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Il corpo in quanto significato e significante, punto di partenza e di arrivo di dinamiche (auto)cognitive, emotive, spaziali è il fulcro della ricerca di TAO Dance Theatre, compagnia di danza cinese vincitrice del prestigioso Leone d’Argento alla Biennale Danza 2023.
Fondata a Pechino nel 2008 dal coreografo Tao Ye, dalla danzatrice/ costumista Duan Ni e dalla danzatrice Wang Hao, TAO Dance Theatre ha contribuito da un lato a innovare la scena della danza contemporanea locale conducendola verso territori inesplorati, dall’altro a fare conoscere al pubblico internazionale un nuovo approccio alla corporeità frutto di una visione olistica valida oltre i confini geografici e concettuali cinesi.
Nata in un contesto in cui le compagnie professioniste di danza nonché le sedi di piccole e medie dimensioni adibite alla fruizione di spettacoli erano limitate nei mezzi e nel numero, TAO Dance Theatre sin da subito ha elaborato una poetica distintiva che riconosce nel corpo, nello studio dei suoi movimenti – anche i più apparentemente insignificanti o automatici – l’essenza della sua ragione d’essere. “Abbiamo fondato TAO Dance Theater nella speranza di ispirare i danzatori cinesi con la nostra concezione del corpo e di contribuire ad abbattere i confini tra la danza e le altre discipline artistiche, di fungere da catalizzatore per la comunicazione interdisciplinare” afferma Duan Ni. Raggruppando professionisti provenienti da esperienze nazionali e internazionali di altissimo livello, TAO Dance Theatre si dedica alla creazione sul palco di un’esperienza che da meramente cinetica aspira a diventare sinestetica: il corpo è l’agente che crea nuove spazialità, atmosfere, emozioni, potenzialità, ma soprattutto modalità d’essere. Questo grazie a un modus operandi preciso, come sottolinea la compagnia: “Trattiamo il corpo come un cerchio, in estensione e contrazione. Il cerchio non definisce un singolo momento, ma fa fluire il pensiero e il movimento senza interruzione. Immaginiamo che ogni singolo centimetro del corpo possa descrivere un cerchio e dare vita a infinite possibilità di movimento. Così sperimentiamo variazioni di peso, gravità e baricentro di ogni centimetro del corpo insieme al legame vitale fra lo spazio e il tempo”.
Le tre performance selezionate per Venezia – 11 in prima italiana, 13 e 14 in prima europea – sono parte di Numerical Series e ben esemplificano la ricchezza concettuale di TAO Dance Theatre.
Prive di ogni orpello scenografico superfluo, le performance hanno come elemento fondante ballerini dalle teste rasate – persino i capelli sono considerati un’inutile distrazione – e dalle movenze spesso sospese tra improvvisazione e controllo. La loro duttilità permette di omaggiare una fisicità che si spinge oltre i generi, trascendendo se stessa in un continuo rimando tra dimensione concreta e astratta, microscopica e macroscopica. Il corpo diviene di volta in volta una tabula rasa: obliterando la memoria frutto della ripetizione meccanica, esso mette in luce la saggezza insita nell’essenza del movimento, del cambiamento oltre il paradigma che lo porta a rinnovarsi ad ogni sfida.
L’intersecarsi della dimensione individuale e collettiva domina 11. Undici ballerini i cui movimenti della parte inferiore del corpo sono rigorosamente coreografati, mentre quelli della parte superiore sono completamente improvvisati invitano a riflettere su come sia possibile raggiungere l’equilibrio tra le pulsioni naturali dell’individuo e la disciplina richiesta per operare in gruppo. 11 scardina i meccanismi che definiscono il significato di unicità e di libertà individuale: undici entità si muovono facendo propria l’armonia creata dalle loro differenze.
13, invece, utilizza il concetto della Trinità in correlazione a tre tipi di interazione e connessione corporea attraverso assoli, duetti e danze d’insieme. Inizialmente, i danzatori formano un unicum che gradualmente si sfalda fino a dare origine a forme diverse, seppure estensione di quella singolarità originaria. 14 porta la sperimentazione di TAO all’estremo: il ritmo, scandito dalla progressione della lancetta delle ore, è il protagonista assoluto di una performance in cui la stasi e l’azione si mescolano in gesti mai uguali a loro stessi, imprevedibili.
Il corpo per TAO Dance Theatre si rivela così un caleidoscopio dalle infinte possibilità. Queste ultime non nascono dallo sforzo muscolare bensì mentale, nel tentativo di vivere e fare vivere a tutti una vita più partecipata, consapevole e cosciente della propria esistenza.