Torino mi ha colpito per la scena artistica giovane e stimolante. Abbiamo visitato spazi autonomi come CRIPTA 747, Diogene e GUM che funzionano come piattaforme per l’attività di artisti indipendenti, per la musica, per le residenze e per forme alternative di educazione artistica. Molto distanti dalla retorica dell‘institutional critique, questi spazi mirano a realizzare esperimenti di gestione secondo i propri desideri. Non mi ha stupito sapere che Renato Leotta di CRIPTA ha collaborato con Diego Perrone e Christian Frosi alla creazione di “Artissima Lido” per la fiera Artissima. Queste iniziative sono un toccasana per la mia voglia di arte contemporanea.
A Torino ho anche scoperto che è nato uno dei festival più importanti di musica elettronica che si mischia alle arti visive, il Club to Club, che mi ha confermato quello che già pensavo prima di andarci: Torino è contemporanea.
A Milano ho incontrato diversi collettivi e spazi alternativi, per esempio, alcuni artisti appartenenti a Motel Lucy; l’Anonima Nuotatori allo spazio Brown o “Penso con le mie ginocchia”, il nuovo programma di residenza per giovani artisti organizzato da Mario Airò, Stefano Dugnani e Diego Perrone. Penso che sia interessante che le nuove generazioni non dipendano dal riconoscimento di musei o gallerie e si attivino per esporre le proprie opere creando strutture a sostegno del loro percorso dopo gli studi. Alla Galleria Fac-simile ho incontrato Horatio Goni che, dopo vent’anni di occupazione dello spazio di Casa Morgi, chiude a causa del restauro dell’edificio. Penso sia un vero peccato, vista la storia delle mostre realizzate (tra cui Vanessa Beecroft e Pierre Huyghe). Forse i “Lavoratori dell’Arte” potrebbe prenderne l’eredità. Nel tentativo di ottenere un riconoscimento politico, questo gruppo sta ripensando le istituzioni come spazi comuni, più che come proprietà private o pubbliche.
Lo studio visit con Liliana Moro è servito come una sorta di rivendicazione degli spazi di artisti. Le sue prime esperienze espositive sono infatti avvenute a Via Lazzaro Palazzi, una storia importante per la generazione del 1989.
La nostra visita a Venezia si è concentrata principalmente sulle attività della Fondazione Bevilacqua La Masa. La mia impressione è che le regole sulle residenze (tutti gli artisti devono risiedere in Veneto) limitino la possibilità di uno scambio culturale. Ho molto apprezzato l’esposizione Io, Tu, Lui, Lei. I curatori Francesco Ragazzi e Francesco Urbano hanno scelto il difficile tema della cultura omosessuale a Venezia, con cui in Italia il confronto è quasi nullo. Oltre alle nuove opere create dagli artisti, la mostra include riviste e giornali, che dimostrano il forte attivismo dei movimenti in Italia negli anni Settanta. Sfogliando le pubblicazioni mi sono chiesta che cosa sia successo a quest’energia.
Infine, solo una nota veloce, per includere la nostra visita a Vittorio Veneto a Nico Vascellari e al suo spazio Coda Lunga dedicato alla musica.
*articolo pubblicato su Exibart.onpaper n. 78. Te l’eri perso? Abbonati!
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ho trovato l'articolo interessantesulla nuova contemporaneita' di Michele Fiedler.
complimenti