JoeVelluto colpisce ancora. Il poliedrico studio di design di
Andrea Maragno e
Sonia Tasca, a meno di un anno dal manifesto filosofico dell′A-design, esce con un teorema matematico in forma di mostra, dal titolo
UseLess is More e sotto la curatela del vulcanico
Beppe Finessi. Un evento inserito nel calendario di Torino World Design Capital 2008.
Il manifesto di A-design, del marzo 2008, poneva le basi per ciò che ora diventa assioma aritmetico. Una lucida riflessione sul design e sull’arte, che porta JoeVelluto a considerazioni precise: il design è diventato marketing, mercato delle cose, e ha portato alla creazione di oggetti “CommonIsm”, ovvero comuni e di conseguenza inutili, banali. L’arte, d’altro canto, crea da sempre oggetti inutilizzabili dal punto di vista funzionale, ma significativi sul piano semantico. Nel mezzo, il gioco richiede misure drastiche: si deve completamente smontare il design e, da oggi, si parlerà di A-design.
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A-design non è design e non è prettamente anti-design, ma non ha nemmeno la pretesa di essere arte, anche se la direzione è quella di muoversi verso il significato”, spiega Maragno. Se chi fa design progetta oggetti funzionali e chi si occupa di arte crea opere fortemente significative, chi si occupa di A-design deve realizzare oggetti a-funzionali, dunque disfunzionali.
Ma come si crea una disfunzione? Si sottrae da un oggetto industriale la funzione e la si inserisce in un oggetto artistico che la renda inutilizzabile.
Come un bravo insegnante, JoeVelluto mette in mostra per i suoi allievi/visitatori otto esempi pratici, che non lasciano dubbi sulla veridicità del teorema. Un orologio viene letto grazie alle lancette; quindi, per eliminare la funzione, si sottraggono le lancette e le si accorciano in misura uguale. Poi si aggiunge l’elemento sottratto in un contenitore, che non rende completamente impossibile l’utilizzo, ovvero leggere l’ora, ma certo complica le cose.
E ancora: a una libreria vengono sottratti i piani d’appoggio, rimontati in un telaio-espositore in cui è arduo riporre qualsiasi volume; un appendiabiti si presenta senza ganci, una lampada senza luce, un tavolo senza piano d’appoggio, una sedia senza sedile e schienale.
Se la dimostrazione non fosse sufficientemente chiara, ecco esempi di oggetti che non hanno una funzione fisica ma simbolica, come un souvenir e il crocifisso. Oggetti significativi che, senza una funzione di partenza, la ritrovano nella loro disfunzione: una “scatola” per stimolare i ricordi e una camera oscura per meditare.
Formule matematiche composte da percentuali di funzionalità fanno da didascalie agli esempi, illustrando, prima e dopo la trasformazione, come cambia la percentuale di utilizzo. E un video dell’artista
Marco Chiurato completa la esposizione/lezione, mostrando il professor Domenico Patassini che esegue una dimostrazione logico-matematica del teorema
UseLess is More. C.V.D.: con semplici passaggi logici, JoeVelluto dimostra che nella progettazione l’inutile è spesso di più. O, perlomeno, altro.