Una compartecipazione di menti creative importanti, tra il coreografo Angelin Preljocaj, il musicista Thomas Bangalter, la stilista Adeline André, il light designer Eric Soyer e l’artista visivo Nicolas Clauss, e una compagnia numerosa formata da dieci danzatori del Ballet de l’Opéra de Bordeaux, e dieci del Ballet Preljocaj / CCN d’Aix-en-Provence, riuniti per una creazione che, anche per il titolo, “Mythologies”, non può non creare molte aspettative (lo abbiamo visto al Teatro Romolo Valli di Reggio Emilia nell’ambito del Festival Aperto).
La rivisitazione di figure mitiche e mitologiche col linguaggio della danza nel confronto con la contemporaneità, è sempre stata fonte di ispirazione per molti coreografi. Anche per Preljocaj. Chiedendosi cosa ci leghi ad esse e ai loro riti, e in che modo abbiano plasmato il nostro mondo, la nostra narrativa contemporanea, il franco-albanese le esplora oggi in maniera ancor più specifica rispetto ad altre sue precedenti creazioni, mettendo insieme déi, eroi ed eroine della mitologia in questo spettacolo imponente. Inizia con la proiezione, su uno schermo occupante l’intero proscenio, dei volti dei danzatori ripresi in primissimo piano.
Quando la scena si apre, su un altro schermo scorrono immagini di mani e braccia che si intrecciano, mentre a terra i corpi avviluppati dei danzatori, in un risveglio da inizio del mondo, danno inizio alla nascita delle molte figure del nostro immaginario collettivo. Nel susseguirsi di quadri e tableaux vivant riconosciamo alcune figure: come le Amazzoni che irrompono con archi e frecce scoccate verso Achille, prima trascinato dalla loro regina Thalestris in abito rosso e poi sbranato dal gruppo; Arianna in fuga e il Minotauro tra un labirinto di pannelli neri spostati a vista; Artemide e Zeus, Danae e Perseo; duellanti in passi a due sferzanti; donne con lunghe tuniche e veli sul viso, e via via altri personaggi non facilmente riconoscibili.
C’è l’assolo di un uomo con body e polsini argentati, sedotto e poi innalzato da un gruppo che gli fa indossare una scatola nera sul volto, gli consegna un pugnale e lo avvia verso il fondo della scena buia. C’è una litania di figure con maschere fosforescenti di animali e alcune con insetti biforcuti; coppie di donne dentro delle gabbie dove sopra volteggiano uomini con le ali e Icaro che precipita mentre la scena si tinge di rosso.
Preljocai orchestra con sapienza compositiva la numerosa compagine, certi schieramenti geometrici tutti di spalle e con un superbo gioco di braccia, gruppi in contrapposizioni diagonali, duetti, quartetti e assoli ben stagliati di neoclassica fattura, per giungere, nel procedere dello spettacolo, da una visione mitologica – alla quale ci rimandano le fogge pur moderne dei costumi dal taglio arcaico – ad una più attuale vestendo i danzatori con abiti d’oggi.
Il finale è affidato allo scorrere di filmati spaventosi del nostro tempo, della guerra in Ucraina e di altre guerre, di disastri ecologici, di paure e autodistruzioni, di lotte che si ripetono allora come oggi. Lo spettacolo pur raffinato, ricco di immagini e di movimenti d’impatto, risente di una strutturazione frammentata in quadri che non facilita la visione. E non l’aiuta la colonna sonora dell’ex componente del duo elettronico Daft Punk, Thomas Bangalter, il quale mescolando voli barocchi, accenti di minimalismo americano e altri stili, vira su un sinfonismo cinematografico illustrativo alquanto ripetitivo che appiattisce la drammaturgia dello spettacolo.
In tournèe a:
Grand Théâtre de Provence, Aix-en-Provence
dal 6 all’8 ottobre 2022
Opera di Rouen
con l’Orchestra dell’Opera di Rouen Normandy (Direzione Romain Dumas)
Dal 14 al 16 ottobre 2022
Théâtre du Châtelet – Parigi
con l’Orchestre de Chambre de Paris (Direzione Romain Dumas)
nell’ambito del Théâtre de la Ville “Hors les murs”
Dal 22 ottobre al 5 novembre 2022
Limoges Opera
il 12 e 13 novembre 2022
Versailles, Royal Opera
dal 14 al 18 dicembre 2022
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