Artwo coinvolgerà alcuni giovani artisti chiamandoli a produrre dei pezzi di design partendo da oggetti di uso comune decontestualizzati. I prodotti verranno poi realizzati in piccola serie e venduti in circuiti commerciali selezionati ed esclusivi. Da cosa nasce un’idea del genere?
Nasce tutto dalla passione per l’arte e dalla voglia di poterla condividere con il maggior numero di persone. Vorremmo cioè avvicinare la gente all’arte contemporanea per mezzo del design, un’arte applicata più semplice e fruibile. I luoghi dove l’arte contemporanea si manifesta (gallerie, musei, fiere) tengono spesso a distanza passanti e curiosi diventando così luoghi di ritrovo per gli “addetti ai lavori”.
Negli ultimi anni si è sviluppato un crescente interesse verso il design, con una ritrovata voglia di scegliere per sé o per gli altri qualcosa di diverso, di meno convenzionale, che possa caratterizzare la persona che la possiede o la regala. Da queste considerazioni nasce l’idea di produrre oggetti di design ideati da artisti contemporanei che -rielaborando oggetti d’uso comune in forma e contesto nuovi- uniscano il valore dell’arte al design, nella semplicità del quotidiano.
Ogni creazione è prodotta in serie limitata, ha una storia propria, un proprio design, una struttura definita. Artwo decontestualizza gli oggetti, li stravolge, li reinterpreta, rendendoli opera originale, trasformandoli di nuovo in arte utile.
Quali sono gli scopi del progetto?
Creare conoscenza, promuovere i giovani artisti italiani e la loro arte in Italia e all’estero. Ogni oggetto venduto avrà allegato un libricino che racconterà la sua storia e la storia dell’artista che l’ha ideato. Vogliamo stimolare anche la sensibilità dei punti vendita alla promozione dell’artista: per questo consegneremo un raccoglitore che conterrà le brochure di ogni partecipante al progetto con la storia dell’artista e le foto dei lavori più significativi.
Artwo procederà a ‘tappe’ semestrali. Sono già stati scelti i nomi dei primi artisti coinvolti?
Il primo sarà Carlo De Meo, con il quale abbiamo terminato tutti i prototipi e stiamo procedendo alla produzione. Si proseguirà con Stefano Canto, Loredana Galante, Ivan Barlafante, Luca Trevisani e l’artista cubano Yonel Hidalgo Perez: tutti giovani e talentuosi. Mi fa piacere poi ricordare che anche Giovanni Albanese e Pablo Echaurren hanno di recente manifestato l’intenzione di collaborare con Artwo.
Il progetto ha anche un risvolto umanitaro, infatti alcuni degli oggetti Artwo saranno prodotti da comunità di recupero. Ce ne parli?
E’ un aspetto importante del progetto. Vogliamo coinvolgere comunità di recupero o carceri portando lavoro e guadagno a persone che hanno bisogno di dare uno scopo e un nuovo valore alla propria vita. Primi accordi sono stati presi con l’associazione Ora d’aria, che da tempo si occupa di far svolgere lavori socialmente utili ai detenuti. Contiamo, così, di far entrare la produzione dei nostri oggetti all’interno del penitenziario romano di Rebibbia.
A presentare Artwo e la sua produzione ai detenuti saranno gli artisti stessi che, oltre a spiegare la costruzione dell’oggetto, si racconteranno, spiegando il loro modo di fare arte e l’approccio creativo al progetto.
Abbiamo voluto sviluppare così il progetto: dal recupero dell’oggetto a quello di persone socialmente meno fortunate.
All’attività produttiva si affiancherà una promozione espositiva degli oggetti? Artwo promuoverà l’allestimento di mostre d’arte?
Certamente. Verranno organizzati –spesso in luoghi non convenzionali- eventi e mostre con gli artisti che collaborano con Artwo.
Anche se il lancio ufficiale di Artwo si terrà nella primavera 2005, abbiamo già partecipato ad un evento a Villa Piccolomini a Roma e siamo stati inseriti nella manifestazione ME Design per Genova 2004 capitale europea per la cultura, dove abbiamo presentato in anteprima, nella galleria di Andrea Ciani, gli oggetti ideati da Carlo De Meo. Sempre in anteprima saremo presenti a Bologna al Flash Art Show in concomitanza con Artefiera. Alcuni oggetti saranno anche esposti in ristoranti e locali particolarmente sensibili alle nuove tendenze artistiche.
a cura di massimiliano tonelli
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