Se n’è andato improvvisamente Gennaro Cimmino, coreografo e direttore artistico di Körper, Centro Nazionale di Produzione della Danza con base a Napoli, figura cardine nel panorama nazionale che si è distinta per il suo slancio nel mettere al centro della sua attività la produzione di giovani artisti e coreografi, per lo più partenopei e campani. Nel farlo, un afflato di generosità e visione che rispondeva a una questione meridionale ancora aperta e presente come una ferita, rappresentata dal divario artistico e culturale tra i nord e i sud del nostro paese, tra i centri e le periferie della produzione culturale. Con determinazione, Gennaro ha preso uno spazio di parola, ma ha costruito anche uno spazio fisico, architettonico, culturale, per restituire a una città la sua scena, segnata sino a quel momento da esodi e diaspore. Ha posto la danza e la coreografia al centro delle politiche culturali del sistema partenopeo, con una nuova brillantezza che non si dava al lamento, ma rilanciava verso il futuro, segnando il presente. Con la forza della praxis e con un’ottica rivoluzionaria, ha affiancato economicamente e progettualmente gli artisti che hanno attraversato Körper, sostenendoli, tracciando con loro le rotte, accompagnandoli nelle residenze, nei tour, nelle repliche, con ostinazione, credendo in loro, come amici e compagne di viaggio. L’eleganza e la lealtà con cui ha affrontato le lotte lo hanno contraddistinto, unendo al fare la pratica della gioia, condivisa, sia con la sua famiglia più intima ma sempre allargata, Arancio, Vito, sia con i suoi collaboratori e colleghi, con il passo di chi non cede al mondo dei grigi, di chi guarda al presente come un’utopia in essere.
Il risultato di questa operazione e vocazione, che è stata al centro della sua vita degli ultimi 15 anni, ha dato vita e ha contribuito allo sviluppo di una generazione di artisti che oggi calcano i palchi della scena contemporanea e che rappresentano alcuni tra i più interessanti sguardi della coreografia in Italia. Tra questi, Francesco Marilungo, Giovanfrancesco Giannini, Sara Lupoli, Roberto Tedesco, Andreana Notaro e molti altri.
Nella sua produzione è sempre rimasta accesa la tensione artistica verso la coreografia che immaginava come forma d’arte prossima a quella visuale, imprimendo il suo segno con una vivacità barocca, con una napoletanità a cui guardava ossessivamente come parte integrante del suo linguaggio e come fonte di ispirazione. Note sono le sue collaborazioni con il Museo Madre di Napoli. Tra queste nell’ambito dell’esposizione Coreografie per una mostra di Robert Mapplethorpe, coordina tutte le performance in un programma che comprendeva Olivier Dubois, Matteo Levaggi e Luna Cenere. Insieme all’artista Franco Silvestro in tale contesto ha dato vita a una performance in omaggio al grande fotografo statunitense dal titolo Dennis with flowers che chiudeva l’esposizione. La performance, partecipando al Premio Laguna Arte Prize, ha vinto il primo premio nella sezione Performance, ed è stata presentata il 2 ottobre 2021 all’esposizione all’Arsenale di Venezia.
A lui devo molte cose, un’amicizia, una stima reciproca, un cercarsi e consigliarsi tra le trame complesse del sistema culturale, ma anche la produzione del mio ultimo lavoro insieme ad Andreana Notaro, molti anni fa, in quegli anni di snodo verso il rinnovamento di Körper.
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