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design_aziende Zerodisegno + Gaetano Pesce
Design
Un’alchimia. Non c’è altro modo per spiegare Zerodisegno. E la sua collezione Nobody’s perfect realizzata con Gaetano Pesce. Incontriamo Carlo Poggio, amministratore delegato. Che ci spiega cosa vuole dire quando un imprenditore deve amministrare la creatività. Storia di un rapporto spericolato e passionale…
di M2
Come nasce il rapporto tra Zerodisegno e Gaetano Pesce?
Bisogna avere una passione sfrenata per le cose belle, per le cose creative. In questi casi l’imprenditore dovrebbe essere più freddo, calcolatore, ma talvolta la passione fa si che abbracci dei progetti che dal punto di vista creativo e innovativo danno sicuramente delle emozioni.
La parte razionale comunque sta nel dare un taglio a ciò che faccio, che è un taglio di avanguardia, d’innovazione, d’identità. A questo aggiungiamo il coraggio e il cocktail è composto da questi ingredienti: il gusto del bello, il gusto della creatività, il coraggio. In questo genere di storie c’è poi il creativo che è la parte più forte di questa operazione.
Tuttavia ci sono sempre papà e mamma, e quindi inizia un dialogo e un percorso di confronto e sperimentazione tra l’imprenditore e il progettista. Un iter che va dalla realizzazione dei primi pezzi, dei prototipi fino alla delega di certi passaggi del processo realizzativo.
Una delega? Cosa intende?
La particolarità, e l’unicità, del rapporto che lega Zerodisegno e Gaetano Pesce, è che c’è stata una vera e propria delega creativa da parte del progettista nei confronti dell’azienda, o meglio nei confronti degli operai dell’azienda. Gli operai, infatti, hanno la libertà, ogni volta, dopo la colatura delle resine, di scegliere i colori e in qualche anche le forme, poiché c’è un certo limite di aleatorietà, di libertà. Ogni pezzo di questa serie è un atto di creatività, un pezzo, unico e diverso, rispetto al precedente e al seguente.
Questa libertà di movimento nel processo progettuale ha coinvolto anche il mondo della moda. Il risultato: tre sedute griffate
La delega creativa non è solo “operaia”, ma la volontà di sottolineare questa grande possibilità di interventi ha assecondato il desiderio di fare notare che la creatività è di tutti, dei belli e dei brutti, dei ricchi e dei poveri e dei famosi e dei non famosi. Ho chiesto quindi a tre personaggi -belli ricchi e famosi- di interpretare e intraprendere questa sfida. Ho chiesto ad Etro, Dolce e Gabbana, e Missoni. Ciascuno di questi stilisti ha interpretato la ‘seggiolina’ di Pesce. Con Etro abbiamo fatto incasti di tessuto, con Dolce e Gabbana una texture maculata, con Missoni un rigato di resine. Coinvolgere creatività diverse, stilisti e nostri operai, a sottolineare la creatività come dote dell’uomo.
link correlati
www.nobody-is-perfect.com
intervista a cura di M2