Non c’è da ricercare lo svolgimento dell’intreccio, né tutti i personaggi dell’infelice storia d’amore dei due celebri amanti di Shakespeare. Nello spettacolo “Ora parlami d’amore” della coreografa Paola Vezzosi (della compagnia toscana Adarte diretta insieme a Francesca Lettieri), Giulietta e Romeo sono elevati a prototipi di Eros e Thanatos per mettere in atto la carica propulsiva dell’amore e l’inevitabilità della morte. Binomio che è motore di una danza vibrante, che si spegne e riaccende di continuo. Già all’inizio, in un immaginario post-mortem, i due corpi sono stesi a terra, distanti l’uno dall’altro. A muoverli via via, è una scarica interna che rianima prima lei, poi lui, con una gestualità di diversa caratura, in una lunga, insistita sequenza con scivolamenti e contorsioni di pratica break dance; quindi in piedi fra sussulti molleggianti e rotazioni di braccia e busti che s’innervano in più direzioni fra attrazione e distanziamento.
A un assolo febbricitante segue un duetto di amorevole cura, prima sulle note della canzone “Amandoti” (del gruppo CCCP) dove le parole dicono la fatica dell’amare e lo svuotamento – “qualcosa che assomiglia a ridere nel pianto” dicono alcuni versi -, poi sulla canzone di Battiato “E ti vengo a cercare” (la sottolineatura dei gesti su questo brano, stride alquanto). Si cambia quadro con l’ingresso di due donne vestite di rosso e di blu, poi di un uomo in abito elegante.
Si compone il gruppo sulla musica “Dance of the Kinights” dal “Romeo e Giulietta” di Prokofiev, danzando all’unisono, scomponendosi in altri duetti e terzetti vigorosi alternati a più lente sequenze, tra corse, scatti furiosi con richiami a movimenti di bauschiana memoria complici il volteggiare dei lunghi capelli delle donne. Atterramenti a pancia in giù, giocosità e pose esibizionistiche; spaesamenti, gesti di seduzione, spinte, lamenti, e il fronteggiarsi in segno di sfida, compongono una visione sulla mutevolezza dell’amore fatta di passione, lutto, gioia e paura, che i cinque bravissimi danzatori – Lorenzo Di Rocco, Isabella Giustina, Enrico Cavalloni, Jennifer Lavinia Rosati e Valentina Sechi – esprimono con una fisicità ora forsennata, ora plastica, ora acrobatica.
L’insieme di “Ora parlami d’amore” – che ha debuttato al Teatro Cantiere Florida di Firenze – risente di una strutturazione a quadri che crea cali di tensione nell’architettura coreografica, mentre l’aver montato una playlist di canzoni e musiche troppo eterogenee, priva di unitarietà il discorso di movimento, a tratti ripetitivo, che descriva quell’amore folle di chi si amò “da morire”. Che non è solo di Romeo e Giulietta.
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