quando diceva che “viaggiare è una brutalità”, ma al contrario ti permette di vivere più volte – in secondo luogo poter fissare le mie emozioni fotografando e scrivendo, onde poter rivivere al meglio, pienamente, i lati belli della vita. Trieste, 9 aprile 2025
Giacomo Garzya
GIACOMO GARZYA: BREVE TESTO SULLA MIA FOTOGRAFIA, DA ME LETTO ALL’INIZIO DELLA PRESENTAZIONE, A CURA DI GUIDO COMIS E FRANCO ROSSO, DEL MIO ULTIMO LIBRO FOTOGRAFICO “FERMO IMMAGINE A NORD EST”, TRIESTE 2024. COLGO L’OCCASIONE PER RINGRAZIARE SENTITAMENTE IL DOTT. COMIS DIRETTORE DELL’ERPAC FVG (Ente Regionale per il Patrimonio Culturale del Friuli Venezia Giulia) E L’EDITORE FRANCO ROSSO, CHE HANNO RESO POSSIBILE IL MOLTO BEN RIUSCITO EVENTO NELLA SPLENDIDA CORNICE DEL MAGAZZINO DELLE IDEE, CHE CONTEMPORANEAMENTE OSPITA LA MOSTRA “FOTOGRAFIA WULZ. TRIESTE, LA FAMIGLIA, L’ATELIER”. I VIDEO SULLA SERATA VERRANNO PUBBLICATI PROSSIMAMENTE NEL MIO SITO WEB “Giacomo Garzya – Le immagini e la Poesia – https://www.maree2001.it). TRIESTE, 9 APRILE 2025. Chi mi ha ben definito ultimamente è stata Mary Barbara Tolusso, su “Il Piccolo” del 6 febbraio 2025, quando, cogliendo appieno la dualità che è in me, quella del poeta anche fotografo, scrive: “lo sguardo esteriore dell’immagine e quello interiore dell’anima… A guardare le fotografie, infatti, ci investe una dimensione lirica, poetica appunto. Così a leggere i suoi testi, per prima cosa si evoca un panorama, la descrizione di un tramonto, di una città, del mare. E soprattutto delle persone“. “Memoria storica, memoria esistenziale quella di Giacomo Garzya: la giovinezza, l’amore, la distanza, la perdita“. Quanto alla mia fotografia, essa nasce fin dall’infanzia come fotografo di famiglia nei viaggi estivi, quando con un apparecchio a fuoco fisso, senza nessuna pretesa, fotografavo viaggiando con la mia famiglia; fu in quegli anni che visitando musei d’arte nelle varie capitali europee, acquisii un gusto personale, utile per inquadrare le foto, di lì anche la capacità di saper osservare i paesaggi, urbani e non, nonché le varie tipologie di persone incontrate. La mia fotografia divenne professionale in pochi anni, dopo il passaggio nel 1981 alla reflex e alle diapositive, con risultati più che soddisfacenti, soprattutto quando iniziai a fotografare con l’ottica Zeiss, grazie ai suggerimenti di Pepi Merisio, con cui ebbe la fortuna di lavorare per un breve periodo, negli anni 1994-1995. Questo percorso analogico si concluse nel 2009, l’anno in cui fui costretto al digitale, in primo luogo, perché i laboratori fotografici, per il crollo della domanda, non rinnovavano più con frequenza gli acidi per lo sviluppo delle diapositive, con risultati a dir poco disastrosi, in secondo luogo perché diventava sempre più difficile reperire le pellicole, essendosi ridotta la loro produzione a livello mondiale. La mia fotografia, poi, è stata innanzitutto basata sullo studio impressionistico della luce: per qualche critico, una metafisica della luce finalizzata alla ricerca di una natura primordiale nei suoi elementi fluttuanti, in un incessante pànta rheî, quindi uno studio sui quattro elementi, basata sulla lettura dei Greci, partendo dai frammenti di Empedocle, che mi portava a fotografare nuvole, tramonti rossi, onde marine, rocce, albe sul Vesuvio, secondo un criterio che avrebbe portato al superamento del momento prettamente emotivo che le aveva volute. L’acqua, elemento primigenio, la terra in continua trasformazione, il fuoco indomito che stordisce, abbaglia, che dà luce alla scena e calore alla nostra esistenza, alla nostra fantasia, quindi