La
mostra, con un allestimento pulito e lineare, introduce quelle che sono le idee
e i procedimenti del designer industrioso, che si oppone all’eccessiva
parcellizzazione del lavoro e proietta la propria professione in una dimensione
affine a quella della bottega rinascimentale. Non si tratta di un atteggiamento
reazionario, ma della volontà di affermare alcuni principi che sono alla base
dell’organizzazione del lavoro, della progettazione e produzione degli oggetti.
Fioravanti si rifiuta di prestarsi ai meccanismi di un marketing sempre più
affamato di novità che, come afferma il maestro Richard Sapper in catalogo, “ha introdotto un elemento di moda
in una ricerca che deve essere orientata alla ricerca di qualità”.
Oltre
alle classiche sedie e alle lampade, il designer romano si è cimentato anche
nella progettazione di prodotti come battipanni, tegole, roncole, coperchi per
scolapasta: questa scelta evidenzia la volontà di prestare grande attenzione
all’oggetto d’uso quotidiano, rifiutando le tendenze della moda da un lato e i
meccanismi del mercato dall’altro. “Il vero industrial designer”, dichiara Fioravanti, “progetta merci,
prodotti fatti per essere scambiati, acquistati, desiderati…Il problema della
mercificazione, tuttavia, riguarda solo quelle merci che lusingano gli utenti
con messaggi scorretti, massificati, ingiusti o settari inducendoli a spendere
compulsivamente. Io cerco di progettare merci oneste e cerco di motivare questo
gesto nascondendo tra le pieghe degli oggetti un po‘ di intelligenza, di bello,
una performance in più”.
È
su questa base che il progettista diventa una sorta di preparatore atletico
degli oggetti, capace di lavorare sulle loro qualità per garantirne la migliore
forma possibile. Il lavoro sulle caratteristiche formali del prodotto viene
compiuto attraverso continui prototipi fino a che il risultato finale non si
dimostra soddisfacente ai requisiti tecnologici ed estetici. L’allestimento e
il catalogo, curati da Paolo Giacomazzi, sviluppano con coerenza tutti questi
temi, aiutando a districarsi tra i numerosi oggetti dell’ape-designer presenti
nell’alveare.
Possiamo
ora delineare il profilo del designer industrioso come un attento conoscitore
degli aspetti teorici, consapevole delle numerose attività che compongono e
arricchiscono la professione, o considerarlo come un amante dei semplici
oggetti di uso quotidiano. Questa nuova figura professionale è delineata con
grande chiarezza da una mostra nella quale possiamo trovare, per utilizzare parole
di Sapper, “forme nuove che promettono di durare e creare felicità per molti
anni”.
Reuse
Design Workshop 2010
Intervista
con Odoardo Fioravanti
matteo
meneghini
mostra
visitata il 21 settembre 2010
la
rubrica design è diretta da valia
barriello
dal
21 settembre al 24 ottobre 2010
Odoardo
Fioravanti – Industrious Design
a
cura di Odoardo Fioravanti e Ali Filippini
Triennale
Design Museum
Viale Alemagna, 6 (Parco Sempione) –
20121 Milano
Orario: da martedì a domenica ore
10.30-20.30; giovedì ore 10.30-23
Ingresso: € 2
Catalogo Electa
Info: tel. +39 02724341; fax +39
0289010693; www.triennale.it
[exibart]
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