Spesso, quando si legge si perde la cognizione del tempo, si potrebbe continuare all’infinito o quasi – dipende poi anche da cosa si sta leggendo – ma poi arriva il momento di chiudere, lasciando ovviamente un segno per riprendere la lettura. Qualcuno piega gli angoli ma vuoi mettere un bel segnalibro? Ed è proprio a questi insostituibili compagni di lettura che è dedicata la mostra promossa da FILA – Fabbrica Italiana Lapis ed Affini, storica azienda di articoli per le arti visive e di cancelleria, fondata nel 1920 a Firenze, visitabile fino al 12 gennaio 2022 negli spazi della Biblioteca Nazionale Braidense, in occasione della quinta edizione di “Oggetto Libro”, Festival Internazionale del libro d’artista e di design presentato da SBLU_spazioalbello e a cura di Susanna Vallebona. Organizzata per celebrare il centenario di FILA, l’esposizione presenta 100 esemplari storici di segnalibri, provenienti dalla collezione dell’azienda e realizzati da artisti e designer come, tra gli altri, la calligrafa Alex Barocco, il designer Kuno Prey e l’artista William Xerra, oltre che dagli studenti dell’ISIA di Roma e Pordenone, incentrati sul tema del “Tempo”, inteso in tutte le sue accezioni, dalla meteorologia alla quarta dimensione.
Tra gli elementi para testuali più usati, il segnalibro non solo ha l’indubbia funzione di farci ritrovare il punto in cui abbiamo interrotto la lettura ma può anche esprimere un significato particolare, legato a un libro specifico o a un determinato momento. E può anche trasformarsi in un supporto per vere opere d’arte. In mostra si scoprono esempi di forme e materiali differenti, dal riquadro rettangolare da applicare agli angoli delle pagine, alle sottili strisce di carta, fino a elaborati oggetti in metallo o legno. Insomma, dalla funzionalità propria dell’oggetto di design, alla libertà dell’arte, dal decorativismo dell’artigianato al piacere amatoriale del fare con le proprie mani.
«Sin dagli anni ’20 del Novecento, il segnalibro è stato per FILA un elemento fondamentale di comunicazione, un modo per creare un legame tra sé e i consumatori», spiegano dall’azienda. «Un mezzo semplice e diretto per promuovere le proprie attività (come per esempio il primo concorso scolastico indetto nel 1927), raccontare i prodotti, o omaggiare i consumatori con un oggetto utile, bello, da collezionare e, perché no, educativo. Per decenni, i segnalibri FILA sono stati parte integrante – con i loro colori e le loro illustrazioni – delle confezioni dei prodotti più amati dagli italiani (matite colorate e lapis in primis) tanto da sviluppare delle vere e proprie serie tematiche, testimoni di quasi un secolo di storia italiana e, oggi, ricercatissime dai collezionisti».
Oltre a due segnalibri ispirati a due storiche pubblicità degli anni ‘50, gli altri segnalibri propongono un viaggio che ci permette di riscoprire alcuni aspetti del costume italiano tra la fine degli anni ‘30 e gli anni ‘70. Ecco allora il Sardo della serie Costumi d’Italia, del 1928, il Bersagliere, uno dei protagonisti della serie Soldati d’Italia, del 1935, il condor, degli Animali Interessanti. E poi i Segnali stradali degli anni ’60-’70, la serie delle Maschere d’Italia, co Capitan Spaventa e Tartaglia, i Monumenti d’Italia, come il Castello Sforzesco e la Basilica di San Pietro. Un affascinante percorso alla scoperta di come eravamo, di come comunicavamo, di come ci raccontavamo, il tutto racchiuso in un oggetto piccolo ma preziosissimo.
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