anche un rapporto cromatico-emozionale tra elementi che interagiscono tra loro: Fuoco-Sole-Luce-Energia-Calore-Colore-Nuvole-Acqua- Vento-Roccia. Tale ricerca, durata molti anni, confluì in parte, per quanto concerne l’elemento Acqua, in una mia mostra personale nel 2006, a Palazzo Serra di Cassano a Napoli, sede dell’Istituto italiano per gli Studi filosofici, dal titolo “Il mare che non si vede”, presentata dal filosofo e poeta Eugenio Mazzarella e dall’Oceanografo Maurizio Ribera d’Alcalà. Lo studio monografico sui quattro elementi, solo per la mia incapacità di trovare degli sponsors, non si concretizzò, una ventina d’anni fa, in una mostra personale a Milano e in un volume edito sempre a Milano, la capitale italiana della fotografia. Ebbene questi, oltre ai reportages fotografici dei miei viaggi, sono i temi ricorrenti nella mia fotografia. Quanto alla mia fotografia analogica, la diapositiva per me aveva rappresentato un prodotto finito già allo scatto, non si poteva sbagliare, e già ne conoscevo il risultato, buono non solo per il reportage, ma anche per la fotografia creativa. Anche con l’apparecchio digitale, in realtà, con opportuni accorgimenti e tarature a priori, fotografando per lo più con priorità dei diaframmi, ho ottenuto ottimi risultati, senza mai arrivare al “photoshop”, se non per regolare, quando necessario, la luminosità. Pur rimpiangendo la fotografia analogica, per una mia personale modalità di intendere la resa fotografica, la fotografia digitale, specie nel reportage e nelle precarie condizioni di luce, presenta innumerevoli vantaggi, che non sto qui a dire tanto sono noti, su tutti quello di avere a disposizione un numero quasi illimitato di scatti e, nella stessa macchina, molteplici pellicole, nonché quello di non dipendere dalla temperatura dell’ambiente circostante, nemico giurato delle diapositive. Infine la fotografia digitale, come la fotografia in b/n dei grandi Maestri, ha aperto a un tipo di arte più concettuale, surreale, rielaborata al computer, un tempo nella mitica camera oscura. Oggi non sono ancora, a 72 anni, come disse Cesare Pavese a quarant’anni, “alla fine della candela”, ma vivo con molto piacere questa fase della mia esistenza, e, dopo aver superato momenti piuttosto difficili quanto alla salute, le mie giornate sono state sempre piene, anzi devo dire che non ho mai fotografato tanto per fissare le mie emozioni, onde poter rivivere al meglio, pienamente, i lati belli della vita. Molto di rado, nel passato, ho fotografato con cellulari, tuttavia ora non potendo più utilizzare la mia reflex a mano libera, per me troppo pesante, fotografo con uno smartphone assai evoluto, che possiede un sensore di ultima generazione e quattro obiettivi di alta qualità, il Samsung Galaxy S25 Ultra e con una Canon Mirrorless R100. A partire, infine, dal mio primo libro di poesie “Solaria” del 1998, in cui riemerse una vocazione giovanile, quella di esprimermi con la voce della poesia, i luoghi da me visitati, quelli amati e più volte rivisitati, da immagini si trasformavano in parole, luoghi sempre diversi a seconda degli aspetti emozionali del momento, che variano col mutare della luce, dei colori, dei grigi della nostra vita. Fotografia e poesia, poesia e fotografia, quindi un tutt’uno inscindibile, in cui si riversano la mia esperienza, la mia inquietudine esistenziale, gli affetti per la terra di origine, le letture dei Poeti greci e del Kavafis di “Itaca” e, in tutte e due le forme espressive, la capacità di saper cogliere l’attimo, credo sia, senza presunzione, un mio tratto distintivo. Il tutto fa parte di un viaggio, metafora della vita, dove vi è una ricerca del bello non fine a se stesso, il ritorno alle radici, un viaggio inteso da viaggiatore, alla Alain De Botton, per intenderci. Giacomo Garzya
