Atroce fu il supplizio che il proconsole Quinziano riservò alla giovane Agata ma la martire fu più forte e scelse di morire soffrendo, pur di non ripudiare la propria fede. Le immagini che la raffigurano sono entrate nella storia dell’arte, da Sebastiano del Piombo a Giovanni Lanfranco, e non risparmiano i particolari più crudi, con le tenaglie voraci a mordere le carni, mettendo in evidenza, al contempo, la forza di volontà della Santa, originaria di una nobile famiglia di Catania. Insomma, erano tempi duri per i cristiani e non sono facili nemmeno questi, per tutti, a prescindere dalle religioni. Chi poi crede nella cultura deve fare un ulteriore esercizio di perseveranza, trovando magari nuove soluzioni per continuare a diffondere il proprio messaggio. Non si è arreso Roberto Zappalà che, con la sua omonima Compagnia di Danza, ha deciso di portare avanti comunque, anche se con altri mezzi, la Festa di Sant’Agata, una delle celebrazioni religiose – nel senso più ampio, rituale e collettivo del termine – più sentite e grandi al mondo (la terza, per precisione) e che, ogni anno, il 5 febbraio, attraversa Catania, città di cui la martire è patrona.
Quest’anno a causa dell’emergenza sanitaria in corso, la Festa di Sant’Agata a Catania non potrà svolgersi con le consuete modalità ma la Compagnia ha deciso di regalare ugualmente una serata di rievocazione di questo appuntamento così importante e sentito. Il 3 e 4 febbraio, Scenario Pubblico dedicherà due serate in streaming, sui canali Youtube e Facebook di Compagnia Zappalà Danza, alla figura della patrona di Catania e alla sua Festa.
Il 3 febbraio, alle 20.30, Agata 2021| In assenza, un documentario di Roberto Zappalà diviso in due parti: la prima, Prova sicura, è costituita da interviste e momenti delle prove dello spettacolo A. semu tutti devoti tutti, con il montaggio a cura di Andrea Di Giovanni e Giuseppe Tiralosi. La seconda, Tra sacro e profano, è a cura di Alain El Sakhawi e ci regala una suggestione di immagini storiche della celebre Festa catanese, alcune delle quali selezionate dall’archivio dell’Istituto Luce e dalle immagini di repertorio della Ciclope film. Il documentario è prodotto da Scenario Pubblico/Compagnia Zappalà Danza – Centro Nazionale di Produzione della Danza. Il progetto è pensato ideato e firmato a quattro mani da Roberto Zappalà e Nello Calabrò.
Il 4 febbraio, alle 20.30, sarà trasmesso in streaming A. semu tutti devoti tutti?, co-produzione tra il Teatro Stabile di Catania e Scenario Pubblico / Compagnia Zappalà Danza, Premio Danza&Danza 2009 come Miglior spettacolo italiano. La “A” sta per Agata e nel giorno della sua commemorazione Catania si riempie di un solo grido, “siamo tutti devoti tutti!”. Nell’aggiungere un punto interrogativo (siamo tutti devoti tutti?), un simbolo di dubbio e anche di possibilità, di apertura, Roberto Zappalà pone delle domande che disturbano e affrontano il non-detto.
Dopo le tappe online, lo spettacolo tornerà anche dal vivo, il 25 marzo 2021, in programma, in un’unica data, sul palcoscenico dell’Opera Madlenianum di Belgrado, con il titolo tradotto A. Jesmo li svi mi žrtvovani?, in occasione del Belgrade Dance Festival.
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