In unâepoca nella quale il âfastâ scandisce il nostro tempo producendo, secondo lo âslow pensieroâ, un appiattimento della cultura, delle conoscenze e il deterioramento del benessere, constatiamo sempre piĂš il sorgere di una richiesta di âlentezzaâ, dalla gastronomia al design. La âlentezzaâ, come tratteggia Milan Kundera nel suo saggio
La lenteur, è intrinsecamente legata alla memoria, essendoci una relazione segreta tra lentezza e memoria, velocitĂ e oblio: â
Nella matematica esistenziale questa esperienza prende forma da due equazioni elementari: il grado della lentezza è direttamente proporzionale allâintensitĂ della memoria e il grado della velocità è direttamente proporzionale allâintensitĂ dellâoblioâ.
Teoria condivisa dai movimenti slow, tra i quali particolarmente interessante è la piattaforma Slowlab fondata a New York da
Carolyn F. Strauss, che promuove attivitĂ di esplorazione del potenziale dello slow design in tutto il mondo. Il fine dellâorganizzazione è quello di sostenere la comunicazione tra designer sulle nuove pratiche legate alla filosofia slow. PiĂš in generale, lo slow design punta a un approccio olistico del design legato al rispetto delle culture locali e della natura e allâintegrazione positiva del prodotto di design nellâambiente. I progetti promossi dal network Slowlab sono legati soprattutto al design urbano, inteso come progettualitĂ in grado di fare dialogare in modo diverso lâabitante, o meglio la comunitĂ , con la cittĂ .
Tra i nuovi progetti in corso dâopera, legati proprio alla relazione tra lentezza e memoria, segnaliamo
Slow ways of knowing, iniziativa partita da Bristol in Inghilterra, nella quale il pubblico viene invitato a contemplare una serie di artefatti dellâepoca di
Isambard Kingdom Brunel, uno tra i piĂš importanti ingegneri-architetti dellâera industriale, attraverso una traccia urbana in cui lâinfluenza di Brunel è chiaramente percettibile, al fine di far riappropriare il cittadino del proprio tessuto urbano e sociale.
Seconda tappa di questa serie è New York, con il progetto
Slow Ways of Knowing: Domino, che intende esplorare, attraverso lâobiettivo della fotografa
Leslie Grant, il territorio circostante la âDomino sugar refineryâ di Brooklyn (ultimo baluardo del tessuto industriale che caratterizzava la zona) e lâimpatto che la fabbrica ha avuto e continua ad avere sulla comunitĂ locale.
Ă inoltre chiara lâimportanza della componente eco-design nella filosofia slow, che cerca di fondere ciò che è possibile a livello tecnico con quello che è necessario a livello ecologico, per formulare delle nuove regole sociali e culturali.
Il designer olandese
Simon Heijdens persegue il pensiero eco-slow con i suoi progetti, tracciando un parallelo tra natura e design e constatando la differenza tra i due mondi: il naturale in continua crescita e trasformazione e lâuniverso design in cui gli oggetti sono creati per essere fissi e immutabili, offrendo un limitato spettro di utilizzi ed esperienze possibili. Heijdens reintroduce con i suoi progetti il fattore âtempoâ negli oggetti e negli ambienti per arrivare a soluzioni di design che, come la natura, liberano un continuum di espressioni moltiplicando il loro valore come veicoli di sensazioni e diventando oggetti vivi comunicanti. Il progetto
Tree, recentemente esposto da Heijdens a New York dopo essere stato ad Eindhoven, Londra, Berlino e Milano, è unâinstallazione pubblica formata dalla silhouette luminosa di un albero disegnata sulla facciata di un palazzo. Quando calano le tenebre, lâalbero diventa vivo, i suoi rami e le sue foglie si muovono con unâintensitĂ prodotta dal vento. Durante la notte lâalbero registra lâattivitĂ dellâambiente circostante e risponde alle sollecitazioni esterne cambiando lentamente forma nel tempo. Il movimento, i suoni e il vento concorrono alla trasformazione dellâalbero, producendo unâesperienza lirica di natura nella cittĂ , e, al contempo, promuovono una visione della cittĂ come sistema naturale. Lâinteresse del progetto sta nel delicato dispiegamento dellâesperienza: bisogna rallentare il proprio cammino per apprezzare completamente
Tree.
Questi progetti, come altri presenti nel network Slowlab, puntano i riflettori su proposte di design urbano volte a riqualificare i âterritori di mezzoâ, ovvero quei luoghi che rimangono esclusi dalla monocultura fast, ma anche su oggetti e tecnologie che possono dispiegare lentamente nuove strategie di sopravvivenza nel mondo fast.