30 maggio 2005

design_designer Giorgio Vigna

 
Gioielli, come sculture da indossare. Nati dal caso, dall’incontro tra pietre dure, vetro, perle e metallo. E dalla fantasia di un designer che si dice intermediario della natura. Giorgio Vigna racconta le sue ultime creazioni…

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All’interno della Design Week milanese è riuscito a trovare la giusta collocazione anche un angolo di sublime poesia, fatto di sculture e gioielli nati dal caso, plasmati dalle stesse leggi di madre natura.
L’allestimento di Giorgio Vigna ha proposto un percorso cronologico, un viaggio attraverso forme, materiali, intrecci e trasparenze, pensati per abitare lo spazio, così come il corpo, seguendone i gesti ed i movimenti, disegnando ombre e luci sospese nel tempo.
I Noctiluca, le mappe acquatiche del 1985, introducono nell’atmosfera evocativa dell’intero allestimento. Ispirate all’antica tecnica giapponese del Suminagashi, lasciano allo stesso inchiostro il compito di creare sulla carta casuali cartografie, tracciando percorsi circolari dettati dall’acqua e dal vento.
E’ sempre il caso poi, a dar vita alle forme tridimensionali, a manifestarsi nei diversi materiali come scultura e come gioiello, nei colori dell’oro e del rame, nei riflessi e nell’evanescenza del vetro.
La denominazione gioiello facilita l’avvicinamento, stimola la sensazione tattile, il contatto a pelle…La scultura non la tocchi, la guardi, la ammiri, ne godi a tutto tondo, ma non la indossi…”. E’ lo stesso artista a precisare la sottile differenza tra le sue diverse creazioni, a spiegare come forme simili possano ancor di più impreziosirsi sia a contatto con la pelle, che abitando lo spazio.
Giochi di ombre e di luci, il giorno e la notte, creati dagli intrecci e dagli incastri dell’argento ossidato e dell’oro.

Intrecci pensati per arrampicarsi sul corpo o per custodire la forma già perfetta di una perla: “Si, non bucherei mai una perla per incastonarla ed intrappolarla in un materiale che non le appartiene…” spiega Vigna “Posso solo lasciarla libera tra le maglie dei miei anelli, tra gli intrecci del mio metallo…
Ed è poi ancora e sempre madre natura che crea i riflessi, che determina i colori, come nelle sculture in cui la superficie del vetro è interrotta dal metallo, e dal rosso vivo generatosi dal loro incontro: “Sono un intermediario tra la natura e le sue forme, i suoi colori…” dice il designer “Le mie creazioni prendono vita e si arricchiscono anche grazie alle reazioni chimiche già presenti in natura stessa: il vetro, a contatto col rame ne blocca l’ossidazione, ne ferma la corsa, lasciando dietro di sé una scia colorata…
E la leggerezza degli intrecci non si interrompe nemmeno nelle sculture in bronzo di grandi dimensioni, forme vuote e sottili, ma forti di una solidità intrinseca, create per trasformarsi in piani d’appoggio o sedute anche per esterni.

Gioielli e sculture di recente creazione, nati anche in seguito alla felice esperienza dei Fuochi d’acqua, collezione di pezzi unici realizzata per Venini e presentata già durante il Salone del Mobile 2003. Un percorso continuo, al ritmo ed ai colori del bronzo, dell’oro, dell’argento e del vetro di Murano, volto a sfidare il tempo, pronto ad abitare lo spazio.

link correlati
www.giorgiovigna.com

anna russo

[exibart]


1 commento

  1. Il gioiello più prezioso delle collezioni fantastiche di Giorgio Vigna è lui, l’amico Giorgio che, con la sua grande sensibilità e amore per la natura, riesce a trasmettere ai materiali l’anima a cui i suoi collezionisti rimangono piacevolmente legati a vita. Un’opera di Giorgio ti accompagna sempre ed è bello stare in sua compagnìa.

    Con ammirazione Italia

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