Allâepoca del âmiracolo italianoâ, caratterizzato dallâaffermazione del consumo di massa, lâindustria rispondeva alle attivitĂ domestiche con pochi modelli schematici, ripetibili in larghissima serie per un pubblico tendenzialmente omologato. Al contrario, lâindirizzo progettuale che stiamo considerando è connotato da proposte caleidoscopiche, puntiformi, tradotte solitamente in oggetti di piccole dimensioni, associati a una sola e precisa gestualitĂ .
Nel nuovo paesaggio delle micro-attrezzature quotidiane, i percorsi creativi partono da rigorose analisi comportamentali senza però giungere a interpretazioni univoche, iper-funzionaliste e asettiche. In questo ambito, la capacitĂ del progettista sta anzitutto nellâavventurarsi in sentieri del tutto nuovi, inesplorati, per inventare tipologie di cui mai nessuno si è occupato in precedenza. E poi nel dare delle risposte brillanti, originali e cool, che strizzano lâocchio a tutta una tradizione dadaista e pop.
Il legame tra tipologia e comportamento si rivela quanto mai inscindibile; ma i comportamenti su cui cade lâattenzione del designer sono quelli meno considerati, meno diffusi, fino al punto da soccorrere lâutente in movimenti âdi nicchiaâ.
Usare le bacchette per il cibo cinese, bloccare le carte sulla scrivania, mettere da parte le monetine o pinzare i panni stesi ad asciugare non sono azioni nuove. Sono nuovi i criteri con cui si risponde a quelle sollecitazioni. Molto spesso, è lâironia a insinuarsi nei linguaggi con cui certe tipologie preesistenti vengono rivisitate. Il progetto agisce sullâimmaginario, sulla sperimentazione iconografica, con possibili incursioni nel kitsch e nel gadget. In altri casi, lâinnovazione tipologica si avvale di approfondimenti, perfezionamenti, evoluzioni e cambiamenti improvvisi: la pratica della contaminazione consente di rivisitare in chiave trasformativa dei temi assolutamente noti.
Nella tradizione, il progetto di piccoli strumenti per la vita quotidiana nega il processo di caratterizzazione formale che ogni designer normalmente insegue. In altre parole, la nostra vita è affollata di oggetti âanonimiâ e pressochĂŠ universali, sempre uguali a se stessi, sopravvissuti alle mode e ai cambiamenti dei consumi. Ma alla fine del secolo scorso, il design inizia a insinuarsi nelle aree meno frequentate dalla tradizione razionalista. La progettualitĂ sconfina da competenze universalmente riconosciute per escogitare soluzioni dedicate alla gestione di aspetti assai minuziosi della quotidianitĂ . Affermare che âtutto è designâ trova in questo campo una verifica piena, anche grazie a esiti progettuali gustosi: non è necessario possedere un determinato oggetto ma, per un utente orientato al ânuovoâ, esso può innescare insoliti rapporti con il prodotto-utensile. Oggi sono sufficienti âinvenzioniâ di entitĂ esigua per inaugurare un nuovo tema: sono le applicazioni trasversali a creare il nuovo.
Questo indirizzo del design si distacca a gran forza dal design inteso come prodotto altisonante, dotato di unâidentitĂ travolgente. Ă questa nuova categoria progettuale a riconoscere come appropriato ed efficace il termine âminimalismoâ, di solito ricondotto a linguaggi di impronta iper-geometrica ed essenzialista: lâattenzione ad aspetti, appunto, âminimiâ della gestualitĂ umana, affrontati in sede creativa con un pizzico di estetizzazione. Si pensa cosĂŹ a oggetti democratici, accessibili in senso commerciale e funzionale, diffusi secondo una matrice pluralista.
A questo punto si delinea una contraddizione. Le proposte dei progettisti si collocano nellâarea della produzione industrializzata, proprio quando sta riaffiorando lâinteresse per la tiratura limitata e per il fatto-a-mano. Ma lâesplorazione e lâinterpretazione di quellâinfinitĂ di micro-azioni conducono ancora a un pubblico differenziato e frammentato, che non può assorbire quegli oggetti, pur utili, nel circuito della larga distribuzione. Spesso il loro destino è quello di rimanere nella sfera della provocazione e della ricerca. Di conseguenza, anche in questo ambito i prodotti realmente vincenti continuano a essere pochi.
Prometeo Gallery Ida Pisani ospita, fino al 14 gennaio, âClosed Eyes Can Seeâ, una mostra in cui Zehra DoÄan e…
Prima il trionfo alla Biennale, lâentrata tra i Migliori film internazionali ai prossimi Oscar: lâultima opera della regista italiana è…
Nel 2025 si celebrano i 50 anni dalla scomparsa di Carlo Levi, artista e intellettuale antifascista, con mostre, installazioni multimediali…
Diego Cibelli trasfigura gli spazi della Galleria Alfonso Artiaco di Napoli, con un progetto espositivo che ci fa addentrare nei…
Arti visive, musica, teatro e danza, per un nuovo progetto diffuso che valorizza la cultura della luce: lâIstituto Italiano Design…
A Los Angeles, durante lâart week di Frieze, debutterĂ Santa Monica Post Office, una nuova fiera in un ex ufficio…