-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Arredamento fuoriserie
Design
Una collezione di pezzi tutti unici. Ideata da un designer geniale, in barba alla produzione in serie e alla catena di montaggio. Storia di nobody’s perfect, pensata da Gaetano Pesce, per zerodisegno. Da poco anche in versione fashion, in collaborazione con la griffe Etro...
L’idea –in fondo- è sovversiva, nel senso che rovescia con ironia e leggerezza un fatto dato per scontato.
Che gli oggetti usciti da una fabbrica siano uguali. Perfettamente identici.
Nel caso di nobody’s perfect -collezione di mobili ideata da Gaetano Pesce per l’italiana zerodisegno– accade esattamente il contrario: ogni oggetto è unico, tant’è che tutti sono firmati e datati.
Non ci sarebbe nulla di strano se si trattasse di una lavorazione artigianale, ma in questo caso gli oggetti sono prodotti in un’industria: solo che l’ultima parola –e la firma- spetta agli operai; manca lo standard, in barba al prototipo è la diversità la qualità che caratterizza ogni pezzo.
Si scardina la catena di montaggio, o meglio salta qualche passaggio obbligato.
Lui – Gaetano Pesce, designer e pensatore dalle intuizioni geniali- dice con noncuranza che si tratta di un principio di serialità differenziata, pensa alle gocce di resine colate (che determineranno i colori degli oggetti) e contemporaneamente, sul filo dei pensieri, parla della separazione tra due persone. Avvicina forme e vissuto.
Pezzi separabili che chiunque può mettere insieme scrive, a proposito di nobody’s perfect.
E di pezzi –tutti diversi, unici, separabili, policromi, (anche profumati!) uniti con perni in nylon- sono fatti tavoli, sedie, scaffali e credenze: le forme seguono l’andamento irregolare delle linee curve, come fosse un disegno eseguito a mano libera, c’è qualche suggerimento retrò (lo schienale con le orecchie delle nobody’s chair e nobody’s armchair, la linea rococò del mobile nobody’s side board) ed un paio di soluzioni che rivisitano il postmodern con una buona dose di autoironia (il totem scaffale e la nobody’s lowchair).
La stessa leggerezza attraversa l’edition limited realizzata in collaborazione con Etro: lo stilista mette le stoffe, parti di tessuto sono incastonate nella resina che andrà a modellare i mobili, così l’effimero di una stagione sta sottovetro. Il risultato sono 99 sedie (fino a fine dicembre da Dilmos a Milano): pezzi unici, si direbbe in un’occasione come questa, se non fosse che la stessa cosa vale per ogni oggetto nobody’s perfect. Semplice, straordinario potere dell’imperfezione.
articoli correlati
da Dilmos la serie di nobody’s perfect realizzata in collaborazione con Etro
Ora-Ito, il designer con il marchio registrato
Edra, tra artigianato e design
link correlati
www.gaetanopesce.com
zerodisegno
www.etro.it
mariacristina bastante
[exibart]