PER UNA CRONISTORIA DELLA MIA FOTOGRAFIA: DALLE DIAPOSITIVE AL DIGITALE Tutte le mie foto analogiche, rigorosamente diapositive dal 1981, digitalizzate a partire dal 2007 per il mio sito web https://www.maree2001.it, sono state realizzate utilizzando pellicole per diapositive a colori 135-36, in buona parte dei casi Kodak 100 e 200 ASA (Kodachrome, Ektachrome, Panther Professional). Ogni fotografo ha la sua pellicola e per me soprattutto i 100 ASA erano ideali per i miei reportage prevalentemente all’aperto, in giornate piene di luce, molto duttili e resistenti alle temperature estive, pur nell’utilizzo costante di borse termiche. Dopo quindici anni di fotografia con una compatta con messa a fuoco fissa, finalmente a trent’anni, la scoperta della Reflex, grazie ad un regalo di nozze. Così dal 1981 iniziai a fotografare con una Praktica MTL 3 della DDR con diversi obiettivi fabbricati a Jena e con l’onnipresente Tamron (35-210mm f/ 3,5-4,2). Pochi anni dopo, nel marzo 1987, il passaggio alla Yashica Fx-D Quartz, parente povera della Contax 139, con davvero poche differenze se non nel prezzo, ma con la possibilità di utilizzare l’ottica Zeiss (28mm f/ 2,8 Distagon T e 50mm f/1,7 Planar T). Poi dal giugno 1993, su consiglio di Pepi Merisio, sostituii il corpo macchina con una Contax 167 MT sempre con ottica Zeiss (la sua ottica), per completare nel marzo 1994 il corredo di obiettivi in mio possesso con l’85mm f/1,4 Planar T; il 135mm f/2,8 Sonnar T e il 35-70mm f/3,4 Vario-Sonnar T . L’apparecchio 167 MT, con l’aggiunta dei nuovi obiettivi, una vera opera d’arte l’85 mm Planar, fu uno dei maggiori successi di Kyocera e fu molto prezioso per la sua precisione nella mia fotografia di reportage, incentrata sul paesaggio marino, rurale e urbano. In quei 15 anni nei miei viaggi predilessi il 35-70mm e raramente utilizzai il 28 mm, da me così amato negli anni Ottanta. Come seconda macchina, anche se molto di rado, utilizzai dal 1997 una Yashica FX-3 super 2000. Dal 2009 giocoforza passai al digitale. Vi fui costretto perché lo sviluppo delle diapositive, per il crollo della domanda, era diventato scadente perché non si rinnovavano più con frequenza gli acidi per il necessario processo chimico. L’ultima fase, quella dello sviluppo, come è noto, era infatti fondamentale per una diapositiva e senz’appello. In più diventava sempre più difficile acquistare rollini di diapositive Kodak, non solo in Italia. Nei miei viaggi in Austria, Belgio, Canada, Cina, Croazia, Cuba, Danimarca, Egitto, Finlandia, Francia, Germania, Gibilterra, Giordania, Grecia, Hong Kong, Inghilterra, Irlanda, Irlanda del Nord, Italia, Malta, Marocco, Mauritius, Montenegro, Norvegia, Olanda, Romania, Turchia, Palestina, Perù, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Stati Uniti, Uzbekistan, ho praticato la fotografia utilizzando una Canon 450 D, con quattro obbiettivi : 18-55, 85, 24-105 e 70-300 mm. Quanto alla collocazione pubblica e permanente delle mie foto, realizzai, consigliato e sollecitato da amici fotografi di professione, dopo la mia esposizione di foto analogiche “Vesuvio all’alba”, dal 19 ottobre al 19 novembre 2006 al PAN (Palazzo delle Arti di Napoli) e dal 12 gennaio all’11 febbraio 2007 a Roma, al Vittoriano, un mio sito web https://www.maree2001.it “Giacomo Garzya – Le Immagini e la Poesia”.
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