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Nonostante
la presenza costante in tutte le attività della nostra vita, il design grafico
stenta a essere riconosciuto come valore nella società. La sua vocazione a essere
al servizio dei contenuti più diversi lo rende impalpabile, ma non per questo
meno importante.
Il bisogno di comunicazione lambisce territori ibridi, sfumati, dove le
discipline s’intrecciano e si confrontano. E cambia il ruolo del progettista
con necessità di avere competenze e specificità diverse.
L’AIAP – Associazione
Italiana Progettazione per la Comunicazione Visiva ha dedicato una settimana al
design della comunicazione visiva per tentare di rispondere alla crescente
domanda di cultura visiva e di confronto tra professionisti, imprese, studenti,
amministratori pubblici, editori, insegnanti e ricercatori.
Napoli ha
accolto – negli spazi del Pan, del Madre, dell’Accademia di Belle Arti, del rettorato
della Seconda Università, degli studi grafici, dell’Istituto Superiore di
Design e del Museo Nitsch – il tentativo ben riuscito di invadere la città per
rendere più esplicito a tutti il progetto di comunicazione visiva.
Circa 50
ospiti si sono susseguiti nei vari seminari, workshop, conferenze e tavole
rotonde. Un’analisi complessa dell’attuale, senza dimenticare il passato
recente della disciplina progettuale, riletto attraverso mostre come From
the eye to the heart,
retrospettiva dedicata ad Armando Milani, o l’omaggio a Franco Canale e Alfredo Profeta, “pionieri” del design grafico
napoletano. E fra le altre mostre: Campania Blur Design, Munari Un Libro al mese, Italic 2.0, Multiverso,
Tipico/Atipico, Good 50×70.
Il nome Design
per è volutamente
aperto, per completarsi con i diversi temi: il libro, l’ambiente, l’impresa e i
nuovi linguaggi, intrecciando incontri e laboratori, riflessioni teoriche e
progettuali. I laboratori: il libro con Henrik Kubel (A2/SW/HK), l’ambiente con Maxime
Lemoyne e Guillaume
Bullat
(Voiture-14), i nuovi linguaggi con René van Engelenburg e Gijs ten Cate (Dropstuff). E, per finire, I.Profit, dedicato a chi si avvicina per
la prima volta al mondo del lavoro. Rimarcando la natura del design grafico come
disciplina aperta e trasversale a tutti gli ambiti del design e del “fare
progettuale”.
Nelle
future edizioni il testimone ricevuto da Napoli sarà preso da altre città, per
continuare ad affrontare altri interessanti temi, con la duplice lettura locale
e globale. La molteplicità si ritrova coerentemente nell’immagine grafica
dell’evento, con quattro interpretazioni diverse della X, ics, per o for all’inglese di Alessandro
Cocchia, Matilde
Lepore, Lucia
Roscini, Gianluca
Tramontano.
Ricordano l’importanza del lavorare insieme e condividere mete e utopie.
L’intento
di Beppe Chia e Daniela Piscitelli, responsabili scientifici e organizzativi
dell’evento, è stato di offrire un largo ventaglio di tematiche sulle quali
confrontarsi sul ruolo del graphic designer, a cui si richiede un impegno
professionale rivolto anche alla didattica e alla ricerca. Il contesto di Design
per ha
trasformato il termine rete in un insieme di persone, obiettivi comuni,
piattaforme di lavoro sulle quali impegnarsi.
In un
momento storico ed economico difficile come quello attuale, l’Aiap come
associazione ha saputo convogliare risorse, creando un fitto sistema di
relazioni tra i principali enti e istituzioni della città. Un’occasione rara
per affrontare insieme e in maniera critica tematiche comuni legate al design.
la presenza costante in tutte le attività della nostra vita, il design grafico
stenta a essere riconosciuto come valore nella società. La sua vocazione a essere
al servizio dei contenuti più diversi lo rende impalpabile, ma non per questo
meno importante.
Il bisogno di comunicazione lambisce territori ibridi, sfumati, dove le
discipline s’intrecciano e si confrontano. E cambia il ruolo del progettista
con necessità di avere competenze e specificità diverse.
L’AIAP – Associazione
Italiana Progettazione per la Comunicazione Visiva ha dedicato una settimana al
design della comunicazione visiva per tentare di rispondere alla crescente
domanda di cultura visiva e di confronto tra professionisti, imprese, studenti,
amministratori pubblici, editori, insegnanti e ricercatori.
Napoli ha
accolto – negli spazi del Pan, del Madre, dell’Accademia di Belle Arti, del rettorato
della Seconda Università, degli studi grafici, dell’Istituto Superiore di
Design e del Museo Nitsch – il tentativo ben riuscito di invadere la città per
rendere più esplicito a tutti il progetto di comunicazione visiva.
Circa 50
ospiti si sono susseguiti nei vari seminari, workshop, conferenze e tavole
rotonde. Un’analisi complessa dell’attuale, senza dimenticare il passato
recente della disciplina progettuale, riletto attraverso mostre come From
the eye to the heart,
retrospettiva dedicata ad Armando Milani, o l’omaggio a Franco Canale e Alfredo Profeta, “pionieri” del design grafico
napoletano. E fra le altre mostre: Campania Blur Design, Munari Un Libro al mese, Italic 2.0, Multiverso,
Tipico/Atipico, Good 50×70.
Il nome Design
per è volutamente
aperto, per completarsi con i diversi temi: il libro, l’ambiente, l’impresa e i
nuovi linguaggi, intrecciando incontri e laboratori, riflessioni teoriche e
progettuali. I laboratori: il libro con Henrik Kubel (A2/SW/HK), l’ambiente con Maxime
Lemoyne e Guillaume
Bullat
(Voiture-14), i nuovi linguaggi con René van Engelenburg e Gijs ten Cate (Dropstuff). E, per finire, I.Profit, dedicato a chi si avvicina per
la prima volta al mondo del lavoro. Rimarcando la natura del design grafico come
disciplina aperta e trasversale a tutti gli ambiti del design e del “fare
progettuale”.
Nelle
future edizioni il testimone ricevuto da Napoli sarà preso da altre città, per
continuare ad affrontare altri interessanti temi, con la duplice lettura locale
e globale. La molteplicità si ritrova coerentemente nell’immagine grafica
dell’evento, con quattro interpretazioni diverse della X, ics, per o for all’inglese di Alessandro
Cocchia, Matilde
Lepore, Lucia
Roscini, Gianluca
Tramontano.
Ricordano l’importanza del lavorare insieme e condividere mete e utopie.
L’intento
di Beppe Chia e Daniela Piscitelli, responsabili scientifici e organizzativi
dell’evento, è stato di offrire un largo ventaglio di tematiche sulle quali
confrontarsi sul ruolo del graphic designer, a cui si richiede un impegno
professionale rivolto anche alla didattica e alla ricerca. Il contesto di Design
per ha
trasformato il termine rete in un insieme di persone, obiettivi comuni,
piattaforme di lavoro sulle quali impegnarsi.
In un
momento storico ed economico difficile come quello attuale, l’Aiap come
associazione ha saputo convogliare risorse, creando un fitto sistema di
relazioni tra i principali enti e istituzioni della città. Un’occasione rara
per affrontare insieme e in maniera critica tematiche comuni legate al design.
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rubrica design
è diretta da valia barriello
Info: www.aiap.it
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