Non è bastata la crisi mondiale per fermare la grande macchina del Salone del Mobile milanese, anzi. La crisi è stata la spinta che ha mobilitato e accomunato tutti i progettisti presenti. Quasi per dimostrare che potranno pure crollare l’economia e i mercati, ma se c’è una ricchezza che non si estinguerà mai non è certo fatta da monete, ma da idee. Ed è proprio una variegata esposizione d’idee, tramutate in prodotti, che il visitatore può ritrovare nella settimana dal 22 al 27 aprile a Milano.
Il salone del mobile si divide nell’esposizione fieristica a Rho ed eventi disseminati in città. In fiera l’esposizione si articola tra il
Salone Internazionale del Mobile, il
Salone Internazionale del Complemento d’Arredo,
Euroluce, il
Salone Internazionale dell’illuminazione e il sempre più indipendente
Salone Satellite.
I padiglioni più visitati, e a ingresso gratuito, sono il 22 e il 24, destinati al Salone Satellite, che ogni anno costituisce la vetrina più interessante e curiosa dedicata i giovani designer under 35. Una giuria d’eccezione, composta da critici, progettisti e collezionisti,
tra cui
Marva Griffin Wilshire,
Beppe Finessi,
Denis Santachiara e molti altri, ha l’arduo compito di individuare tra i numerosi candidati i designer che possiedono già un linguaggio personale e pronti per il salto.
Questi i numeri: 702 designer, di cui 420 stranieri, 22 scuole internazionali di design; e solo alcuni tra i nomi presenti: i greci
CTRLZAK Art & Design Studio, i thailandesi
Trimode studio, gli austriaci
Pudelskern; tra le scuole: l’Università del design di San Marino, il National design Institute di Mosca e l’Industrial Design center di Mumbai. Una volta usciti dal recinto “fiera”, i visitatori si potranno amabilmente perdere o, meglio, disperdere tra le vie di Milano alla ricerca di eventi. Partendo da
Zona Tortona, celebre proprio grazie alla design week, e dal colosso di Superstudio, si trova la prima risposta alla crisi. L’art-director
Giulio Cappellini lancia un progetto ambizioso ma efficace: il
Temporary Museum for New Design. Gli spazi espositivi di Superstudio Più e Superstudio 13 si trasformano in un museo ponte che non offre più stand o allestimenti fieristici, ma semplici esposizioni museali. Si sono lanciate in quest’impresa aziende del calibro di Foscarini, Coro, Adidas, Alcaantara, Moooi, Tom Dixon, Janelli & Volpi. Interessante anche la sezione
Other worlds, other ideas, dedicata al design di altri Paesi.
Rimanendo in zona si può andare ad ascoltare una fiaba da Corraini: la rivisitazione dei tre porcellini con case di architetti famosi, o provare una vertiginosa installazione multimediale proposta da
Dotdotdot.
Spostandosi presso il sacro tempio della
Triennale, si potranno visitare fino alle 22 tutte le mostre presenti, in particolar modo il nuovo allestimento del Design Museum, e poi
Il fiore di Novembre,
Oggetti sonori. La dimensione invisibile del Design e
Made in Japan, una selezione del design giapponese sulle ultime tecnologie; per l’occasione sarà anche aperto lo spazio all’aperto del design cafè.
Una delle novità dell’anno è costituita dal quartiere
Isola, che ha organizzato, con il coordinamento di
Fuorisalone, una serie di eventi che vede scendere in campo tutti i commercianti, artisti e studi della zona. Si potrà così passare da una mostra fotografica della Galleria Mycamera a uno showroom Isola della Moda e il suo temporay shop, dove comporre la propria felpa scegliendone i pezzi, o addirittura ripiantumare il quartiere con le essenze dei gruppi etnici.
Se tutto questo finora non bastasse, si può partecipare al
Public design Festival curato da
Esterni, che riconquista
Piazza XXIV Maggio come spazio pubblico ed espone i progetti vincitori del concorso
2×5 di rivisitazione dei parcheggi, trasporta instant housing e instant cooking e, per chi fosse troppo, stanco offre
Foot-Bath for All, un bel pediluvio per tutti.
Da non perdere assolutamente le mostre dei designer del momento: i vicentini
JVLT e la loro risposta alla crisi
[Design] Crisis, la mostra personale su
Paolo Ulian curata da Beppe Finessi alla
Fabbrica del Vapore e
Foglie di
Gumdesign presso gli spazi della libreria
Hoepli.
E così, per una settimana, Milano torna a essere la città più ricca d’Italia, più ricca di oggetti, colori, suoni, ma soprattutto persone. Per una settimana la città più frenetica si arricchisce di un nuovo brusio, di una lenta e nuova agitazione data dalla curiosità di conoscere le ultime tendenze del design. Passando da un quartiere all’altro, scoprendo nuove zone, nuovi luoghi, guidati solo dalla ricerca di eventi si riscoprirà una città accogliente. Quindi che aspettiamo? Come on!